Un’altra campagna referendaria. Un altro tour lungo lo stivale.
Perché vogliamo essere gli unici a lavorare sette giorni su sette e senza orari.
Perché gli unici straordinari non pagati che accettiamo sono i nostri straordinari attivisti.
Perché l’unico indeterminato che vorremmo veder sparire è il programma di chi vuol fare la sinistra senza mai dire nulla sui temi, a partire da quelli del lavoro.
Possibile ha già offerto la propria disponibilità al comitato del Sì per promuovere la campagna referendaria sul lavoro, prendendo immediatamente contatto con chi la guiderà.
Con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato il referendum costituzionale, associandoci con umiltà e disponibilità, cercando di accompagnare con proposte di qualità, la necessaria mobilitazione.
Come già accaduto in vista del 4 dicembre dello scorso anno, i nostri 200 comitati si trasformeranno in veri e propri comitati referendari per diffondere il messaggio circa i due quesiti e nello stesso tempo per aprire una più ampia riflessione sul lavoro, contrastare e denunciare situazioni di sfruttamento, discutere della questione culturale, politica, addirittura antropologica che lo riguarda. Per parlare delle trasformazioni che lo aspettano in un futuro molto prossimo.
Allora al lavoro, perché vogliamo che questo referendum sia una tappa intermedia, un passaggio necessario, la rincorsa per dare slancio a una nuova proposta, che ridia al lavoro la centralità e la dignità che merita.
Se volete partecipare anche voi, potete scrivere qui.
Qui Sì lavora, ma ne vale la pena.