[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1493892493340{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Possibile torna in piazza, sua sede naturale sin dalla fondazione, per confrontarsi — di persona personalmente — con i cittadini, perché è questa la sua vocazione, è questo il motivo stesso della sua esistenza: quello di rivolgersi alle persone che non si riconoscono nello status quo, nell’attuale schema politico, chiedendo loro di partecipare, di aderire, di iscriversi, in uno schema aperto, inclusivo. Per fare delle cose, insieme.
Torniamo in piazza, quindi, per presentare tre proposte: una legge di iniziativa popolare per la conversione ecologica dell’economia (al fianco di Green Italia), una sui vitalizi e i privilegi della politica, una per la riforma delle norme sull’immigrazione (al fianco dei Radicali). Battaglie trasversali e puntuali, per non rassegnarsi alla rassegna stampa e a uno schema politico preconfezionato, che mette a disagio e inquieta, che vede fronteggiarsi in un derby senza fine le opposte tifoserie, in un dibattito surreale fatto di numeri inventati, continue smentite, inseguimenti e sorpassi a destra.
Noi proponiamo altro. Proponiamo di passare dalle interviste ai giornali alle interviste con i cittadini, con le associazioni e i movimenti, per capire e approfondire, per spiegare e interrogarsi, per costruire un progetto di governo che tenga conto anche delle complessità delle cose, perché a volte non basta né un Sì e non basta nemmeno un click.
Del resto siamo nati — Possibile è nato — nelle piazze e nelle strade, con una mobilitazione referendaria su quattro temi (democrazia e partecipazione, ambiente e energia, scuola, lavoro) che ritenevamo e riteniamo tuttora centrali. In un rapporto uno a uno tra cittadino e attivista, due figure che, nella nostra idea di fare politica, si scambiano e intrecciano. E in un rapporto strettissimo con la proposta politica, che nei mesi si è estesa, toccando numerosi altri temi, dal fine vita all’immigrazione, dai vitalizi all’elusione delle multinazionali. Una proposta aperta, laica, repubblicana e di sinistra che ci siamo dati l’obiettivo di organizzare a partire dai contenuti e non dalle sigle.
Da allora non abbiamo mai abbandonato né la piazza né il lavoro di definizione del progetto culturale — prima che politico -, rilanciato nelle ultime settimane con la Costituente delle idee e i successivi “follow up” sia sui territori, promossi dai comitati di Possibile, che di confronto politico, come recentemente avvenuto con Pierluigi Bersani. Negli ultimi giorni abbiamo infine invitato le principali organizzazioni politiche, sociali e di movimento alla condivisione dei propri programmi in un tavolo alla pari. E ora andiamo avanti.
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