Riscrivere Dublino

Un sistema che non trovi la sua chiusura nel criterio ingiusto del primo Paese d'accesso, che lascia le maggiori responsabilità agli Stati ai confini dell'UE, bensì in un meccanismo centralizzato, permanente ed equo di condivisione delle responsabilità a livello europeo.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Stiamo entran­do nel­la fase cal­da del­la rifor­ma del Rego­la­men­to di Dubli­no. Andia­mo per gra­di. Che cos’è il rego­la­men­to di Dubli­no? E’ il rego­la­men­to euro­peo che sta­bi­li­sce qua­le Sta­to Mem­bro è com­pe­ten­te per ogni sin­go­la richie­sta d’asilo pre­sen­ta­ta nell’Unione euro­pea. Lo fa sul­la base di una serie di cri­te­ri, ma il prin­ci­pio car­di­ne su cui è costrui­to l’intero rego­la­men­to, e che ha tro­va­to mag­gio­re appli­ca­zio­ne del­la pra­ti­ca, è il cri­te­rio del pri­mo Pae­se d’accesso irre­go­la­re. Que­sto costi­tui­sce l’ipocrisia ori­gi­na­ria del siste­ma Dubli­no, per­ché negli anni ha fini­to col lascia­re la mag­gior par­te del­le respon­sa­bi­li­tà sul­le spal­le dei pae­si che si tro­va­no geo­gra­fi­ca­men­te col­lo­ca­ti ai con­fi­ni cal­di dell’Unione euro­pea. Le stor­tu­re del siste­ma si sono rese evi­den­ti soprat­tut­to dopo la cri­si libi­ca e poi quel­la siria­na. Negli ulti­mi anni 6 Sta­ti Mem­bri su 28 han­no affron­ta­to da soli qua­si l’80% di tut­te le richie­ste d’asilo pre­sen­ta­te nell’UE. Sono que­ste la soli­da­rie­tà e l’equa con­di­vi­sio­ne di respon­sa­bi­li­tà che già chie­do­no i Trat­ta­ti, agli artt. 78 e 80? Chia­ra­men­te no. E la rifor­ma del Rego­la­men­to Dubli­no è un’occasione per supe­rar­ne l’ipocrisia ori­gi­na­ria ver­so un siste­ma che garan­ti­sca un’equa con­di­vi­sio­ne del­le respon­sa­bi­li­tà tra Sta­ti Mem­bri, met­ten­do al cen­tro i dirit­ti fon­da­men­ta­li del­le per­so­ne. Il Par­la­men­to euro­peo, del resto, ha chie­sto già a più ripre­se, e con ampie mag­gio­ran­ze, le solu­zio­ni comu­ni euro­pee indi­spen­sa­bi­li per affron­ta­re il feno­me­no, e in una riso­lu­zio­ne dell’aprile 2016 ha chie­sto il supe­ra­men­to del cri­te­rio del pri­mo Pae­se d’accesso ver­so una vera e pro­pria cen­tra­liz­za­zio­ne a livel­lo euro­peo del­le respon­sa­bi­li­tà sull’asilo.

La Com­mis­sio­ne euro­pea ha pre­sen­ta­to nel mag­gio 2016 una pro­po­sta di rifor­ma che pur­trop­po è debo­le e del tut­to insuf­fi­cien­te. La pro­po­sta sem­bra scrit­ta più per ras­si­cu­ra­re gli Sta­ti Mem­bri osses­sio­na­ti dai movi­men­ti secon­da­ri, e cioé di chi arri­va in un Pae­se e si spo­sta auto­no­ma­men­te in un altro, piut­to­sto che per svi­lup­pa­re final­men­te un siste­ma più equo e più effi­ca­ce d’asilo euro­peo. La pro­po­sta man­tie­ne l’impianto di Dubli­no, con for­ti san­zio­ni per i movi­men­ti secon­da­ri che arri­va­no al pun­to di nega­re le con­di­zio­ni di acco­glien­za garan­ti­te dal­la diret­ti­va acco­glien­za e di nega­re il dirit­to d’appello. La Com­mis­sio­ne pre­ve­de che scat­ti un mec­ca­ni­smo cor­ret­ti­vo di soli­da­rie­tà solo in casi di afflus­so mas­sic­cio in uno Sta­to mem­bro. Imma­gi­na­te che da domat­ti­na si con­tas­se­ro in tem­po rea­le tut­te le richie­ste d’asilo pre­sen­ta­te in tut­ta l’UE, e che venis­se­ro ripar­ti­te tra Sta­ti mem­bri secon­do del­le per­cen­tua­li cal­co­la­te in base a due cri­te­ri obiet­ti­vi: la popo­la­zio­ne e il PIL. Che cosa otter­rem­mo? Il nume­ro di richie­ste d’asilo che ogni Sta­to mem­bro dovreb­be affron­ta­re se fos­si­mo in una situa­zio­ne di equa con­di­vi­sio­ne del­le respon­sa­bi­li­tà sull’accoglienza. Eppu­re il mec­ca­ni­smo di ricol­lo­ca­men­to pro­po­sto dal­la Com­mis­sio­ne non scat­te­reb­be al rag­giun­gi­men­to di que­sto nume­ro di richie­ste, ma solo al 150% di que­sto nume­ro. Il che vuol dire trop­po tar­di, a cri­si già avvia­ta. Il tut­to peral­tro non con­si­de­ra le spro­por­zio­ni attua­li e il fat­to che il siste­ma di acco­glien­za di alcu­ni Sta­ti mem­bri, com­pre­so il nostro, sia­no già al collasso.

Ma non è tut­to, per­ché la Com­mis­sio­ne pre­ve­de pure la pos­si­bi­li­tà per uno Sta­to di chia­mar­si fuo­ri dal mec­ca­ni­smo di soli­da­rie­tà pagan­do 250k euro a per­so­na che non vuo­le acco­glie­re. E non l’ha nem­me­no chia­ma­ta san­zio­ne, ma “con­tri­bu­to di soli­da­rie­tà finan­zia­ria”. A par­te che in que­sto modo si mone­tiz­za­no dirit­ti fon­da­men­ta­li, si rischia pure di raf­for­za­re la reto­ri­ca xeno­fo­ba secon­do cui l’accoglienza avreb­be costi altissimi.

Uno degli aspet­ti più peri­co­lo­si del­la pro­po­sta del­la Com­mis­sio­ne, con­tro cui mi sono più bat­tu­ta, è l’obbligo pre­vi­sto per gli Sta­ti mem­bri di pri­mo arri­vo di fare siste­ma­ti­ci check di inam­mis­si­bi­li­tà del­le doman­de basa­ti sul con­cet­to del tut­to vago e discre­zio­na­le di “Pae­se ter­zo sicu­ro”. Vi ricor­da qual­co­sa? Per sigla­re il nefa­sto accor­do con la Tur­chia, nel mar­zo 2016, d’improvviso i gover­ni euro­pei han­no comin­cia­to a con­si­de­ra­re la Tur­chia un Pae­se ter­zo sicu­ro. Lo stes­so rischia di acca­de­re con mol­ti Pae­si afri­ca­ni, con i migra­tion com­pac­ts. In que­sto modo si rischia di crea­re un for­tis­si­mo fil­tro all’ingresso, in aper­ta vio­la­zio­ne del­la Con­ven­zio­ne di Gine­vra sui rifu­gia­ti che richie­de un esa­me indi­vi­dua­le di ogni richie­sta d’asilo, sen­za discri­mi­na­zio­ni sul­la base del­la nazionalità.

Il 9 mar­zo di quest’anno, dopo mol­ti mesi di discus­sio­ni tra tut­ti i rela­to­ri ombra dei vari grup­pi poli­ti­ci, la rela­tri­ce del par­la­men­to Ceci­lia Wik­strom (libe­ra­le sve­de­se) ha pre­sen­ta­to la boz­za di rela­zio­ne del Par­la­men­to sul­la rifor­ma, che già miglio­ra il testo del­la Com­mis­sio­ne in mol­te par­ti. Ora tut­ti i grup­pi poli­ti­ci han­no depo­si­ta­to i loro emen­da­men­ti, e abbia­mo comin­cia­to la deli­ca­ta fase di nego­zia­to per cer­ca­re di tro­va­re una posi­zio­ne di com­pro­mes­so.

Io, come rela­tri­ce del Grup­po S&D, ho pre­sen­ta­to 145 emen­da­men­ti, che riscri­vo­no il Rego­la­men­to dise­gnan­do un approc­cio basa­to su un prin­ci­pio basi­la­re: le per­so­ne che fug­go­no da guer­re e per­se­cu­zio­ni non stan­no fug­gen­do ver­so uno Sta­to mem­bro in par­ti­co­la­re, ma ver­so l’UE. Per­tan­to l’UE deve pren­der­se­ne la respon­sa­bi­li­tà, agi­re in manie­ra soli­da­le e assi­cu­ra­re un’equa con­di­vi­sio­ne del­le respon­sa­bi­li­tà sull’asilo, come già pre­vi­sto negli artt. 78 e 80 dei Trat­ta­ti.
Per esse­re coe­ren­ti con quan­to abbia­mo vota­to nel Rap­por­to Metso­la-Kyen­ge dell’ apri­le 2016, chie­den­do di supe­ra­re il cri­te­rio del pri­mo pae­se di arri­vo ver­so una cen­tra­liz­za­zio­ne del­le respon­sa­bi­li­tà a livel­lo euro­peo, ho can­cel­la­to il cri­te­rio del pri­mo pae­se d’accesso e le soglie per atti­va­re il mec­ca­ni­smo di ricol­lo­ca­men­to, per­ché impli­ci­ta­men­te accet­ta­no tale cri­te­rio, ed ho svi­lup­pa­to un siste­ma cen­tra­liz­za­to basa­to su cri­te­ri chia­ri e un mec­ca­ni­smo per­ma­nen­te di allo­ca­zio­ne, che pren­da in con­si­de­ra­zio­ne il più pos­si­bi­le i lega­mi signi­fi­ca­ti­vi dei richie­den­ti con gli Sta­ti mem­bri. Ho can­cel­la­to l’approccio san­zio­na­to­rio pro­po­sto dal­la Com­mis­sio­ne, sosti­tuen­do­lo con una logi­ca che incen­ti­vi l’applicazione del­la nor­ma­ti­va e disin­cen­ti­vi i movi­men­ti secondari.

In sin­te­si, gli emen­da­men­ti che ho pre­sen­ta­to (che pote­te leg­ge­re a fon­do pagina):

- Eli­mi­na­no i check pre­ven­ti­vi di inam­mi­si­bi­li­tà per­ché cree­reb­be­ro un fil­tro mol­to peri­co­lo­so e discre­zio­na­le per i richie­den­ti asilo.

- Pro­pon­go­no un’ esten­sio­ne del­la nozio­ne di fami­glia, oggi asso­lu­ta­men­te restrit­ti­va, che riflet­ta meglio la com­ples­sa real­tà dei vin­co­li fami­lia­ri dei richie­den­ti. Ad oggi i richie­den­ti pos­so­no chie­de­re ricon­giun­gi­men­to solo con fami­lia­ri che sia­no richie­den­ti asi­lo o rifu­gia­ti, e ci sono for­ti limi­ta­zio­ni. I miei emen­da­men­ti pro­pon­go­no di esten­de­re la pos­si­bi­li­tà di ricon­giun­gi­men­to anche al caso di figli mag­gio­ren­ni, al caso in cui il fami­lia­re sog­gior­ni legal­men­te in un altro Sta­to mem­bro, e ai non­ni coi nipoti.

- Eli­mi­na­no il “con­tri­bu­to finan­zia­rio di soli­da­rie­tà” per­ché non deve esser­ci alcun modo per evi­ta­re la soli­da­rie­tà pagan­do, e mone­tiz­zan­do i dirit­ti fondamentali.

- Raf­for­za­no le pre­vi­sio­ni sull’informativa ai richie­den­ti, la tute­la dei mino­ri e la valu­ta­zio­ne del loro “inte­res­se supe­rio­re”, così come i dirit­ti pro­ce­du­ra­li dei richiedenti.

Ora, come fun­zio­na il siste­ma che abbia­mo immaginato?

  1. La regi­stra­zio­ne nel pri­mo pae­se di arri­vo, con­si­de­ra­to che can­cel­lan­do il cri­te­rio del pri­mo 
pae­se d’accesso vie­ne meno ogni incen­ti­vo a sot­trar­si alla regi­stra­zio­ne, o a non effettuarla.
  2. Imme­dia­ta­men­te dopo, per chi ha fami­lia­ri in altri Sta­ti Mem­bri, una spe­cia­le pro­ce­du­ra acce­le­ra­ta di ricon­giun­gi­men­to fami­lia­re come pro­po­sta dal­la rela­tri­ce Wik­strom, e cioé che si man­di la per­so­na diret­ta­men­te nel Pae­se dove dice di ave­re il fami­lia­re, e sta­rà poi alle auto­ri­tà di quel Pae­se fare le oppor­tu­ne veri­fi­che ed esa­mi­na­re la richie­sta d’asilo.
  3. Per chi non si avva­le del­la spe­cia­le pro­ce­du­ra di ricon­giun­gi­men­to, il Pae­se d’arrivo entro un mese veri­fi­ca l’applicabilità degli altri cri­te­ri di Dubli­no. Inclu­sa la pos­si­bi­li­tà di una spon­sor­ship, che abbia­mo inse­ri­to: per­so­ne o orga­niz­za­zio­ni che rispon­da­no a spe­ci­fi­ci requi­si­ti pos­so­no pren­der­si cari­co di ospi­ta­re un richie­den­te fino a che sia sta­ta esa­mi­na­ta la sua domanda.
  4. Se inve­ce nes­su­no dei cri­te­ri pre­ce­den­ti si appli­ca, la respon­sa­bi­li­tà vie­ne deter­mi­na­ta da un siste­ma di allo­ca­zio­ne cen­tra­liz­za­to, anzi­tut­to pren­den­do in con­si­de­ra­zio­ne i lega­mi signi­fi­ca­ti­vi del richie­den­te (sog­gior­ni pre­ce­den­ti, tito­li acca­de­mi­ci rila­scia­ti da uno Sta­to mem­bro, com­pe­ten­ze lin­gui­sti­che). Gli Sta­ti mem­bri sono for­te­men­te incen­ti­va­ti a pren­de­re in con­si­de­ra­zio­ne i lega­mi signi­fi­ca­ti­vi. Dato che ogni Sta­to mem­bro deve comun­que fare la sua par­te, è meglio comin­cia­re dal­le per­so­ne che han­no un lega­me signi­fi­ca­ti­vo, il che faci­li­te­reb­be il loro inse­ri­men­to socia­le nel­la socie­tà ospi­tan­te, piut­to­sto che atten­de­re l’allocazione auto­ma­ti­ca e casua­le. Quan­do il richie­den­te ha uno spon­sor, un ulte­rio­re incen­ti­vo per gli Sta­ti mem­bri è di esse­re sol­le­va­ti da par­te dei costi di acco­glien­za, sic­co­me ilri­chie­den­te, pur aven­do acces­so a tut­ti i ser­vi­zi garan­ti­ti dal suo sta­tus, sareb­be ospi­ta­to dal rispet­ti­vo sponsor.
  5. Nel caso in cui non tro­vi­no appli­ca­zio­ne dei lega­mi signi­fi­ca­ti­vi, allo­ra si appli­ca il siste­ma auto­ma­ti­co di allo­ca­zio­ne, dan­do un cer­to gra­do di scel­ta al richie­den­te tra i 6 Sta­ti Mem­bri che sono più distan­ti dal rag­giun­ge­re la quo­ta di richie­ste che spet­ta loro. Que­sto aiu­te­reb­be a coin­vol­ge­re i richie­den­ti su una scel­ta così fon­da­men­ta­le per il loro futu­ro, a far­li par­te­ci­pa­re al siste­ma anzi­ché subir­lo, a costrui­re fidu­cia reci­pro­ca ed assi­cu­ra­re il fun­zio­na­men­to del siste­ma. Stia­mo par­lan­do di dirit­ti fon­da­men­ta­li del­le per­so­ne, non biso­gna dimen­ti­car­lo mai.
  6. La pos­si­bi­li­tà di scel­ta non è pre­vi­sta in soli due casi: quan­do un richie­den­te aves­se dato una fal­sa infor­ma­zio­ne sul­la pre­sen­za di un fami­lia­re in un cer­to Sta­to per avva­ler­si del­la pro­ce­du­ra acce­le­ra­ta di ricon­giun­gi­men­to, oppu­re quan­do il richie­den­te abbia deci­so di sot­trar­si a regi­stra­zio­ne e muo­ver­si auto­no­ma­men­te. In que­sti due casi, come nel­la pro­po­sta del­la rela­tri­ce Wik­strom, l’allocazione avver­reb­be auto­ma­ti­ca­men­te ver­so uno Sta­to scel­to dal siste­ma. Que­sto per­ché, nell’ottica del­la riscrit­tu­ra com­ples­si­va del Rego­la­men­to per ave­re un siste­ma final­men­te effi­ca­ce ed uma­no, che garan­ti­sca tem­pi rapi­di per il ricon­giun­gi­men­to fami­lia­re, la con­si­de­ra­zio­ne dei lega­mi esi­sten­ti e del­le pre­fe­ren­ze espres­se dai richie­den­ti, ed un’equa con­di­vi­sio­ne del­le respon­sa­bi­li­tà, si spe­ra che le per­so­ne non sia­no più costret­te a spo­star­si da sole per sop­pe­ri­re alle man­can­ze di un siste­ma ingiu­sto, come acca­de ora.

Con i nostri emen­da­men­ti cer­chia­mo di dimo­stra­re che un altro siste­ma Dubli­no è pos­si­bi­le, un siste­ma coe­ren­te ed effi­ca­ce, che non tro­vi la sua chiu­su­ra nel sovrac­ca­ri­ca­re o nel puni­re que­gli Sta­ti che si tro­va­no ai con­fi­ni cal­di del­la nostra Unio­ne, ben­sì pro­prio nel prin­ci­pio di soli­da­rie­tà ed equa con­di­vi­sio­ne del­le respon­sa­bi­li­tà, met­ten­do al cen­tro le per­so­ne e i loro diritti.

Que­sta sarà la posi­zio­ne di par­ten­za che por­te­rò e difen­de­rò al nego­zia­to con gli altri rela­to­ri, con­vin­ta che alla fine del­le nostre discus­sio­ni deb­ba emer­ge­re una posi­zio­ne del Par­la­men­to il più for­te e ambi­zio­sa pos­si­bi­le. Non solo per­ché sap­pia­mo che il co-legi­sla­to­re, il Con­si­glio euro­peo, dove sie­do­no i 28 gover­ni, sta discu­ten­do di tutt’altro, cer­can­do di evi­ta­re ogni obbli­go di soli­da­rie­tà, lascia­re tut­to alla volon­ta­rie­tà degli Sta­ti mem­bri e met­te­re al mar­gi­ne Com­mis­sio­ne e Par­la­men­to. Sarà un nego­zia­to duro e dif­fi­ci­le già in Par­la­men­to, ma lo sarà mol­to di più quel­lo con il Con­si­glio europeo.

Ma anche per­ché cre­do che il Par­la­men­to deb­ba dare un segna­le chia­ro ai cit­ta­di­ni euro­pei, che insie­me pos­sia­mo far­ce­la e che, se equa­men­te con­di­vi­si, gli sfor­zi diven­ta­no soste­ni­bi­li e pos­so­no por­ta­re bene­fi­ci per tut­ti. In que­sti tem­pi dif­fi­ci­li per l’Unione, non si trat­ta solo di crea­re un siste­ma di Dubli­no effi­ca­ce, ma ben oltre que­sto, si trat­ta di dimo­stra­re per­ché l’Unione è neces­sa­ria, quan­do le sfi­de che affron­tia­mo sono euro­pee e glo­ba­li, e nes­su­no Sta­to può far­ce­la da solo. Ne va del futu­ro e del­la cre­di­bi­li­tà del pro­get­to euro­peo, per­ché stia­mo par­lan­do di esse­ri uma­ni e di quei dirit­ti fon­da­men­ta­li che abbia­mo posto a fon­da­men­to del­la nostra Unione.[/vc_column_text][vc_column_text]

P.S. Un gra­zie di cuo­re a tut­ti colo­ro che mi han­no soste­nu­ta ed accom­pa­gna­ta nel duro lavo­ro di riscrit­tu­ra, e uno in par­ti­co­la­re ai col­le­ghi che han­no deci­so di cofir­ma­re gli emendamenti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column offset=“vc_hidden-xs”][vc_btn title=“Scarica il PDF con gli emen­da­men­ti” shape=“square” color=“peacoc” size=“lg” align=“center” i_icon_fontawesome=“fa fa-file-pdf‑o” add_icon=“true” link=“url:http%3A%2F%2Fwww.possibile.com%2Fwp-content%2Fuploads%2F2017%2F05%2FemendamentiSchlein.pdf||target:%20_blank|”][vc_column_text]

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