Mettiamoci al lavoro #nelmerito sul lavoro (con o senza referendum)

Possibile - a partire dal suo Comitato scientifico - è pronto a lanciare un focus di approfondimento, comunicazione e mobilitazione sulla questione, fin da ora, accompagnando con precise informazioni, denunce puntuali e, come si suol dire, gli opportuni chiarimenti la campagna referendaria e, in ogni caso, politica.

La Con­sul­ta deci­de­rà doma­ni, 11 gen­na­io, se ammet­te­re i que­si­ti refe­ren­da­ri su cui Cgil ha rac­col­to le fir­me nel cor­so del 2016. Un giu­di­zio di ammis­si­bi­li­tà che non sarà affat­to pri­vo di stret­to­ie.

I que­si­ti ripren­do­no in par­te quel­li pro­mos­si da Pos­si­bi­le nel­l’e­sta­te del 2015, su cui ave­va­mo chia­ma­to alla mobi­li­ta­zio­ne, come ricorderete.

Ora, con o sen­za refe­ren­dum, è venu­to il momen­to di pre­pa­ra­re, come già per il refe­ren­dum costi­tu­zio­na­le, sot­to la gui­da pre­zio­sa di Andrea Per­ti­ci, un lavo­ro #nel­me­ri­to sul­le poli­ti­che del lavo­ro.

Per spie­ga­re di che cosa si trat­ta, qua­li sono i dati rea­li, qua­li le pos­si­bi­li solu­zio­ni, qua­li i risvol­ti del­la even­tua­le cam­pa­gna referendaria.

Con ma anche sen­za refe­ren­dum, Pos­si­bi­le — a par­ti­re dal suo Comi­ta­to scien­ti­fi­co — è pron­to a lan­cia­re un focus di appro­fon­di­men­to, comu­ni­ca­zio­ne e mobi­li­ta­zio­ne sul­la que­stio­ne, fin da ora, accom­pa­gnan­do con pre­ci­se infor­ma­zio­ni, denun­ce pun­tua­li e, come si suol dire, gli oppor­tu­ni chia­ri­men­ti la cam­pa­gna refe­ren­da­ria e, in ogni caso, politica.

Nei mesi scor­si, gra­zie al con­tri­bu­to fon­da­men­ta­le di Davi­de Sera­fin e Danie­la Min­net­ti, abbia­mo get­ta­to le basi di que­sto lavo­ro, attra­ver­so ana­li­si pun­tua­li sia dei dati e dei trend occu­pa­zio­na­li, sia dei prin­ci­pa­li prov­ve­di­men­ti nor­ma­ti­vi, con una par­ti­co­la­re atten­zio­ne (e in tem­pi non sospet­ti) a tut­to quel­lo che riguar­da­va i vou­cher, alla lot­ta alla pover­tà e agli effet­ti che le poli­ti­che del gover­no han­no avu­to sul­la giu­sti­zia socia­le, amplian­do i diva­ri e le frat­tu­re inter­ne alla nostra socie­tà.

E non ci sia­mo fer­ma­ti qui. Abbia­mo cer­ca­to di inda­ga­re anche nel­la quo­ti­dia­ni­tà del­le gio­va­ni e dei gio­va­ni pre­ca­ri, facen­do­ci rac­con­ta­re. Met­ten­do­ci in ascol­to. Ci han­no scrit­to, ci ave­te scrit­to. Ales­san­dro, nel dicem­bre 2015, per denun­cia­re già allo­ra le stor­tu­re cau­sa­te dal­la libe­ra­liz­za­zio­ne dei vou­cherJale, per rac­con­tar­ci di offer­te di lavo­ro del tut­to fuo­ri mer­ca­to, per ammis­sio­ne stes­sa del dato­re; Gine­vra (un nome di fan­ta­sia), che a cau­sa del­l’e­stre­ma pre­ca­rie­tà lavo­ra­ti­va lasce­rà nuo­va­men­te l’I­ta­lia. E così via.

Chi vuo­le par­te­ci­pa­re, chi vuol stu­dia­re e ragio­na­re insie­me a noi sugli stru­men­ti che la poli­ti­ca deve met­te­re in cam­po, chi vuo­le rac­con­tar­ci la pro­pria sto­ria, può far­lo scri­ven­do a campagne@possibile.com.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.