[vc_row][vc_column][vc_column_text]Lo so che il male della politica è ancora troppo spesso la distanza fra classe dirigente e base. E lo so che vorremmo avere sempre il modo di dire la nostra e che vorremmo che il nostro pensiero fosse inserito fra i punti programmatici del nostro partito.
So cosa vuol dire partecipazione, so cosa vuol dire essere chiamati a decidere del colore delle panchine.
Ecco: quella partecipazione che non vuole limitarsi ad esprimersi sul colore delle panchine non può nemmeno sentirsi appagata nel libero sfogo sui social.
Partecipare è un’altra cosa.
A chi non comprende la proposta della lista unica vorrei chiarire che è proprio con un’unica lista che possono essere tutelate le minoranze, cosa che il voto sulle singole candidature non tutelerebbe.
Pur convinti di questo, è data comunque totale libertà a chi partecipa di poter fare diversamente: nessuno nega questa libertà (anche se personalmente la ritengo un suicidio).
Non posso non aggiungere una riflessione: mai come in questi giorni le basi si stanno confrontando, mai come in questi giorni chi partecipa si dimentica dei leader e inizia a parlare di temi, mai come in questi giorni vedo essersi attivate persone che fino ad oggi erano rimaste timidamente in panchina.
Il confronto è nelle case del popolo, in nuove chat, nei dibattiti: nessuna indicazione dall’alto su chi debba o non debba essere scelto come delegato per l’assemblea nazionale
Questo è lo spirito con cui Possibile da sempre porta avanti l’idea di unità, affinché le nostre battaglie possano trovare spazi e tempi per essere portate avanti.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]