[vc_row][vc_column][vc_column_text]Siamo nati con un profilo dichiaratamente europeista, un profilo che è anche un’aspirazione a un’Europa diversa. Tanto più democratica quanto necessaria: una dimensione non può prescindere dall’altra, perché nel contesto attuale è solo un’Unione profondamente diversa che può affrontare le enormi sfide globali che già ora si presentano alle nostre porte, senza che gli stati abbiano gli strumenti adeguati per farvi fronte.
Da tempo diciamo che per superare gli egoismi nazionali e trovare soluzioni comuni a sfide comuni, servono anche partiti più europei, corpi intermedi più europei, stampa e dibattito più europei, piazze più europee. E per questo insistiamo coi nostri partner europei, come abbiamo fatto nel 2016 a Madrid ospiti di Podemos insieme alla Linke e alla squadra di Bernie Sanders, sul fatto che serva una convergenza delle forze progressiste ed ecologiste europee attorno a una comune visione del futuro, a partire da battaglie molto concrete da portare avanti insieme attraverso i confini.
Ecco perché a Bruxelles Elly Schlein ha lanciato insieme a tanti colleghi di famiglie politiche e partiti diversi il Progressive Caucus, che nasce proprio con questo scopo. Ed ecco perché abbiamo seguito con molto interesse il lavoro di Diem25, sin da subito, incontrando Yanis Varoufakis all’Acquario Romano due anni fa, in occasione della presentazione italiana del movimento. Un anno dopo di nuovo a Roma chiedendo di partire insieme dalla battaglia per la giustizia fiscale, «nella convinzione — scrivevamo allora — che partiti e movimenti debbano confrontarsi nel rispetto reciproco e che l’errore più grande sarebbe quello di non riconoscere che qualcuno sui temi che Varoufakis sollecita si è già mosso: a livello europeo (penso ad alcune questioni poste dai Verdi, soprattutto sul modello di sviluppo e sull’indirizzo da dare agli investimenti europei, per una vera transizione ecologica) e a livello nazionale».
Con le stesse ragioni, dopo Marsiglia e Napoli, lavoriamo per la nascita di questa sinistra, perché «soltanto se la sinistra sarà europea, condivisa, sulla base di battaglie concrete che possano diventare di tutti, attraversare un dibattito pubblico finalmente europeo, sarà una forza politica degna di questo nome».
E l’abbiamo ripetuto anche durante la campagna per le politiche quando, con Giuseppe Civati e Elly Schlein, abbiamo rilanciato «una “multinazionale dei diritti” che sappia fare politica alle prese con un mondo dove il potere attraversa e supera le nazioni, i parlamenti e i governi, dove questi ultimi sono spesso a disposizione dei potenti e sempre meno dei popoli che dovrebbero rappresentare».
A maggior ragione oggi torniamo sull’argomento: incontriamoci di nuovo, con i rappresentati italiani e europei di Diem25, per confrontarci sul piano politico programmatico e democratico, da subito. Consideratelo un invito ufficiale, da Possibile a Diem25, a confrontarci sul comune obiettivo di costruire un fronte progressista ed ecologista europeo, in grado di combattere battaglie comuni attraverso i confini, e che sappia cogliere la sfida del governo.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]