Nella politica-rotocalco fatta soprattutto di pettegolezzi e di retroscena, che distraggono i cittadini dal merito delle questioni e dai fatti politici, in un dibattito (e in un sistema mediatico) dominato dalla narrazione episodica, dalla ricerca spasmodica dell’immagine simbolica, della battuta ad effetto, del “contenuto virale”, sono tre o quattro giorni che non si fa che parlare di abbracci, in particolare di un abbraccio. E con un livello di discussione indistinguibile da quello dei settimanali appena citati, a cui eventualmente si aggiunge una trama gialla. Solo che non ci sono né Nesbø né Holt: è tutto molto noioso e già visto.
Di fronte a tutto questo, proponiamo a tutti (ma proprio tutti) di mostrare la stessa curiosità per un lavoro fatto su un programma: www.possibile.com/manifesto
Per riportare la discussione su un terreno meno sabbioso e più solido: quello delle idee per cambiare l’Italia.
Per guardare a un orizzonte che “abbracci” qualcosa di più ampio delle beghe che avvengono quotidianamente sotto il nostro naso.
Per abbracciare (nel senso di dedicarsi) a un #Manifesto di cose di futuro, per preparare giorni migliori.
Per ripartire da un altro abbraccio e da un’altra foto, non solo di chi stava sul palco, ma di chi partecipava alla tre giorni di confronti su ricerca, lavoro, ambiente, scuola, diritti, salute, economia, benessere animale, migrazioni, giustizia e democrazia.
Per un futuro da salutare, quello sì, a braccia aperte.