Sabato partirà il primo carico di prodotti alimentari e materiale edile destinato a una azienda messa in ginocchio dal terremoto e dalla neve, rimasta isolata in montagna.
Ieri il Comitato Possibile Massimo Max Fanelli di Senigallia ha avviato una raccolta urgente di beni di prima necessità e nel giro di poche ore già diversi quintali di prodotti sono stati imballati e verranno consegnati personalmente . In queste ore il nostro impegno e’ totalmente rivolto a cercare di capire come poter essere di aiuto in un momento così drammatico in cui disperazione e rabbia si equivalgono.
Disperazione per le tante persone che hanno perso tutto e che ancora in queste ore vivono condizioni di estrema difficoltà e rabbia per una gestione totalmente fallimentare a tutti i livelli dell’emergenza del sisma che è diventata anche “emergenza inverno”, quasi come se la neve in montagna a gennaio fosse un evento imprevedibile. Siamo in contatto con alcune aziende agricole e allevatori disperati, e stiamo cercando di contattarne altri.
Vorremmo fare la nostra parte in questi momenti così difficili e successivamente per aiutarli a rialzarsi non appena e se sarà possibile riprendere la produzione. Stiamo lavorando per costruire una rete di Gruppi di acquisto solidali per “adottare” una azienda in modo da garantirne l’acquisto di prodotti e aiutare a ripristinare una rete di distribuzione, anch’essa crollata con il terremoto. Chiediamo ai nostri Comitati , soprattutto quelli che si trovano nelle zone del sisma, di attivarsi affinchè si possano individuare aziende da sostenere e monitorare la situazione. Noi proviamo a fare la nostra parte con le forze di cui disponiamo, ma non smetteremo di chiedere che si faccia piena luce sulle gravi responsabilità che hanno condotto a una situazione diventata così drammatica. Già il dieci novembre scorso denunciammo in Aula, di fronte all’allora Presidente Renzi l’ urgenza di occuparsi delle aziende agricole e degli allevamenti che con l’Inverno alle porte si stava facendo sempre più difficile.
Purtroppo non siamo stati ascoltati.