La dignità del Parlamento salvaguardata dall’uguaglianza e non dai vitalizi

Una legge parziale e migliorabile, ma che comunque si pone nel solco dell'uguaglianza.

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1501159032507{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Sui vita­li­zi in mol­ti han­no per­so la luci­di­tà. Soprat­tut­to quel­li che lo han­no (che non sono pochi), anche in rever­si­bi­li­tà, i loro figli e nipoti.

Duran­te la discus­sio­ne par­la­men­ta­re abbia­mo sen­ti­to di tut­to, per­fi­no l’«attacco al Par­la­men­to», che è sta­to mol­to più «attac­ca­to» dal tra­sfor­mi­smo, dal­le pes­si­me moda­li­tà di eser­ci­zio del man­da­to, dagli epi­so­di di cor­ru­zio­ne e mal­ver­sa­zio­ne del­la cosa pub­bli­ca. Si sareb­be­ro volu­ti sen­ti­re in quel­le occa­sio­ni, nel­le aule par­la­men­ta­ri, cer­ti «sospi­ri, pian­ti ed alti lai».

Ora, la leg­ge licen­zia­ta dal­la Came­ra non è un gran­ché anzi­tut­to per­ché man­ca del pez­zo che ci pare­va for­se anche più impor­tan­te, quel­lo del­la ridu­zio­ne del­le inden­ni­tà e dei rim­bor­si spe­se per i par­la­men­ta­ri e che pro­ba­bil­men­te non è sta­ta inse­ri­ta per­ché avreb­be col­pi­to anche quel­li in cari­ca (che inve­ce il vita­li­zio non lo han­no già più, essen­do sta­to sosti­tui­to da una pen­sio­ne con il meto­do con­tri­bu­ti­vo) e in secon­do luo­go per­ché rischia di esse­re anco­ra poco rispet­to­sa del prin­ci­pio di ugua­glian­za sen­za il con­tri­bu­to di soli­da­rie­tà per le pen­sio­ni più alte che ave­va­mo proposto.

Tut­ta­via, il pas­sag­gio segna un pun­to impor­tan­te per il supe­ra­men­to dei trop­pi pri­vi­le­gi. Tra que­sti sono cer­ta­men­te da iscri­ve­re i vita­li­zi, che – lo ricor­dia­mo – non sono pre­vi­sti dal­la Costi­tu­zio­ne (che si limi­ta a con­tem­pla­re le inden­ni­tà), la cui eli­mi­na­zio­ne non ridur­rà nes­su­no sul lastri­co, per­ché chi oggi li per­ce­pi­sce vedrà rico­no­sciu­ta­si una pen­sio­ne come quel­la degli altri. Col siste­ma contributivo.

Tra gli aspet­ti di più for­te cri­ti­ca ne emer­go­no due: 1) l’incostituzionalità per l’applicazione retroat­ti­va, con nega­ti­va inci­den­za su un trat­ta­men­to già matu­ra­to e per­ce­pi­to; 2) la pos­si­bi­li­tà che in un secon­do momen­to lo stes­so trat­ta­men­to sia riser­va­to ad altri pensionati.

Cir­ca il pri­mo argo­men­to, risul­ta apprez­za­bi­le anzi­tut­to che que­ste Came­re stia­no svi­lup­pan­do una scru­po­lo­sa atten­zio­ne alla Costi­tu­zio­ne, pur­trop­po risul­ta­ta assen­te nei pre­ce­den­ti quat­tro anni, non solo per l’approvazione di una rifor­ma costi­tu­zio­na­le sul­la cui for­te debo­lez­za non è il caso di tor­na­re, ma anche per le nume­ro­se leg­gi inco­sti­tu­zio­na­li licen­zia­te con leg­ge­rez­za. Ora, in rela­zio­ne a que­sta leg­ge, la que­stio­ne è cer­ta­men­te com­ples­sa e la Cor­te costi­tu­zio­na­le non man­che­rà di esa­mi­nar­la. Nell’attesa pos­sia­mo alme­no ricor­da­re, però, che, con sent. n. 446 del 2002 la stes­sa Con­sul­ta ha affer­ma­to che «il dirit­to ad una pen­sio­ne legit­ti­ma­men­te attri­bui­ta (in con­cre­to e non poten­zial­men­te) – se non può esse­re eli­mi­na­to del tut­to da una rego­la­men­ta­zio­ne retroat­ti­va che ren­da inde­bi­ta l’erogazione del­la pre­sta­zio­ne – ben può subi­re gli effet­ti di disci­pli­ne più restrit­ti­ve intro­dot­te non irra­gio­ne­vol­men­te da leg­gi soprav­ve­nu­te».

Cir­ca il secon­do argo­men­to, pare fin trop­po ovvio che l’incidenza sui trat­ta­men­ti pen­sio­ni­sti­ci diver­si dai vita­li­zi non arri­ve­reb­be a segui­to di alcun auto­ma­ti­smo né even­to impre­vi­sto o impre­ve­di­bi­le, ma sol­tan­to – even­tual­men­te – a segui­to di una deci­sio­ne poli­ti­ca del­le Came­re adot­ta­ta con leg­ge. Basta che quel­lo stes­so Par­la­men­to che se ne pre­oc­cu­pa, con­ti­nui a pre­oc­cu­par­se­ne e non lo fac­cia e nes­sun trat­ta­men­to dete­rio­re col­pi­rà nes­sun altro.

Peral­tro chi fos­se dav­ve­ro con­vin­to dell’incostituzionalità non dovreb­be teme­re così tan­to, con­fi­dan­do che que­sta arri­vi ben pre­sto, rasserenandoli.

Spe­ria­mo quin­di che la leg­ge pos­sa ter­mi­na­re il suo iter, attra­ver­so il pas­sag­gio al Sena­to, non dispe­ran­do che si pon­ga mano anche a una ragio­ne­vo­le ridu­zio­ne del­le inden­ni­tà e dei rim­bor­si spe­se per l’esercizio del man­da­to. Sem­pre nel segno dell’uguaglianza, che sia­mo cer­ti con­tri­bui­rà alla digni­tà del Par­la­men­to più dei vitalizi.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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