[vc_row][vc_column][vc_column_text]“Una decisione che farà finalmente chiarezza sulla illegittimità delle espulsioni e sui rimpatri verso il Sudan, operate per effetto dell’accordo di cooperazione firmato dal capo della Polizia Gabrielli con le autorità sudanesi”. Lo affermano il segretario di Possibile ed esponente di Liberi e Uguali Pippo Civati, insieme all’europarlamentare Elly Schlein e al deputato Andrea Maestri, in merito all’ammissione dei ricorsi da parte della Corte europea dei Diritti dell’Uomo sul rimpatrio dei 48 cittadini sudanesi fermati dalla polizia di Ventimiglia lo scorso agosto 2016.
I parlamentari di Possibile-LeU avevano denunciato la vicenda con una interrogazione parlamentare rivolta all’allora ministro dell’Interno Alfano, per chiedere di fermare i rimpatri verso il Sudan in violazione del diritto di asilo, e di fare chiarezza sull’accordo stipulato tra Polizia italiana e sudanese.
“La decisione della Corte Edu — continuano gli esponenti di Liberi e Uguali — conferma i dubbi sulla legittimità di tali operazioni, avanzati da molti di noi in quella occasione e sottoposti alla Corte dai legali di Asgi e Arci. Nonostante le rassicurazioni sulla legittimità dei rimpatri e sulla natura degli accordi intergovernativi tra le forze di Polizia italiana e sudanese, fornite in risposta alla nostra interrogazione dal ministero dell’Interno, rimaniamo convinti che si tratti di respingimenti collettivi contrari al diritto internazionale, considerato che di fatto quelle persone sono state rispedite in un paese dove sono esposti a evidenti rischi, e posto che solo nel 2015 il 60 per cento dei sudanesi richiedenti asilo ha ricevuto protezione umanitaria nel nostro Paese, inclusi alcuni di quelli che erano riusciti a evitare l’operazione di rimpatrio”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]