Dichiarazione di Riccardo Magi e di Alessandro Capriccioli, rispettivamente Segretario di Radicali Italiani e di Radicali Roma.
Se il rogo di Centocelle fosse di origine dolosa renderebbe ancora più inaccettabile una realtà dolorosa e quotidiana, che è sotto gli occhi di tutti e che la politica si rifiuta di affonntare da decenni: la marginalità in cui è costretta a vivere la maggior parte delle persone rom, che si ripercuote sull’intera società.
Senza affrontare quel problema, provvedendo a quanto necessario per procedere finalmente a una stagione di inclusione, la situazione che abbiamo davanti agli occhi resterà drammaticamente immutata: comprese le ondate di sdegno popolare, che non di rado vengono alimentate e poi cavalcate per ragioni meschine legate al consenso, e che invece dovrebbero essere ricomposte assumendosi la responsabilità di governare il fenomeno.
Da anni andiamo ripetendo che è ormai ineludibile seguire la strada già intrapresa da altre grandi capitali europee: quella di superare le baraccopoli nelle quali sono costretti i rom attraverso percorsi di inclusione, che consentirebbero di risolvere la questione in modo efficace e razionale, tra l’altro utilizzando i fondi che l’Europa destina a queste attività.
Noi, come Radicali ed insieme ad altre realtà come Associazione 21 Luglio, A Buon Diritto, Arci e Possibile, abbiamo portato in Assemblea Capitolina una delibera di iniziativa popolare che andava proprio in questo senso, la cui discussione è stata temporaneamente rimandata, in attesa che l’Amministrazione provveda, come ci ha promesso, di accoglierne le linee guida nel proprio piano rom.
Ad oggi, tuttavia, rimane un fatto: la responsabilità di quanto accaduto a Centocelle, a prescindere dalla natura del rogo, è di una politica che da sempre si rifiuta di affrontare la questione come dovrebbe: e che poi, quando è troppo tardi, si limita a versare lacrime di coccodrillo sui risultati della propria inerzia.
Attendiamo una risposta dell’amministrazione comunale insieme a tutti i cittadini e alle associazioni che hanno sottoscritto, ormai due anni fa, la delibera di iniziativa popolare perché si metta in atto una strategia per il superamento e la chiusura delle baraccopoli, per un sistema trasparente e finalmente legale di gestione di un fenomeno che in passato ha conosciuto l’interesse di alcuni e l’inerzia di quasi tutti. Facciamolo per quei bambini e per i bambini che vivono in quelle condizioni, perché non sia soltanto una solidarietà parecchio ipocrita e d’occasione, la nostra, ma un intervento finalmente concreto e risolutivo.