Quando l’ossessione securitaria si abbatte sui bambini

La Commissione europea continua a inseguire l’ossessione securitaria dei Governi europei, incapaci di mettere in campo soluzioni comuni e sostenibili per tutti, incapaci financo di rispettare gli impegni sui 160mila ricollocamenti che essi stessi hanno preso, ma capacissimi di prendersela coi più deboli, e coi bambini. E’ arrivata in ritardo di qualche ora, ieri pomeriggio, la Comunicazione con annessa Raccomandazione della Commissione Europea sul nuovo piano d’azione per migliorare l’efficacia dei rimpatri, attuando appieno il potenziale della direttiva 115/2008 sui rimpatri.

La Com­mis­sio­ne euro­pea con­ti­nua a inse­gui­re l’osses­sio­ne secu­ri­ta­ria dei Gover­ni euro­pei, inca­pa­ci di met­te­re in cam­po solu­zio­ni comu­ni e soste­ni­bi­li per tut­ti, inca­pa­ci finan­co di rispet­ta­re gli impe­gni sui 160mila ricol­lo­ca­men­ti che essi stes­si han­no pre­so, ma capa­cis­si­mi di pren­der­se­la coi più debo­li, e coi bam­bi­ni. E’ arri­va­ta in ritar­do di qual­che ora, ieri pome­rig­gio, la Comu­ni­ca­zio­ne con annes­sa Rac­co­man­da­zio­ne del­la Com­mis­sio­ne Euro­pea sul nuo­vo pia­no d’azione per miglio­ra­re l’efficacia dei rim­pa­tri, attuan­do appie­no il poten­zia­le del­la diret­ti­va 115/2008 sui rimpatri.

Il pri­mo pia­no d’a­zio­ne era sta­to pre­sen­ta­to nel 2015, con 36 azio­ni rac­co­man­da­te per ren­de­re più effi­ca­ci i rim­pa­tri, ma la Com­mis­sio­ne pren­de atto che l’im­pat­to sul­l’ef­fi­ca­cia com­ples­si­va dei rim­pa­tri è sta­to limi­ta­to, quin­di rilan­cia. «Con cir­ca 2,6 MLN di richie­ste d’a­si­lo pre­sen­ta­te in UE tra il 2015 e il 2016, e con­si­de­ran­do che il tas­so di rico­no­sci­men­to del­lo sta­tus è al 57% nei pri­mi tre quar­ti del 2016, gli Sta­ti mem­bri potreb­be­ro dover rim­pa­tria­re più di un milio­ne di per­so­ne». Inve­ce che abban­do­nar­si all’os­ses­sio­ne dei rim­pa­tri, peral­tro costo­sis­si­mi, sareb­be meglio che la Com­mis­sio­ne si ricor­das­se la sua Agen­da Euro­pea sul­l’im­mi­gra­zio­ne del­l’a­pri­le 2015 ‑pare un seco­lo fa- in cui pro­spet­ta­va l’a­per­tu­ra di vie lega­li e sicu­re di acces­so all’UE, sia per chi fug­ge sia per chi cer­ca una pro­spet­ti­va miglio­re per il pro­prio futu­ro. Le stia­mo anco­ra aspettando.

Ciò che col­pi­sce di più è il lin­guag­gio, per­ché per il resto si trat­ta per­lo­più di rac­co­man­da­zio­ni ad attua­re dispo­si­zio­ni già esi­sten­ti. La rac­co­man­da­zio­ne lamen­ta che alcu­ni Sta­ti mem­bri non emet­ta­no deci­sio­ni di rim­pa­trio a segui­to del dinie­go dell’asilo, e che alcu­ni Sta­ti Mem­bri non uti­liz­zi­no l’intero mar­gi­ne per­mes­so dal­la diret­ti­va per i tem­pi di deten­zio­ne dei migran­ti ai fini dell’identificazione e del rim­pa­trio, che arri­va fino a 18 mesi. Deten­zio­ne per­mes­sa dal­la diret­ti­va, ricor­dia­mo­lo, solo come extre­ma ratio se non sono pos­si­bi­li misu­re meno coer­ci­ti­ve, e in par­ti­co­la­re se c’è “rischio di fuga”. Che è un’amara iro­nia, con­si­de­ran­do che si trat­ta di per­so­ne che fug­gi­te lo sono dav­ve­ro, ma da guer­re, pover­tà, dise­gua­glian­ze e discri­mi­na­zio­ni. Si chie­de quin­di di trat­te­ne­re più a lun­go le per­so­ne, fin­gen­do di non sape­re che nel­la pra­ti­ca si trat­ta di luo­ghi spes­so sovraf­fol­la­ti e dove i dirit­ti fon­da­men­ta­li ven­go­no quo­ti­dia­na­men­te cal­pe­sta­ti. Ricor­do anco­ra le cen­to don­ne nige­ria­ne incon­tra­te a Pon­te Gale­ria, sen­za cure medi­che ade­gua­te, qua­si tut­te con lo stes­so avvo­ca­to d’ufficio, e con le len­zuo­la attac­ca­te alle fine­stre per il freddo.

Nel­la Rac­co­man­da­zio­ne si par­la in più pun­ti di “remo­val” degli immi­gra­ti irre­go­la­ri. Rimo­zio­ne. Qua­si fos­se­ro auto in divie­to di sosta. Dimen­ti­can­do che fin­ché non pre­ve­dia­mo cana­li di acces­so lega­li e sicu­ri all’Europa, lo stes­so con­cet­to di “ingres­so ille­ga­le” è mol­to rela­ti­vo, ed ipo­cri­ta. Ma il pun­to più tru­ce è quel­lo che riguar­do il rim­pa­trio e la deten­zio­ne dei mino­ri. La Com­mis­sio­ne dice che l’esistenza di divie­ti di rim­pa­trio dei mino­ri in alcu­ni Sta­ti mem­bri impe­di­reb­be una pie­na con­si­de­ra­zio­ne dell’interesse supre­mo del mino­re, e potreb­be incen­ti­va­re i mino­ri a met­ter­si in viag­gio. E che la deten­zio­ne di mino­ri va uti­liz­za­ta come ulti­ma ratio e solo in assen­za di alter­na­ti­ve, per il più bre­ve tem­po pos­si­bi­le, ma che comun­que un divie­to asso­lu­to di dete­ne­re i mino­ri impe­di­reb­be una poli­ti­ca effi­ca­ce di rim­pa­tri. Pec­ca­to che al Sum­mit su rifu­gia­ti e migran­ti del set­tem­bre 2016 a New York UNICEF e mol­te altre orga­niz­za­zio­ni han­no orga­niz­za­to mobi­li­ta­zio­ni, cui ho par­te­ci­pa­to anche io, per chie­de­re che nes­sun bam­bi­no sia dete­nu­to per­ché migran­te. Ne va del nostro futuro.

La Rac­co­man­da­zio­ne desta più di un dub­bio sul­la sua con­for­mi­tà alle nor­ma­ti­ve inter­na­zio­na­li sui mino­ri e in par­ti­co­la­re con quan­to dispo­sto dal­la Con­ven­zio­ne di New York sui dirit­ti del fan­ciul­lo adot­ta­ta nel 1989. L’’art.3 sta­bi­li­sce che in tut­te le deci­sio­ni deve esse­re pre­do­mi­nan­te il supe­rio­re inte­res­se del minore. Mi chie­do come si pos­sa pen­sa­re o  dimo­stra­re che la deten­zio­ne tute­li l’interesse supe­rio­re del mino­re. Ne chie­de­rò con­to al Com­mis­sa­rio Avramopoulos.

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