Spostare l’asse a sinistra. Cambiare passo. Recuperare un’identità marcatamente di sinistra. Recuperare i milioni di voti persi da quando il PD si è spostato verso il centro. Sanare la frattura con il popolo della sinistra.
Questi gli auspici che abbiamo sentito nelle parole dei principali esponenti di Art.1 – MDP all’indomani della loro uscita dal PD. Obiettivi condivisibili, ma che (spiace dirlo) a oggi sembrano rimanere solo parole.
Nei giorni scorsi alla Camera si è discusso il famigerato Decreto Minniti, una delle leggi più controverse di questa legislatura, una delle peggiori partorite da questa maggioranza, che è tutto dire.
Una brutta, bruttissima copia del decreto Maroni del 2008 e dei pacchetti sicurezza dell’era Berlusconiana, già azzoppati dalla corte costituzionale nel 2011, come ricordato in aula da Andrea Maestri. Una legge che dà ulteriore potere ai sindaci sceriffi e in nome del decoro urbano criminalizza la povertà ed emargina ulteriormente gli ultimi che questo Governo finge di blandire con il reddito di esclusione mentre li nasconde sotto il tappeto, relegandoli nelle periferie.
Come ricordato da Giuseppe Civati, il no a questo decreto è quindi una scelta di campo dirimente, come già accaduto per il Jobs Act e per la Riforma Costituzionale.
Il rapporto di fiducia con il popolo della sinistra lo si ricuce anche e soprattutto a partire da posizioni chiare e comprensibili sulle questioni fondamentali che ci dividono dalla destra: il decreto Minniti era senza dubbio una di queste.
Spiace, perciò, rilevare che anche in questo caso gli amici e compagni di MDP hanno perso un’occasione per mettere in pratica quanto annunciato nel momento della loro uscita dal PD.
Ci domandiamo davvero perché, sui 26 parlamentari di MDP presenti alla Camera, ben 19 (tra cui il capogruppo Francesco Laforgia e personaggi di spicco come Roberto Speranza, Nico Stumpo, Davide Zoggia e Adriano Zaccagnini) abbiano scelto di dare il loro avvallo a questa legge vergognosa.
Ricucire lo strappo maturato in questi anni con gli elettori di sinistra e dare finalmente rappresentanza alle loro istanze è anche il nostro obiettivo, e saremo felici di collaborare con chiunque voglia impegnarsi in questo senso, ma così, cari compagni, non si va da nessuna parte.