La scorsa settimana è stata approvata a Verona la mozione leghista che la dichiara “città a favore della vita” e finanzia associazioni antiabortiste.
Non si faccia l’errore di pensare che questa sia una questione che riguardi solo Verona, è molto più di un atto di un consiglio comunale: è l’ulteriore mossa di un disegno molto più ampio che da anni viene portato avanti per limitare la libertà delle donne, che trova piena applicazione nel Patto di Governo pentaleghista che parla delle donne solo in termini di “madri”.
Quindi la mozione di Verona va letta insieme al DDL Pillon, che ingabbierà la donna dentro il matrimonio anche, soprattutto, in caso di violenza, va letta insieme alle dichiarazioni dello stesso Pillon che promette di eliminare la legge sull’aborto, con le dichiarazioni di Fontana a sostegno delle famiglie tradizionali, le uniche degne di esistere, con i già pochi congedi di paternità che stanno sparendo.
Ma va letta anche con le politiche del governo precedente, di cui questo, come nel caso delle politiche sull’immigrazione non ne è che l’esasperata continuazione: ricordiamo i bonus bebè per far rimanere a casa le madri invece che investire in asili, con l’eliminazione dei contraccettivi gratuiti, con i fertility day e la retorica renziana sulle “mamme”.
Non bisogna certo essere complottisti per capire che il disegno è composito e trasversale, che i movimenti pro life, i popoli per la famiglia, i no gender, le Costanza Miriano e gli Avvocati Amato, rappresentano una rete potente, che negli anni non ha mai smesso di tessere relazioni, eleggere rappresentanti in tutte le forze politiche, cercare nel fanatismo e nella parte cattolica più oscurantista e in una studiata disinformazione continui adepti.
Per questo non bisogna sottovalutare la situazione, per questo Verona non è un caso né isolato né locale, ma ci riguarda tutte e tutti, per questo è importante essere presenti sabato prossimo alla manifestazione indetta dalle donne di Non Una di Meno, così come in tutte le occasioni di mobilitazione permanente che sono state indette per i prossimi mesi.
Ne va del futuro del Paese, della sua laicità, della difese delle conquiste di ieri che oggi ci stanno scippando, del futuro delle bambine e delle ragazze.
Sta a noi oggi prendere l’impegnativo testimone nella difesa dei diritti delle donne e portarlo avanti. È un momento importante e pericoloso per la Storia di questo Paese e delle sue libertà, dobbiamo prenderne coscienza, opporci e mobilitarci prima che sia tardi.
Ci vediamo sabato prossimo a Verona!