Alternanza scuola-lavoro: la protesta degli studenti continua

Da un articolo sul Il Manifesto di Napoli apprendo dell’ennesimo esempio di “Mala Scuola” e di cattiva alternanza scuola- lavoro, occorsa ai danni di un’intera classe

[vc_row][vc_column][vc_column_text]

Da un arti­co­lo sul Il Mani­fe­sto di Napo­li appren­do dell’ennesimo esem­pio di “Mala Scuo­la” e di cat­ti­va alter­nan­za scuo­la- lavo­ro, occor­sa ai dan­ni di un’intera clas­se, la 5B del Liceo clas­si­co Vit­to­rio Ema­nue­le II di Napo­li e deci­do di con­tat­ta­re il Col­let­ti­vo Stu­den­te­sco del­la scuo­la: par­lo a lun­go al tele­fo­no con Vir­gi­nia, una del­le stu­den­tes­se coin­vol­te nel­la vicenda.

I fat­ti: gli stu­den­ti han­no indos­sa­to un car­tel­li­no crea­to da loro al posto del bad­ge uffi­cia­le del FAI come for­ma di pro­te­sta per esse­re costret­ti a svol­ge­re l’alternanza scuo­la lavo­ro, rico­pren­do gra­tui­ta­men­te una man­sio­ne lavo­ra­ti­va nor­mal­men­te desti­na­ta a gui­de pro­fes­sio­ni­ste. Per que­sto gesto, che nul­la ha tol­to al rego­la­re svol­gi­men­to del­le ore obbli­ga­to­rie di alter­nan­za, le con­se­guen­ze sono sta­te pesantissime.

Tut­to acca­de dome­ni­ca 25 mar­zo al museo di mine­ra­lo­gia del­la Fede­ri­co II di Napo­li: per la 5B si trat­ta­va dell’ultimo incon­tro di alter­nan­za scuo­la lavo­ro di que­sto anno sco­la­sti­co, un per­cor­so costi­tui­to da una deci­na di incon­tri di pre­pa­ra­zio­ne sui mine­ra­li dal­la tutor inter­na, una pro­fes­so­res­sa di gre­co e lati­no e due sopral­luo­ghi, con ingres­so a cari­co degli/delle stu­den­ti, per vede­re il museo e le postazioni.

 Il gior­no pri­ma la clas­se tor­na­va da un viag­gio di istru­zio­ne  di una set­ti­ma­na e ave­va fat­to pre­sen­te la dif­fi­col­tà di esse­re pre­sen­te di dome­ni­ca, per que­stio­ni logi­sti­che e anche per il desi­de­rio di tra­scor­re­re in fami­glia l’unico gior­no di ripo­so pri­ma del­la ripre­sa del­le atti­vi­tà del lunedì.

La gior­na­ta del FAI era però già fis­sa­ta e i ragaz­zi e le ragaz­ze han­no pen­sa­to di svol­ge­re le man­sio­ni di gui­da asse­gna­ta loro, ma con addos­so un car­tel­lo che sosti­tui­va la paro­la lavo­ro con una che sen­ti­va­no più auten­ti­ca: sfrut­ta­men­to.

Dice Vir­gi­nia: “Vole­va­mo sen­si­bi­liz­za­re le per­so­ne comu­ni, i visi­ta­to­ri del museo che gui­da­va­mo per le sale, appro­fit­ta­re per spie­ga­re loro che cosa fos­se l’alternanza, infor­mar­li dell’obbligo di fre­quen­za di 200 ore obbli­ga­to­rie per noi licea­li e di 400 ore per i com­pa­gni degli isti­tu­ti tec­ni­ci e pro­fes­sio­na­li, un nume­ro di ore dav­ve­ro esor­bi­tan­te. Il car­tel­li­no crea­ti­vo lo abbia­mo fat­to per dire alle per­so­ne che era­va­mo lì con­tro la nostra volon­tà, e anche se il Fai non ci aves­se dato nes­sun car­tel­li­no, noi avrem­mo mes­so il nostro; per noi la cosa impor­tan­te era comu­ni­ca­re che era­va­mo costret­ti dal­la leg­ge a svol­ge­re quel­la atti­vi­tà che non era nem­me­no in con­ti­nui­tà con il nostro pia­no di stu­di. La dele­ga­ta FAI quan­do si è accor­ta del car­tel­li­no si è arrab­bia­ta mol­tis­si­mo, vole­va far­ce­li leva­re e ha pro­va­to a toglier­lo dal pet­to ad una mia com­pa­gna, ha chia­ma­to i nostri pro­fes­so­ri, ha det­to che sareb­be sta­to meglio se ce ne fos­si­mo anda­ti. Era con­vin­ta che noi stes­si­mo pro­te­stan­do con­tro il FAI, ma non c’è sta­to spa­zio di dia­lo­go. Non ci ha volu­to ascol­ta­re men­tre ten­ta­va­mo di spie­gar­le che noi non ce l’avevamo col FAI (che nem­me­no com­pa­re nel nostro car­tel­li­no!), ma che la nostra era una pro­te­sta con­tro l’alternanza in sé, per­ché non ne pos­sia­mo più. Lune­dì mat­ti­na la dele­ga­ta è venu­ta a scuo­la a rac­con­ta­re l’accaduto; la diri­gen­te ha con­vo­ca­to in pre­si­den­za i nostri pro­fes­so­ri, ma non noi, per ascol­ta­re la nostra ver­sio­ne. Dopo­di­ché i pro­fes­so­ri ci han­no comu­ni­ca­to che avrem­mo avu­to una san­zio­ne e il 7 in con­dot­ta per quan­to era suc­ces­so. Il gior­no dopo la diri­gen­te sco­la­sti­ca ha scrit­to una nota disci­pli­na­re mol­to dura, in cui affer­ma che la clas­se ha infan­ga­to il nome del­la scuo­la e del FAI, venen­do meno al pat­to sot­to­scrit­to a ini­zio anno sull’alternanza scuo­la lavo­ro  e aggra­van­do il tut­to tra­mi­te dif­fu­sio­ne sui social”.

Voi dire­te, e pote­va far­lo? No. La diri­gen­te sco­la­sti­ca era tenu­ta a con­di­vi­de­re que­sta deci­sio­ne col con­si­glio di clas­se, uni­co orga­no col­le­gia­le che può deli­be­ra­re un prov­ve­di­men­to disci­pli­na­re, cosa che non è avve­nu­ta. Peral­tro una nota così dura com­por­te­reb­be, secon­do il rego­la­men­to di Isti­tu­to, il set­te in con­dot­ta, voto che abbas­se­reb­be la media dell’esame di Sta­to impe­den­do­ne anche l’uscita con lode.

I docen­ti sono dal­la par­te degli stu­den­ti e non inten­do­no pena­liz­zar­li ulte­rior­men­te: anche loro han­no vis­su­to que­sta espe­rien­za come un aggra­vio del loro lavo­ro e si sono dichia­ra­ti  dispo­ni­bi­li ad aiu­ta­re la clas­se per quan­to sarà loro con­sen­ti­to rispet­to alle fun­zio­ni isti­tu­zio­na­li che rivestono.

L’aspetto peg­gio­re, tra i tan­ti che con Pos­si­bi­le ave­va­mo mes­so in luce dell’alternanza scuo­la-lavo­ro dise­gna­ta dal­la L.107, è  che un ente ester­no e pri­va­to può entra­re nel­la scuo­la e addi­rit­tu­ra influen­za­re il giu­di­zio degli stu­den­ti facen­do pres­sio­ni sul­la  diri­gen­za.

Que­sta alter­nan­za inci­de in modo signi­fi­ca­ti­vo sul tem­po del­lo stu­dio, sul tem­po del­lo sva­go e su quel­lo indi­spen­sa­bi­le dell’otium, un tem­po neces­sa­rio per assi­mi­la­re, riflet­te­re e crescere.

E infi­ne, dal comu­ni­ca­to del Col­let­ti­vo stu­den­te­sco: “Al liceo clas­si­co inse­gna­no a pen­sa­re, si dice, ma ora pena­liz­ze­ran­no una clas­se inte­ra che con il pen­sie­ro cri­ti­co si è oppo­sta al lavo­ro non rico­no­sciu­to e non retri­bui­to. Ades­so ci puni­sco­no e voglio­no far­ci pen­ti­re del­la nostra azio­ne. Noi inve­ce sia­mo con­sa­pe­vo­li che in quel museo non solo abbia­mo por­ta­to a ter­mi­ne il nostro lavo­ro ma abbia­mo anche sen­si­bi­liz­za­to le per­so­ne riguar­do un pro­ble­ma che vivo­no tut­ti gli stu­den­ti e le stu­den­tes­se, quin­di non pos­sia­mo che esser­ne fie­ri. L’al­ter­nan­za non ci pia­ce, non ci è mai pia­ciu­ta e dopo tre anni di espe­rien­za ne sia­mo solo più con­vin­ti. San­zio­ni e minac­ce non ci fer­me­ran­no dal gri­dar­lo sem­pre più forte”.

 #ioSto­Con­Vir­gi­nia #ioSto­Con­La­Quin­taB #Alter­nan­za­Scuo­la­La­vo­ro

[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.