Amo il mio negozio di quartiere: per la sicurezza, la socialità e l’ambiente

Dopo un confronto con associazioni, commercianti e singoli cittadini, abbiamo preaparato una mozione di iniziativa popolare che ha raccolto 400 sottoscrizioni e che non chiedesse semplicemente il blocco di opere già di imminente attuazione ma proponesse una soluzione ai piccoli commercianti e alle botteghe artigianali di quartiere per potersi opporre alla concorrenza degli ipermercati.

 

Pochi san­no che in tut­ta Ita­lia sono miglia­ia gli esu­be­ri nel­la gran­de distri­bu­zio­ne. A Reg­gio Emi­lia, nono­stan­te que­sto, si con­ti­nua a insi­ste­re nel­la costru­zio­ne di iper­mer­ca­ti, sen­za che sia giu­sti­fi­ca­ta da un aumen­to del­la popo­la­zio­ne o del­la ric­chez­za pro capite.

Per anni è sta­ta dif­fu­sa l’idea che i fre­quen­ti pro­get­ti di edi­fi­ca­zio­ne su lar­ga sca­la avreb­be­ro con­dot­to ad una mag­gior con­cor­ren­za salu­ta­re per l’economia cit­ta­di­na e nazionale.

Tut­ta­via, una simi­le teo­ria, che non ha por­ta­to a un con­cre­to rilan­cio dei con­su­mi, non ha potu­to che dare ori­gi­ne ad esu­be­ri e inter­ven­ti a impat­to ambien­ta­le di note­vo­le portata.

Sull’onda dell’aper­tu­ra dell’ennesimo iper­mer­ca­to a Reg­gio, ci sia­mo chie­sti qua­le fos­se la stra­da da per­cor­re­re: una pro­te­sta fina­liz­za­ta a se stes­sa e che dif­fi­cil­men­te avreb­be por­ta­to a risul­ta­ti con­cre­ti o una pro­po­sta capa­ce di inne­sca­re un dibat­ti­to cul­tu­ra­le su qua­le for­ma far pren­de­re al com­mer­cio nel­la nostra città?

Abbia­mo scel­to la secon­da strada.

Dopo un con­fron­to con asso­cia­zio­ni, com­mer­cian­ti e sin­go­li cit­ta­di­ni, è sta­ta pre­pa­ra­ta una mozio­ne di ini­zia­ti­va popo­la­re che non chie­des­se sem­pli­ce­men­te il bloc­co di ope­re già di immi­nen­te attua­zio­ne ma pro­po­nes­se una solu­zio­ne ai pic­co­li com­mer­cian­ti e alle bot­te­ghe arti­gia­na­li di quar­tie­re per poter­si oppor­re alla con­cor­ren­za degli ipermercati.

Con que­sta mozio­ne pro­po­nia­mo di dare voce a una vali­da alter­na­ti­va con­tro l’inaccettabile con­ces­sio­ne edi­li­zia sen­za fre­ni, in favo­re di un com­mer­cio dal vol­to più uma­no e più uti­le per rilan­cia­re l’economia rea­le. Chie­dia­mo due cose:

  • Una ridu­zio­ne del­le tas­se di com­pe­ten­za comu­na­le sui pic­co­li commercianti;
  • Una ridu­zio­ne del­le loca­zio­ni tra­mi­te un accor­do tra comu­ne e proprietari.

A par­ti­re dal momen­to ini­zia­le di con­fron­to con i sog­get­ti inte­res­sa­ti si è inne­sca­to a cate­na, gra­zie ai loro con­tri­bu­ti, un ragio­na­men­to com­ples­si­vo sui pro­ble­mi del­la città.

Il discor­so sui nego­zi di quar­tie­re non inve­ste solo il tema del com­mer­cio, ma anche quel­li del­la sicu­rez­za (in un momen­to in cui la paro­la è sem­pre più abu­sa­ta nei ragio­na­men­ti di qual­cu­no), dell’ambiente e del­la socia­li­tà. E – più in gene­ra­le – inve­ste i rit­mi del­la nostra vita.

Per­ché la sicu­rez­za? Per­ché una stra­da si ren­de mol­to più sicu­ra ren­den­do­la viva e attrat­ti­va gra­zie alla pre­sen­za di atti­vi­tà com­mer­cia­li che facen­do­la pre­si­dia­re dal­le for­ze dell’ordine.

Per­ché l’ambiente? Per­ché ave­re un nego­zio nel nostro quar­tie­re ren­de evi­ta­bi­le l’uso dell’automobile.

Per­ché la socia­li­tà? Per­ché per­met­te la crea­zio­ne di rap­por­ti diret­ti e per­so­na­li, in un’epoca che sem­pre di più ci spin­ge a sen­tir­ci soli anche quan­do sia­mo cir­con­da­ti da altre persone.

Per que­sti moti­vi sta­mat­ti­na il Comi­ta­to Ago­rà 7 Luglio di Reg­gio Emi­lia ha pre­sen­ta­to al Con­si­glio Comu­na­le di Reg­gio Emi­lia più di 400 fir­me per la pre­sen­ta­zio­ne del­la mozio­ne popo­la­re “Io amo il mio Nego­zio di Quartiere”.

Ora aspet­tia­mo con fidu­cia la calen­da­riz­za­zio­ne e la discus­sio­ne in Con­si­glio, spe­ran­do che le voci dei pic­co­li com­mer­cian­ti e dei cit­ta­di­ni non sia­no inascoltate.

Per il Comi­ta­to Ago­rà 7 Luglio con Civa­ti di Reg­gio Emilia,

Anto­nio Casella

Mar­co Vassalotti

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.