[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1492169834971{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]«Arrivano tutti qui!», «non possiamo prenderli tutti noi», «gli immigrati prendono 35 euro al giorno per non fare nulla», «i romeni sono tutti delinquenti», o forse solo il 40%.
Con Possibile siamo impegnati da tempo immemore nella decostruzione dei luoghi comuni sull’immigrazione, che ormai spopolano da destra a sinistra passando per il M5S. Lo facciamo perché siamo convinti che la costruzione dell’uguaglianza passi dalla tutela dei diritti di tutti, a partire dai dannati della terra. Italiani e stranieri, europei e non europei, dobbiamo essere in grado di garantire a tutti dei livelli minimi di qualità della vita, fatti di lavoro e reddito, accesso alle cure e all’istruzione, soluzioni abitative, un ambiente salubre. E perché convinti che i profughi, le persone che scappano, siano i nostri primi alleati nello sforzo di pacificazione – che sia necessario per via di conflitti sanguinari tanto quanto di crisi ambientali – dei luoghi che hanno abbandonato, perché anche lì siano garantiti gli stessi diritti e le persone non siano più costrette a fuggire.
Ecco perché da mesi stiamo portando avanti una campagna culturale e amministrativa con «Nessun Paese è un’isola»: ci avviciniamo alle quaranta occasioni di confronto, con le quali promuoviamo non solo un cambiamento nella narrazione, ma anche la costruzione di un sistema di accoglienza diffuso, sulla base dello Sprar.
Lo stesso possiamo dire del nostro impegno a livello europeo, con Elly Schlein, per superare il cosiddetto “Regolamento di Dublino”, che non ha nulla a che spartire con i principi di solidarietà sanciti dai trattati: una solidarietà da applicarsi tra Stati membri, certamente, ma anche tra persone. Troppo spesso i rifugiati sono costretti a rimanere troppo tempo (a volte per sempre) separati dai propri affetti e dai propri cari, lontani dalle proprie aspettative, localizzate in altri paesi europei.
Allo stesso modo, guidati da Andrea Maestri, stiamo lavorando da mesi a una revisione sistemica della disciplina di ingresso e soggiorno dei cittadini stranieri nel nostro paese, grazie a un tavolo composto dalle principali associazioni che si occupano di questa materia. Lo stiamo facendo con precisione e puntualità, toccando tutti gli aspetti della normativa in maniera assolutamente rigorosa, per disegnare una proposta organica e immediatamente attuabile. Il nostro lavoro ha subito uno stop dovuto all’asteroide chiamato “decreto Minniti-Orlando” ma ripartirà immediatamente, già dalle prossime ore.
Una parte di questo nostro ultimo lavoro è compresa nella proposta avanzata dai Radicali “Ero Straniero – L’umanità che fa bene”, che si propone di raccogliere le firme necessarie alla presentazione di una legge di iniziativa popolare che procede nella stessa direzione del nostro cammino, toccandone alcuni punti. Per questi motivi ci affiancheremo a loro e a molte altre associazioni in questo sforzo, convinti della necessità non solo di modificare il racconto delle migrazioni, ma di modificare soprattutto la normativa vigente, che con il decreto Minniti-Orlando ha subito un’ulteriore stretta, ovviamente sempre a danno dei migranti.
Giuseppe Civati
Stefano Catone[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]