Quando per la prima volta ci ha contatto un lavoratore della Consulmarketing S.p.a. capimmo subito, grazie anche alla preziosa collaborazione di Daniela Minnetti del Comitato Scientifico di Possibile, che era il caso di seguire l’evoluzione di una vicenda che sembrava andare chiaramente in una direzione: la sostituzione di posti di lavoro subordinati e inquadrati in contratti collettivi nazionali con posti di lavoro fintamente autonomi, col ricorso a contratti di collaborazione coordinata e continuativa (Co.co.co.).
Il segretario di Possibile, Giuseppe Civati, incontrò i rappresentanti dei lavoratori per poi portare la questione in Parlamento con una prima interrogazione, il 10 giugno 2016, alla quale non è mai giunta risposta, nonostante le successive contrattazioni — dopo una fase di dialogo — tra lavoratori e proprietà non lasciassero presagire nulla di buono. Data l’evoluzione della vicenda Possibile ha presentato, a firma di Beatrice Brignone, una ulteriore interrogazione in data 17 gennaio 2017.
I lavoratori non si sono arresi e, in questi giorni, la loro mobilitazione è arrivata anche su Twitter con l’hashtag #rilevatoricondignità. Ospitiamo qui di seguito il loro racconto. E continueremo a stare al loro fianco.
Trecentosessanta lavoratori dipendenti stanno per essere licenziati per poi essere riassunti inquadrati come COCOCO per fare lo stesso identico lavoro.
Questo significa rinunciare a tutti i diritti garantiti dall’attuale CCNL e fare un salto indietro nella precarietà.
Significa anche che c’è un’azienda che non sa farsi valere con il suo appaltante, la Nielsen SRL, limitandosi a frignare parlando di commessa troppo bassa per mantenere l’attuale contratto e che quindi fa ricadere tutta la sua incapacità contrattuale sulle spalle dei lavoratori.
Nielsen, dal canto suo, vistasi esposta sui social social network, ha pensato bene di rilasciare un comunicato in cui scarica ogni responsabilità su Consulmarketing, augurandole di risolvere i suoi problemi di gestione. Siamo di fronte a un caso di “Ponzio pilato 2.0”.
In attesa del referendum che renderebbe la posizione di Nielsen molto più scomoda, aspettiamo come da prassi le Istituzioni, nonostante la lentezza elefantiaca. Sembra infatti che per il nostro lavoro il COCOCO non sia applicabile ma i diversi esposti agli organi competenti non hanno ancora sortito alcun esito.
Aspettiamo risposte anche dal Ministero dello Sviluppo e dalla Regione Lombardia: dovrebbero essere loro per prime ad esigere il rispetto dei patti stretti nella procedura di licenziamento affrontata a giugno.
I lavoratori Consulmarketing non formano un corpo fisicamente dirompente, visto che sono sparsi per tutta Italia, e la maggior parte nemmeno conosce il viso dell’altro se non attraverso Facebook, ma questo non impedisce loro di essere uniti e compatti nel rigettare il ricatto posto dall’azienda, che probabilmente pensava che il motto “dividi et impera” fosse ancora valido nell’epoca dei social network.
Rilevatori Consulmarketing SPA