[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1492844604097{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Vi abbiamo raccontato nei mesi scorsi la storia del Residence Sociale Aldo Dice 26×1: una realtà autorganizzata da Clochard alla riscossa, Unione Inquilini Milano e Comitato Diritto alla Casa che, a partire dal 16 aprile 2016, ha dato una seconda vita a uno stabile in via Oglio 8. L’edificio, in stato di abbandono da otto anni, è diventato la casa di quasi 200 persone, tutte inserite nelle graduatorie per l’edilizia residenziale pubblica e ancora in attesa dell’assegnazione di un alloggio popolare.
Il coordinatore di questo progetto, Wainer Molteni, ha portato una testimonianza di questa importante realtà anche alla Costituente delle Idee che si è tenuta a Roma dal 24 al 26 febbraio scorso. Nel corso dell’inverno 2016/2017 il Residence ha accolto diversi senza tetto, collaborando attivamente al Piano anti-freddo del Comune di Milano, e di recente è diventato anche la casa di alcuni (ex) minori stranieri non accompagnati, ragazzi senza famiglia che non appena compiono 18 anni non hanno più il posto in comunità. Gli inquilini calcolano che l’ente pubblico, non facendosi carico della sistemazione delle famiglie ospitate in via Oglio, risparmi circa 5 milioni di euro l’anno.
La storia del Residence Sociale Aldo Dice 26x1 è una storia fatta di virtù e di resistenza, come in parte già il suo nome ci ricorda (ALDO DICE 26 X 1 è la frase con cui, tramite telegramma, il Comitato Nazionale di Liberazione Alta Italia comunica nell’aprile del 1945 il giorno (26) e l’ora (1 di notte) in cui dare inizio all’insurrezione dei partigiani a Torino ). Nel 2014 nasce il progetto, con l’occupazione di uno stabile a Sesto San Giovanni. A giugno 2016 il trasferimento in via Oglio 8, dove ogni famiglia ospitata ha a disposizione una o due stanze con bagno adiacente, un servizio di lavanderia, una trattoria sociale con annesso salone comune, con libri e giochi per bambini e una strumentazione di tutto rispetto per concerti di alta qualità, grazie anche ai tanti musicisti che passano da quelle parti
A febbraio 2017 la tranquilla e allegra vita del Residence Sociale viene minacciata: il proprietario dell’immobile disdice il contratto con A2A mettendo a rischio la sopravvivenza degli inquilini che dalla fornitura elettrica dipendono per il riscaldamento dell’acqua e dei locali del residence. In quell’occasione, come Possibile denunciamo la disumanità di un provvedimento che avrebbe lasciato al freddo 200 persone, in pieno inverno, e chiediamo al Comune di Milano di trovare una soluzione al problema.
Come noi, altri soggetti si interessano della situazione del Residence Sociale e si riesce infine a prorogare la fornitura di energia elettrica almeno fino al 16 aprile, data in cui convenzionalmente i riscaldamenti si spengono in tutto il Comune di Milano.
Dato che il piano casa Renzi-Lupi del 2014, in particolare l’art. 5 del decreto legge 47/2014 (convertito in legge 80/2014) “lotta all’occupazione abusiva di immobili” prevede (comma 1) che “Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi in relazione all’immobile medesimo e gli atti emessi in violazione ditale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge”, per il Residence Sociale non sembrano esserci vie di uscita: senza la possibilità di intestarsi una fornitura elettrica, il sogno cresciuto in via Oglio 8 sembra destinato a terminare con un brutto risveglio per tutti gli inquilini.
Invece, grazie al dialogo costruito in questi mesi da Wainer e gli avvocati (volontari) del Residence con il Comune di Milano, il 18 aprile A2A intesta la fornitura di elettricità all’Associazione Clochard alla Riscossa per lo stabile di via Oglio, 8 . Un contratto di 3 mesi, rinnovabile fino a 1 anno. Questo contratto supera di fatto la legge Renzi/Lupi e apre un precedente unico a cui altre realtà virtuose in Italia potranno rifarsi per rivendicare il diritto all’esistenza di progetti che nascono sì ai margini della legalità, ma spesso per colmare vuoti lasciati dalla legalità mal praticata e dalle istituzioni.
Nuovi scenari vanno aprendosi per gli ospiti di via Oglio: presto si costituirà l’Associazione Aldo Dice 26x1 e l’idea è di realizzare anche una cooperativa che potrà direttamente dare un lavoro agli ospiti del Residence, mentre con le istituzioni si sta cercando una soluzione che consenta al Residence Sociale Aldo Dice 26x1 di operare nella piena legalità.
Insomma, sembra si sia raggiunto un importante traguardo, sia per i fantastici guerrieri del Residence Sociale Aldo Dice 26x1 – che davvero non hanno mollato mai! — sia per la legislazione sul diritto alla casa, che da oggi dovrà fare i conti con un precedente… eccellente!
Ora e sempre Resistenza!
Possibile Milano
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