L’anno in cui l’Italia ha rilasciato meno permessi di soggiorno

Incredibile a dirsi, è il 2015. Il dato si desume da una tabella pubblicata da ISTAT, che mette in evidenza diverse cose per chi vuole analizzare con serietà la questione.

Incre­di­bi­le a dir­si, è il 2015. Il dato si desu­me da una tabel­la pub­bli­ca­ta da ISTAT, che met­te in evi­den­za diver­se cose.

schermata-2017-01-10-alle-18-41-12

La pri­ma cosa da nota­re è — appun­to — che il 2015 si carat­te­riz­za per esse­re l’an­no in cui il nostro pae­se ha rila­scia­to il minor nume­ro di per­mes­si di sog­gior­no che si sono tra­mu­ta­ti in pre­sen­ze a fine anno, a par­ti­re dal­l’i­ni­zio del­la rile­va­zio­ne, cioè dal 2007. Ci sono anni, dal 2009 al 2011 (Ber­lu­sco­ni pre­si­den­te del Con­si­glio, Maro­ni all’In­ter­no), in cui il dato è sta­to enor­me­men­te maggiore.

La secon­da cosa da nota­re è che nel 2015 i per­mes­si per richie­sta d’a­si­lo — richie­sta cui nel mede­si­mo anno non è segui­to un rico­no­sci­men­to, che maga­ri arri­ve­rà nel 2016 o maga­ri no — sono sta­ti 53mila (il dato è con­te­nu­to in un’al­tra tabel­la). Se andia­mo a som­ma­re que­sti per­mes­si per richie­sta d’a­si­lo al tota­le dei per­mes­si rila­scia­ti nel 2015 otte­nia­mo 292.799 per­mes­si tota­li. Un dato in linea con mol­ti dati pre­ce­den­ti, sen­za che a que­sti dati pre­ce­den­ti sia­no som­ma­te le richie­ste d’a­si­lo. Anche nel­lo sce­na­rio peg­gio­re, quin­di, il 2015 non con­fi­gu­re­reb­be alcu­na emer­gen­za (se non uma­ni­ta­ria e nei soccorsi).

La ter­za cosa da nota­re sono i moti­vi di rila­scio dei per­mes­si: l’a­si­lo e i moti­vi uma­ni­ta­ri sono una quo­ta mino­ri­ta­ria del tota­le, che sola­men­te nel 2015 (l’an­no del­la “cri­si dei rifu­gia­ti”) si è col­lo­ca­ta tra un quar­to e un ter­zo del tota­le, e che rara­men­te è anda­ta in dop­pia cifra.

La quar­ta cosa da nota­re è che ci sono sta­ti anni in cui la mag­gio­ran­za asso­lu­ta dei per­mes­si veni­va rila­scia­ta per moti­vi di lavo­ro. A par­ti­re dal 2011 la mag­gio­ran­za (rela­ti­va) è inve­ce rila­scia­ta per moti­vi fami­glia­ri.

La quin­ta cosa da nota­re è l’an­da­men­to nel tem­po dei moti­vi per cui ven­go­no rila­scia­ti per­mes­si di sog­gior­no. Nel 2009 e nel 2010 la per­cen­tua­le di per­mes­si per lavo­ro è sta­ta supe­rio­re al 60%, pari a 250mila per­mes­si nel 2009 e 359mila per­mes­si nel 2010. Que­sta per­cen­tua­le è sce­sa nel tem­po, fino ad arri­va­re al 9.1% del 2015, pari a 22mila permessi.

La sesta cosa è una con­si­de­ra­zio­ne. Ovvia­men­te il rila­scio dei per­mes­si dipen­de da come il gover­no attua le poli­ti­che migra­to­rie, tan­to che con la Bos­si-Fini più che par­la­re di ingres­si per moti­vi di lavo­ro dovrem­mo par­la­re di rego­la­riz­za­zio­ni di per­so­ne che lavo­ra­no irre­go­lar­men­te, camuf­fa­te da ingres­si. Al momen­to i “flus­si” per lavo­ro sono ridot­ti a una quo­ta mini­ma: se offris­si­mo pos­si­bi­li­tà per tro­va­re rego­lar­men­te lavo­ro in Ita­lia, quan­to alleg­ge­ri­rem­mo il cari­co di richie­ste d’a­si­lo che poi — maga­ri — si tra­mu­ta­no in dinie­ghi, per i qua­li dovrem­mo prov­ve­de­re a effet­tua­re rimpatri?

Ecco di cosa par­lia­mo, quan­do par­la­no di “emer­gen­za”.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.