“I migranti riportati in Libia su impulso del governo italiano sono una pagina nera per il nostro paese e per l’Europa, culla dei diritti umani. Si tratta di una violazione grave e patente del divieto di refoulement di cui all’articolo 33 della Convenzione di Ginevra ma anche del diritto di asilo garantito dall’art. 10 della Costituzione. Siamo oltre alla totale distruzione dei diritti umani, perché ci troviamo di fronte a delle misure illegittime”. Lo dichiarano Giuseppe Civati e Andrea Maestri di Possibile, parlando dei migranti riportati in Libia.
“La Libia — aggiungono Civati e Maestri — non ha mai ratificato la Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati ed è un luogo insicuro, dove i migranti sono ridotti in schiavitù, torturati, stuprati, sottoposti a trattamenti disumani e degradanti, anche a causa del memorandum d’intesa firmato nel febbraio 2017 da Gentiloni e cucinato da Minniti con i ‘sindaci’ libici. Non più tardi di ieri Conte diceva che nella sua seconda vita avrebbe portato i trafficanti di esseri umani davanti alla Corte Penale Internazionale e oggi viola il diritto umanitario internazionale. Richiamiamo Conte alle sue gravi responsabilità e ad un po’ più di coerenza e a un minimo di decenza”.