Basta leggere i commenti di Forza Italia (“La resa di Gentiloni è una nostra vittoria”, Maurizio Gasparri), Lega (“Una vittoria della Lega e ora stop invasione”, Matteo Salvini), Fratelli d’Italia (“Una prima vittoria della destra”, Giorgia Meloni) per rendersi conto di come la legge sullo ius soli (molto) temperato sia rimasto l’ultimo discrimine programmatico e valoriale tra la destra e la sinistra destinato a crollare sotto l’onda impetuosa del neosalvinismo renziano.
Sì, perché le differenze tra destra e sinistra in materia di scuola, ambiente, immigrazione e sicurezza sono già state assorbite dalle leggi renzianissime: buona-scuola, sblocca-italia, decreti Minniti-Orlando…
Superato lo scoglio programmatico e valoriale sul tema dell’immigrazione avremo finalmente davanti due partiti della nazione, per comodità di analisi collocati uno a destra e uno a sinistra del centro, ma fondamentalmente intercambiabili.
Occorre poi guardare alla tempistica di questo provvedimento, che conferma la stessa prognosi infausta: approvata alla Camera il 13 ottobre 2015, la proposta di legge è rimasta ferma in Senato fino all’incardinamento del 15 giugno scorso, quando la bagarre in aula e il turno di ballottaggio delle elezioni amministrative “ha imposto” il rinvio del voto, fino al rinvio odierno “a dopo l’estate” per non scontentare gli alfaniani (che vorrebbero rimaneggiare il testo, provocandone il ritorno alla Camera e il definitivo insabbiamento) e non rischiare una crisi di governo.
Ad una legge di buon senso (cit.) si frappongono sempre calcoli elettorali di cattivissimo senso, compresa la grande parentesi del referendum costituzionale-plebiscito voluto da Renzi-Bonaparte, troppo frettolosamente rimosso dalla memoria collettiva (e dai media): dolosamente il governo guidato dal boy-scout di Rignano decise di parcheggiare il provvedimento — che oggi definisce “una legge di civiltà” — per non perdere consenso sulla riforma costituzionale.
Lo stesso schema utilizzato sul reato di clandestinità: fare approvare una legge delega al Parlamento che dice di cancellarlo (in modo da dire ai magistrati giustamente arrabbiati che hanno ragione a giudicarlo un reato inutile e dannoso, d’intralcio al perseguimento dei trafficanti di esseri umani) e poi, come Governo, lasciare scadere la delega senza cancellare il reato (perché l’opinione pubblica in questo momento non capirebbe).
Insomma, l’immigrazione e i diritti come materia di “scambio elettorale politico-demagogico”: se fosse coniato un reato, Renzi sarebbe recidivo specifico e infraquinquennale.
Insomma, il PD che gridava (giustamente) contro le leggi liberticide dell’era berlusconiana (il reato di clandestinità, il pacchetto Maroni sulla sicurezza, la Bossi-Fini…) oggi se le ingoia tutte con nonchalance e, se possibile, le peggiora, virando a destra di 180 gradi (con i decreti Minniti-Orlando che ratificano il modello hotspot e introducono nel nostro ordinamento l’apartheid giudiziaria per i richiedenti asilo, a tacer d’altro).
Oggi, di nuovo e per l’ennesima volta, “Non ci sono le condizioni” (Gentiloni), perché l’estate dei continui sbarchi di migranti rende incandescente il clima politico…
Come se il tema dello ius soli avesse qualcosa a che fare con gli sbarchi di disperati: niente a che fare, in realtà, perché lo ius soli all’italiana (che non vedrà mai la luce in questa legislatura, scommettiamo?) è talmente temperato che riguarda solo i bambini di origine straniera i cui genitori risiedano da almeno 5 anni in Italia e quindi siano titolari del permesso per lungosoggiornanti ovvero chi, entrato in Italia prima di compiere 12 anni di età, abbia qui svolto un ciclo completo di studi (ius culturae).
Uno ius soli per modo di dire: piuttosto, una vera e propria truffa delle etichette.
I ragazzi delle nuove generazioni di italiani che abbiamo ascoltato ieri al nostro Politicamp si incazzano anche parecchio (e giustamente) quando sentono parlare di ius soli e profughi e sbarchi: loro, che hanno studiato a scuola Dante e Pirandello e che sono già italiani ne fanno una battaglia per i diritti civili. E noi con loro.
Se però guardiamo al PD, che pure ha proposto questa legge sullo ius soli (molto) temperato, dobbiamo prendere atto che a parlare di diritti, dignità, ed eguaglianza siamo davvero rimasti (ius) soli.