Contro l’odio, con Myrta Merlino

Myr­ta Mer­li­no fa oggi appel­lo ai poli­ti­ci che fre­quen­ta­no la sua tra­smis­sio­ne per­ché si mobi­li­ti­no con­tro l’ha­te­speech che da tem­po domi­na il dibat­ti­to sui social net­work, e di cui le don­ne in par­ti­co­la­re sono le vit­ti­me predilette.

I rap­pre­sen­tan­ti di Pos­si­bi­le sono spes­so ospi­ti di Myr­ta Mer­li­no, ade­ria­mo per­ciò con pia­ce­re a que­sta cam­pa­gna con­tro l’o­dio, una cau­sa che sen­tia­mo anche nostra e su cui sia­mo già attivi.

Cre­dia­mo sia giu­sto riflet­te­re e inter­ro­gar­si sul­l’a­no­ni­ma­to in rete (un dibat­ti­to che per noi è anco­ra aper­to), ma sia­mo cer­ti che due sono i fron­ti su cui è neces­sa­rio intervenire.

Sul pia­no cul­tu­ra­le, è fon­da­men­ta­le una cam­pa­gna per denun­cia­re il lin­guag­gio d’o­dio per quel­lo che è: vio­len­za e vigliac­che­ria che non pro­du­co­no nien­te se non altro odio e altra vio­len­za. E se dob­bia­mo inter­ve­ni­re con for­za e deter­mi­na­zio­ne per rimuo­ve­re le cau­se di quel disa­gio socia­le che è un baci­no in cui gli aiz­za­to­ri e i doma­to­ri del­l’o­dio van­no a pesca­re  a pie­ne mani, è altret­tan­to impor­tan­te offri­re una visio­ne diver­sa ed alter­na­ti­va, quel­la di una socie­tà più giu­sta, più inclu­si­va, più acco­glien­te, dove cia­scu­no di noi pos­sa sen­tir­si a casa. Per­ché i con­flit­ti socia­li non van­no nega­ti né annac­qua­ti, ma quan­do sfo­cia­no nel­l’o­dio, nel­le minac­ce, nel­l’in­sul­to, sono solo il sin­to­mo di una socie­tà mala­ta.

Sul pia­no poli­ti­co, cre­dia­mo si deb­ba inter­ve­ni­re sul­le piat­ta­for­me social per­ché, esat­ta­men­te come le per­so­ne che con i loro pro­dot­ti inte­ra­gi­sco­no, si assu­ma­no le loro respon­sa­bi­li­tà: uno spa­zio, ancor­ché pri­va­to, che ospi­ta una così lar­ga par­te del­la vita di deci­ne di milio­ni di per­so­ne in Ita­lia (e di qual­che miliar­do nel mon­do), non può igno­ra­re o sot­to­va­lu­ta­re il livel­lo del­le inte­ra­zio­ni che lo attra­ver­sa­no. Vor­rem­mo la stes­sa soler­zia (anzi, ne vor­rem­mo una deci­sa­men­te mag­gio­re) nel­l’in­ter­ve­ni­re sui con­te­nu­ti d’o­dio che le piat­ta­for­me social mostra­no, ad esem­pio, nei casi di nudo o di vio­la­zio­ne del copyright.

Per­ché, come chiun­que fre­quen­ti e cono­sca i feno­me­ni del­la rete, sia­mo total­men­te d’ac­cor­do con Myr­ta Mer­li­no: non esi­ste una “vita sul web” sepa­ra­ta dal­la “vita vera”, e non inten­dia­mo tol­le­ra­re nel­la pri­ma quei com­por­ta­men­ti che mai accet­te­rem­mo nel­la seconda.

Noi ci sia­mo, spa­lan­chia­mo por­te e fine­stre, ripor­tia­mo un po’ di aria fre­sca nel cli­ma irre­spi­ra­bi­le del nostro dibat­ti­to pubblico.
Pre­sto avan­ze­re­mo le nostre pri­me pro­po­ste in merito.

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