Per il diritto alla casa, dalla parte del “Residence Sociale Aldo Dice 26x1”

Un immobile in disuso è diventato un residence sociale, che accoglie da mesi oltre duecento persone che hanno diritto a un alloggio popolare non ancora assegnato. Ora queste famiglie rischiano di rimanere al freddo.

Il Resi­den­ce Socia­le Aldo Dice 26x1, in via Oglio 8, era uno sta­bi­le come tan­ti altri a Mila­no, in sta­to di abban­do­no da otto anni, uti­liz­za­to al più come piaz­za di spac­cio, pro­va evi­den­te di come gli immo­bi­li vuo­ti pos­sa­no por­ta­re degra­do in una zona.

A par­ti­re dal 16 apri­le 2016, gra­zie a Clo­chard alla riscos­sa e Unio­ne Inqui­li­ni Mila­no, quel­le mura di cemen­to han­no pre­so vita e sono diven­ta­te la casa di qua­si due­cen­to per­so­ne cui non è anco­ra sta­to asse­gna­to un allog­gio popo­la­re, pur aven­do­ne pie­no dirit­to, visto che sono tut­ti inse­ri­ti nel­le gra­dua­to­rie per l’edilizia resi­den­zia­le pub­bli­ca. Cia­scu­na fami­glia ospi­ta­ta nel resi­den­ce ha a dispo­si­zio­ne una o due stan­ze con bagno adia­cen­te, è dispo­ni­bi­le un ser­vi­zio di lavan­de­ria, una trat­to­ria socia­le con annes­so salo­ne comu­ne, con libri, gio­chi per bam­bi­ni e una stru­men­ta­zio­ne di tut­to rispet­to che garan­ti­sce con­cer­ti di qua­li­tà, gra­zie anche ai tan­ti musi­ci­sti che pas­sa­no da quel­le par­ti. Gli inqui­li­ni cal­co­la­no che l’ente pub­bli­co, non facen­do­si cari­co del­la siste­ma­zio­ne del­le fami­glie ospi­ta­te in via Oglio, rispar­mia cir­ca 5 milio­ni di euro l’anno.

I bam­bi­ni van­no a scuo­la, gli adul­ti lavo­ra­no o sono alla ricer­ca di un impie­go, le rego­le del­la casa sono con­di­vi­se e rispet­ta­te e da que­sto inver­no, ogni sera, ven­go­no accol­ti al nono pia­no una ven­ti­na di sen­za­tet­to, in col­la­bo­ra­zio­ne con il pia­no fred­do del comu­ne di Mila­no, sen­za che l’amministrazione deb­ba spen­de­re un euro.

Digni­tà, socia­li­tà, dirit­ti. Da Aldo Dice 26x1 sono abi­tua­ti a far fron­te alle dif­fi­col­tà: gen­te che lot­ta, ma che sa ride­re e scher­za­re e che, nei fat­ti, sta riqua­li­fi­can­do la zona. Il pro­get­to offre un con­te­sto con­for­te­vo­le e sti­mo­lan­te tra lo sfrat­to e l’assegnazione di un allog­gio, dan­do un’opportunità di riscat­to a chi nel­la vita ha avu­to fin trop­pe dif­fi­col­tà. Pas­sa­re lì qual­che sera­ta è dav­ve­ro pia­ce­vo­le e costi­tui­sce un’occasione per apri­re gli occhi su una real­tà che spes­so, da pri­vi­le­gia­ti, sce­glia­mo di non vedere.

Mer­co­le­dì si è fat­to festa per i tre anni di auto­ge­stio­ne (il pri­mo sta­bi­le occu­pa­to fu l’ex sede Impre­gi­lo, a Sesto San Gio­van­ni) con cibo da tut­to il mon­do e tan­ta musi­ca, ma una noti­zia ha un po’ tur­ba­to gli ani­mi degli inqui­li­ni. Il pro­prie­ta­rio dell’immobile ha infat­ti disdet­to il con­trat­to con A2A e l’azienda, par­te­ci­pa­ta del comu­ne di Mila­no che, assie­me a Bre­scia, ne detie­ne il 50% del­le azio­ni, ha comu­ni­ca­to, dopo un pri­mo ten­ta­ti­vo di distac­co il 9 mat­ti­na, che il 14 feb­bra­io inter­rom­pe­rà l’erogazione di ener­gia elet­tri­ca, che per­met­te il riscal­da­men­to dell’acqua e dei loca­li del residence.

Come Pos­si­bi­le denun­cia­mo la disu­ma­ni­tà di un prov­ve­di­men­to del gene­re: non è pen­sa­bi­le il fat­to di lascia­re al fred­do e sen­za acqua cal­da due­cen­to per­so­ne, peral­tro in pie­no inver­no. Chie­dia­mo fer­ma­men­te che il comu­ne di Mila­no tro­vi al più pre­sto una solu­zio­ne a que­sto pro­ble­ma, con­si­de­ra­to tra l’altro il fat­to che A2A è un’azienda pub­bli­ca, per­ché il resi­den­ce rispon­de ad un gigan­te­sco biso­gno socia­le sen­za alcun costo per la collettività.

Casa per tut­ti, mise­ria per nessuno.

Noi stia­mo con Aldo dice 26X1!

Pos­si­bi­le Milano

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