Lavoratori e lavoratrici dei musei torinesi: la sindaca Appendino non si sottragga alle sue responsabilità

Lunedì 18 dicembre ventotto lavoratori e lavoratrici dei musei torinesi hanno appreso della procedura di licenziamento collettivo ai loro danni.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Lunedì 18 dicem­bre ven­tot­to lavo­ra­to­ri e lavo­ra­tri­ci dei musei tori­ne­si han­no appre­so del­la pro­ce­du­ra di licen­zia­men­to col­let­ti­vo ai loro dan­ni. La Fon­da­zio­ne Tori­no Musei, tra­mi­te il suo Pre­si­den­te Mau­ri­zio Cibra­rio, ha dichia­ra­to che i licen­zia­men­ti sono neces­sa­ri a cau­sa dei tagli che il Comu­ne di Tori­no ha ope­ra­to sul set­to­re cul­tu­ra e in par­ti­co­la­re quel­lo desti­na­to alla Fon­da­zio­ne, e alla man­can­za di garan­zie sui con­tri­bu­ti dei pros­si­mi anni: con l’av­vio del­la pro­ce­du­ra di licen­zia­men­to, ha affer­ma­to più vol­te Cibra­rio duran­te l’au­di­zio­ne in Com­mis­sio­ne Cul­tu­ra, il bilan­cio potrà esse­re appro­va­to, man­te­nen­do gli altri posti di lavo­ro del­la Fondazione.

Cre­dia­mo che sia urgen­te e neces­sa­rio sape­re qua­li solu­zio­ni il Comu­ne abbia pro­va­to a met­te­re sul tavo­lo da mar­zo, quan­do per la pri­ma vol­ta è sta­ta avan­za­ta l’i­po­te­si di una ridu­zio­ne del per­so­na­le, e come si sia arri­va­ti alla con­clu­sio­ne che que­sti tagli sia­no irri­nun­cia­bi­li e che l’u­ni­ca rior­ga­niz­za­zio­ne pos­si­bi­le sia il licen­zia­men­to collettivo.

Inol­tre, rac­co­glia­mo e rilan­cia­mo la richie­sta di tra­spa­ren­za avan­za­ta dai lavo­ra­to­ri, che si stan­no orga­niz­zan­do in un comi­ta­to spon­ta­neo per affron­ta­re la situa­zio­ne: chie­do­no di sape­re per­ché non si sia pre­sa nes­su­na ini­zia­ti­va o non ne sia sta­ta data noti­zia fino a soli die­ci gior­ni dal­la pre­sen­ta­zio­ne del bilan­cio, pre­vi­sta per il 28 dicem­bre. Chie­do­no di sape­re per­ché le rispo­ste del­l’am­mi­ni­stra­zio­ne dal 18 dicem­bre a oggi sia­no sta­te insuf­fi­cien­ti e non chia­ri­fi­ca­tri­ci. E, infi­ne, chie­do­no, e noi con loro, chia­rez­za sul­la pro­ce­du­ra stes­sa di licen­zia­men­to col­let­ti­vo: secon­do qua­li cri­te­ri sia­no sta­ti scel­ti i lavo­ra­to­ri inte­res­sa­ti, qua­li e quan­ti sia­no ad ave­re dirit­to alla ricol­lo­ca­zio­ne nel­la strut­tu­ra comunale.

Per con­clu­de­re, non pos­sia­mo non rile­va­re che le dichia­ra­zio­ni del Comu­ne tra­mi­te l’in­ter­ven­to dal­l’as­ses­so­ra Leon, che testi­mo­nia­no l’in­ten­zio­ne di tro­va­re una solu­zio­ne alter­na­ti­va esa­mi­nan­do “per­so­na per per­so­na” le posi­zio­ni lavo­ra­ti­ve dei ven­tot­to licen­zia­ti, dimo­stri­no la volon­tà di affron­ta­re come un’e­mer­gen­za le cri­ti­ci­tà del set­to­re cul­tu­ra­le: fer­ma restan­do l’ur­gen­za di tute­la­re i posti di lavo­ro del­le per­so­ne che si ritro­ve­reb­be­ro sen­za lavo­ro da un gior­no all’al­tro, sap­pia­mo che per evi­ta­re il ripe­ter­si del­la stes­sa situa­zio­ne fra un anno o fra pochi mesi, sia neces­sa­rio ripen­sa­re il pia­no di inve­sti­men­ti nel set­to­re cul­tu­ra­le tori­ne­se, che dal­la chiu­su­ra del­la Biblio­te­ca del­la GAM all’im­pie­go di volon­ta­ri nei musei, alle altre agi­ta­zio­ni pre­vi­ste con il nuo­vo anno, non gode al momen­to di mol­ta salu­te.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.