Questa estate ha il volto coperto (dai caschi) dei poliziotti di Piazza Indipendenza (Italia, Roma, agosto 2017) che urlano parole di scherno a sfondo razziale sui migranti sgombrati, che brandiscono manganelli contro persone inermi, ma anche il volto coperto dei commentatori Facebook che dietro nickname (non meno ostili di un passamontagna) coprono di insulti e cattiveria anche donne e bambini, persone che restano “donne e bambini” anche se non fossero “regolari”.
C’è un climax pessimo nel nostro paese e intendo la scala crescente (per gravità, disumanità e cinismo) di fatti e atti, politici e materiali che disegnano l’Italia securitaria a diritto diseguale inaugurata con i decreti Minniti — Orlando.
Si’, perché è da lì che bisogna partire per capire la logica ferrea e la coerenza necro-valoriale (uso forse un neologismo per parlare di morte dei valori, che non guidano più la legislazione) che lega tutto: l’apartheid giudiziaria per i richiedenti asilo, l’introduzione del reato di povertà, l’offensiva politica, legislativa, mediatica e persino giudiziaria contro le Ong che salvano vite in mare (rispettando il diritto del mare, che ha qualche grado in più di cogenza di un Codex Minniti qualsiasi), la missione libica che addestra e aiuta la guardia costiera in mare e le milizie (mafiosi compresi) a terra a fare ciò che la Convenzione di Ginevra del 1951 vieta (principio di non refoulement, divieto di respingimento dei profughi verso paesi dove possano essere perseguitati o sottoposti a trattamenti disumani e degradanti come avviene nei campi di concentramento libici), il ritorno dell’ambasciatore italiano nell’Egitto che ha torturato e ucciso Giulio Regeni in cambio della stabilizzazione libica (Casini dixit), gli sgomberi di immobili e spazi pubblici occupati da migranti con gli idranti, come in una dittatura sudamericana qualsiasi (la macelleria messicana l’abbiamo già provata e forse è una stagione che ritorna…)
I decreti Minniti-Orlando, guarda caso sulla malata diade Immigrazione e Sicurezza Urbana, sono l’inizio di questa rapidissima discesa agli inferi della civiltà e del diritto.
Qualcuno ha fatto spallucce sulla eliminazione di un grado di merito nei giudizi sul diritto di asilo, come se fosse normale mantenere 3 gradi di giudizio per impugnare un verbale per divieto di sosta e lasciarne solo 2 per la tutela di un diritto umano fondamentale. Qualcuno ha minimizzato la criminalizzazione della povertà e dell’emarginazione, il divieto di stazionamento e di rovistaggio, il libero sgombero in sempre meno libero stato.
Oggi quei decreti, scritti e rivendicati non da due ministri qualsiasi ma dal Ministro dell’Interno e dal Ministro della Giustizia che sono anche autorevoli esponenti del PD, trovano finalmente attuazione.
Le indignazioni tardive non servono se non a sottolineare che bisognava votare contro quei provvedimenti (noi lo abbiamo fatto) per impedire l’inizio del clima(x) pessimo dove infatti quelle norme (e quella cultura) oggi ci hanno portato.
Noi di un’Italia così ci vergogniamo, noi un Ministro come Minniti non lo vogliamo.