Marielle Francisco da Silva (Marielle Franco), nata il 27 luglio 1974, donna nera, lesbica, cresciuta in una favela, è stata una sociologa, attivista politica e consigliera comunale della città di Rio de Janeiro per il Partito Socialismo e Libertà brasiliano (PSOL).
Nel Consiglio Comunale, presiedeva la Commissione per la Difesa delle Donne e comunità LGBT ed era membro di una Commissione incaricata di monitorare le azioni della Polizia Federale a Rio de Janeiro, dimostrandosi critica contro gli abusi e le violazioni dei diritti umani nelle favelas.
La sera del 14 marzo 2018, mentre tornava da un dibattito promosso dal suo partito, con il suo autista e amico Anderson Pedro Gomes, la sua macchina è stata affiancata da un’altra automobile che ha sparato contro la sua vettura, uccidendo Marielle e Anderson. È stata una vera e propria esecuzione con proiettili di calibro 9 provenienti da una fornitura destinata alla polizia brasiliana.
Questo duplice omicidio ha provocato una forte reazione nell’opinione pubblica. Artisti internazionali come Roger Waters e Katy Perry hanno reso omaggio a Marielle, invitando sua figlia, sua moglie, e sua sorella sul palcoscenico. Anche Papa Francesco ha telefonato alla madre di Marielle, manifestando tutta la sua solidarietà, nella speranza che il caso venisse risolto il più rapidamente possibile. Purtroppo, parte della stampa ha accusato la sinistra brasiliana di sfruttare politicamente questo omicidio.
La targa in ommaggio a Marielle Franco, collocata vicino al Consiglio Comunale della città di Rio de Janeiro è stata distrutta da due candidati a deputati del PSL, partito del Presidente eletto, Jair Bolsonaro, durante la campagna politica
Un omicidio di chiara matrice politica, per mettere a tacere una donna “pericolosa” e invisa ad alcuni settori delle forze dell’ordine.
Nonostante le diverse campagne di stampa e le denunce promosse da Amnesty International, dopo quasi dieci mesi dalla morte di Marielle non si sa ancora niente. La polizia tace. Le indagini sono in una fase di stallo. La più grande rete televisiva brasiliana è stata censurata da un magistrato che ha proibito di diffondere informazioni riguardo le indagini. La Polizia Federale ha iniziato ad investigare su possibili depistaggi.
Monica Benicio, di 32 anni, vedova di Marielle, ha dichiarato di “voler fare tutto il possibile per onorare la memoria e il lavoro di questa donna straordinaria”. Lotta ogni giorno, concedendo interviste, partecipando ad eventi e manifestazioni, affinché si trovi una soluzione del caso e venga fatta giustizia. Secondo lei, l’assassinio di sua moglie è stato un “crimine contro la democrazia”, un vero dellitto politico “eseguito in modo freddo, pianificato”.
Marielle Franco e Monica Benício
La morte di Marielle non riuscirà a intimorire le donne che lottano contro un sistema autoritario. Continueremo a combattere affinché i mandanti di questo dellitto siano finalmente individuati. Oggi, Marielle rappresenta un seme di giustizia sociale che germoglia e si sparge sempre di più. Marielle vive! Marielle è presente!