Come la Norvegia, come prevede già la legge italiana

Se la Norvegia ha sospeso l'export di armi verso gli Emirati Arabi Uniti partendo da un rigoroso approccio precauzionale, per l'Italia non ci sono più scuse (e non ci sono mai state, a dirla tutta) per non bloccare immediatamente l'export di armi verso l'Arabia Saudita.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]«Sulla base di una valu­ta­zio­ne glo­ba­le del­la situa­zio­ne nel­lo Yemen e dei cre­scen­ti rischi asso­cia­ti all’impegno mili­ta­re degli Emi­ra­ti Ara­bi Uni­ti (EAU) nel Pae­se», la Nor­ve­gia ha deci­so di sospen­de­re le licen­ze di espor­ta­zio­ne ver­so gli Emi­ra­ti Ara­bi. «Nul­la indi­ca che nel­lo Yemen sia­no sta­te uti­liz­za­te muni­zio­ni nor­ve­ge­si», ha spie­ga­to il mini­stro degli Este­ri nor­ve­ge­se Ine Erik­sen Sørei­de, ma la deci­sio­ne «riflet­te l’approc­cio pre­cau­zio­na­le rigo­ro­so adot­ta­to dal­la Norvegia».

L’I­ta­lia non ha biso­gno di alcun approc­cio pre­cau­zio­na­le, per­ché già nume­ro­se inchie­ste han­no docu­men­ta­to l’u­ti­liz­zo di bom­be espor­ta­te con licen­za ita­lia­na in Yemen. E per­ché la leg­ge ita­lia­na vie­ta «l’e­spor­ta­zio­ne ed il tran­si­to di mate­ria­li di arma­men­to […] ver­so i Pae­si in sta­to di con­flit­to arma­to», «ver­so Pae­si la cui poli­ti­ca con­tra­sti con i prin­ci­pi del­l’arti­co­lo 11 del­la Costi­tu­zio­ne» e «ver­so i Pae­si i cui gover­ni sono respon­sa­bi­li di gra­vi vio­la­zio­ni del­le con­ven­zio­ni inter­na­zio­na­li in mate­ria di dirit­ti uma­ni».

Se la Nor­ve­gia ha sospe­so l’ex­port di armi ver­so gli Emi­ra­ti Ara­bi Uni­ti par­ten­do da un rigo­ro­so approc­cio pre­cau­zio­na­le, per l’I­ta­lia non ci sono più scu­se (e non ci sono mai sta­te, a dir­la tut­ta) per non bloc­ca­re imme­dia­ta­men­te l’ex­port di armi ver­so l’A­ra­bia Sau­di­ta.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

25 novembre — Non è cambiato nulla

È pas­sa­to un anno dal fem­mi­ni­ci­dio di Giu­lia Cec­chet­tin e non è cam­bia­to nul­la. La con­tri­zio­ne per la sua mor­te è rapi­da­men­te sta­ta rele­ga­ta alle

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove