Investimenti in sicurezza: partiamo dalle scuole

Quello della sicurezza degli edifici scolastici, tra i vari aspetti riconducibili al tema della scuola, è senza dubbio una delle fonti di maggiore preoccupazione. Sempre più spesso leggiamo episodi di crolli nelle scuole, gli ultimi nei giorni scorsi prima a Eboli e poi a Fermo.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Quello del­la sicu­rez­za degli edi­fi­ci sco­la­sti­ci, tra i vari aspet­ti ricon­du­ci­bi­li al tema del­la scuo­la, è sen­za dub­bio una del­le fon­ti di mag­gio­re pre­oc­cu­pa­zio­ne. Sem­pre più spes­so leg­gia­mo epi­so­di di crol­li nel­le scuo­le (uno di que­sti ave­va coin­vol­to la scuo­la Pasco­li di Reg­gio Emi­lia, dopo il qua­le il Comi­ta­to Ago­rà 7 Luglio ave­va lan­cia­to una mozio­ne popo­la­re sul­la sicu­rez­za del­le scuo­le di com­pe­ten­za comu­na­le), gli ulti­mi nei gior­ni scor­si pri­ma a Ebo­li e poi a Fermo.

Nel­la scuo­la mater­na del saler­ni­ta­no, si sono stac­ca­ti dal con­tro­sof­fit­to due pan­nel­li che, caden­do, han­no sfio­ra­to quat­tro dei bam­bi­ni pre­sen­ti in aula; a Fer­mo inve­ce la tra­ge­dia è sta­ta scon­giu­ra­ta solo gra­zie al fat­to che il cedi­men­to di una capria­ta, pro­ba­bil­men­te cau­sa­to dal­le infil­tra­zio­ni d’acqua e insie­me dall’età avan­za­ta dell’edificio, è avve­nu­to alle 7.15 del mat­ti­no, quan­do l’Istituto Tec­ni­co Indu­stria­le Mon­ta­ni di Fer­mo non era anco­ra aper­to a stu­den­ti e per­so­na­le del­la scuola.

L’ala inte­res­sa­ta al crol­lo, quel­la desti­na­ta agli stu­den­ti del trien­nio, si tro­va nel­la par­te più anti­ca del­la scuo­la, quel­la del con­ven­to ago­sti­nia­no risa­len­te al XV- XVI seco­lo, uti­liz­za­ta pre­va­len­te­men­te dagli stu­den­ti in alter­nan­za scuola-lavoro.

Par­ten­do dal pre­sup­po­sto con­di­vi­so che le scuo­le deb­ba­no esse­re luo­ghi più sicu­ri e agi­bi­li in cui bam­bi­ni e bam­bi­ne pos­sa­no tra­scor­re­re il tem­po del­la loro cre­sci­ta e for­ma­zio­ne insie­me ai loro inse­gnan­ti sen­za rischia­re la vita, il ten­ta­ti­vo di appro­fon­di­re di dati rela­ti­vi a que­sta tema­ti­ca rive­la imme­dia­ta­men­te una giun­gla intri­ca­ta di nume­ri e distin­guo, com­pli­ca­to dal fat­to che una vera e pro­pria ana­gra­fe dell’edilizia sco­la­sti­ca è sta­ta redat­ta solo nel 2015, con 17 anni di ritar­do rispet­to ai finan­zia­men­ti erogati.

Inol­tre il siste­ma di rac­col­ta dati non è otti­ma­le e gli stes­si ven­go­no comu­ni­ca­ti dai sin­go­li enti, che fati­ca­no a tener­li aggiornati.

È bene sape­re che, ad oggi,  il siste­ma dell’anagrafe mini­ste­ria­le è quel­lo obbli­ga­to­rio per tut­ti gli enti (comu­ni, pro­vin­cie e cit­tà metro­po­li­ta­ne) e che ripor­ta i dati per la mag­gior par­te degli edi­fi­ci sco­la­sti­ci ita­lia­ni anche se incom­ple­ta (dice Legam­bien­te nel suo rap­por­to: “L’Anagrafe risul­ta incom­ple­ta e di dif­fi­ci­le inter­pre­ta­zio­ne: se gli edi­fi­ci in Ita­lia risul­ta­no esse­re 42.408, nel Por­ta­le Uni­co dei Dati del­la scuo­la del Miur (http://dati.istruzione.it/opendata/progetto/) risul­ta­no esse­re 50.804, di cui ben 14.711 regi­stra­ti nel siste­ma due vol­te, con gli stes­si dati”).

La con­fer­ma del­la par­zia­li­tà dei dati giun­ge anche da un arti­co­lo di Cit­ta­di­nan­za atti­va che evi­den­zia che i dati dell’Anagrafe Edi­li­zia Mini­ste­ria­le risul­ta­no anco­ra non aggior­na­ti e che comun­que si fati­ca a man­te­ner­ne costan­te il flus­so da par­te degli enti.

Cio­no­no­stan­te, alcu­ne cer­tez­ze ci sono:

  • più del­la metà degli edi­fi­ci sco­la­sti­ci ita­lia­ni sono costrui­ti pri­ma del 1975 (anno di ema­na­zio­ne del D.M. che det­ta le nor­me per l’edilizia scolastica);
Sli­de dal­la pre­sen­ta­zio­ne Ana­gra­fe edi­li­zia scolastica
  • gli enti fati­ca­no da sem­pre, e non poco, soprat­tut­to dopo i tagli a risor­se e per­so­na­le di que­sti anni a sta­re al pas­so con le effet­ti­ve neces­si­tà per man­can­za di com­pe­ten­ze o di risor­se finanziarie;
  • conti­nua a man­ca­re e fati­ca a dif­fon­der­si una cul­tu­ra manu­ten­ti­va con l’adozione di model­li gestio­na­li ade­gua­ti a garan­ti­re non solo il rag­giun­gi­men­to di un livel­lo manu­ten­ti­vo e di sicu­rez­za ade­gua­ti, ma a man­te­ner­li nel tem­po quan­do gli stes­si ven­go­no rag­giun­ti maga­ri gra­zie ai finan­zia­men­ti otte­nu­ti: ser­vo­no quin­di flus­si di risor­se costan­ti (finan­zia­rie e di per­so­na­le) e model­li gestio­na­li manu­ten­ti­vi ade­gua­ti a man­te­ne­re in sicu­rez­za e in sta­to con­ser­va­ti­vo otti­ma­le gli edifici;
  • la dia­gno­sti­ca e gli inve­sti­men­ti in inda­gi­ni e ana­li­si cono­sci­ti­ve neces­sa­rie, soprat­tut­to per edi­fi­ci di epo­che costrut­ti­ve più anti­che, per moni­to­ra­re gli sta­ti strut­tu­ra­li e manu­ten­ti­vi degli edi­fi­ci, rima­ne epi­so­di­ca e insuf­fi­cien­te­men­te finan­zia­ta o appli­ca­ta;
  • è neces­sa­rio snel­li­re la pro­ce­du­ra degli inter­ven­ti, con com­mis­sa­ri ad acta, là dove ser­ve, come peral­tro pre­vi­sto dal­la legi­sla­zio­ne vigen­te; fare un pia­no di rilan­cio del­le ope­re pub­bli­che con la prio­ri­tà del­la mes­sa a nor­ma degli edi­fi­ci scolastici.
  • l’impiego dei fon­di stan­zia­ti con la L.107/15, 400 milio­ni di euro per l’indagine dia­gno­sti­ca su 7.000 con­tro­sof­fit­ti, 300 milio­ni per la costru­zio­ne di 30 scuo­le inno­va­ti­ve, deve tro­va­re con­cre­ta appli­ca­zio­ne rispet­to alla qua­li­tà dell’offerta for­ma­ti­va e alla sicu­rez­za di chi a scuo­la lavo­ra e studia.

Occor­ro­no quin­di, oltre allo sfor­zo di garan­ti­re con­ti­nui­tà nei finan­zia­men­ti, con­trol­li pun­tua­li e veri­fi­ca dei risul­ta­ti con­se­gui­ti, quel­lo di  garan­ti­re altre­sì che agli enti giun­ga­no risor­se e adot­ti­no model­li ade­gua­ti di gestio­ne manu­ten­ti­va atten­ta e con­ti­nua degli edi­fi­ci sco­la­sti­ci, soprat­tut­to a sup­por­to dei Comu­ni più pic­co­li e con mag­gio­ri dif­fi­col­tà a met­te­re in cam­po le com­pe­ten­ze tec­ni­che e le risor­se eco­no­mi­che necessarie.

Rober­ta Burroni

Eula­lia Gril­lo[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

Mobilitiamoci contro il DDL Paura

Saba­to 16 novem­bre era­va­mo a Roma, in Sapien­za, per l’assemblea con­tro il ddl 1660, già ribat­tez­za­to ddl “Pau­ra”, o “Repres­sio­ne”, o “Unghe­ria”, a indi­ca­re dove

Il Governo Meloni sta indebolendo l’Università e la Ricerca

Il gover­no Melo­ni ha scel­to di ridur­re le spe­se per uni­ver­si­tà e ricer­ca, andan­do in con­tro­ten­den­za rispet­to alle poli­ti­che euro­pee, men­tre il costo del per­so­na­le e l’inflazione con­ti­nua­no a cre­sce­re, aggra­van­do le dif­fi­col­tà eco­no­mi­che degli ate­nei. Inol­tre, il nuo­vo sche­ma di distri­bu­zio­ne del FFO pre­mie­rà le uni­ver­si­tà in base ai risul­ta­ti del­la ricer­ca, ridu­cen­do le risor­se “pere­qua­ti­ve” desti­na­te a bilan­cia­re le disu­gua­glian­ze tra ate­nei, aumen­tan­do ulte­rior­men­te il diva­rio tra le università.