[vc_row][vc_column][vc_column_text]Nella città di Varese arriverà, purtroppo — diciamo noi -, il senatore Pillon, presentatore del Disegno di Legge 375, che porta il suo nome. Una proposta, quella contenuta nel DDL Pillon, che punta a superare la legge 54 sull’affidamento condiviso.
Peccato che invece di superare alcune criticità della legge, la proposta di Pillon vada nella direzione di stravolgere il “sistema della bi-genitorialità” facendo passare in secondo piano il “superiore interesse del minore”, indebolirebbe il ruolo della madre, più fragile da un punto di vista economico. Viene introdotto inoltre lo stop all’assegno di mantenimento dei figli, e l’introduzione obbligatoria della figura del mediatore famigliare (a pagamento).
Un ritorno indietro di oltre 50 anni, rendendo di fatto più difficile e complesso il percorso della separazione e del divorzio soprattutto per le coppie in difficoltà economica. Introducendo una grave disuguaglianza tra gli individui.
Il titolo della serata è altrettanto equivoco: “La famiglia: come sostenerla culturalmente, economicamente, politicamente”.
E’ equivoco perché gli esponenti politici come Pillon, in questi anni, hanno lavorato non a sostegno della famiglia, ma attaccando e discriminando quelle realtà che a detta loro stanno minacciando la famiglia: le persone LGBT+ ad esempio, le Unioni Civili che avrebbero dovuto portare ad una distruzione della società.
Che “il Pillon” abbia un disposto normativo devastante lo dimostra il fatto che diverse associazioni di avvocati, psicologi e operatori che si occupano di famiglia e minori, giuristi, anche cattolici, giudici minorili, centri antiviolenza, movimenti femministi si siano subito mossi insieme per contrastare questa visione maschilista che si cela nelle norme del disegno di legge.
Va ricordato inoltre che anche le relatrici speciali delle Nazioni Unite sulla violenza e la discriminazione contro le donne, Dubravka Šimonović e Ivana Radačić, lo scorso 22 ottobre 2018 hanno scritto una lettera preoccupata al governo italiano.
Preoccupante, inoltre, che una delle idee su cui si base il DDL 375, si rifà alla presunta “sindrome di alienazione parentale”, una teoria non scientifica e inattendibile che non è contemplata nemmeno nel Manuale Diagnostico. Concretamente si sostiene la difesa dei padri violenti accusando la moglie di aver “manipolato” il figlio. Una vera aberrazione.
Si parla di bigenitorialià perfetta, si legge umiliazione delle donne.
Inoltre va sottolineato come, all’interno della discussione presso la Commissione Giustizia del Senato, al DDL 375 siano state aggiunte altre proposte di legge tra le quali quella che Modifica l’articolo 572 del codice penale, la norma che punisce la violenza domestica, prevedendo che i maltrattamenti debbano essere sistematici e rivolti «nei confronti di una persona della famiglia o di un minore».
Siamo di fronte ad un arretramento preoccupante circa i risultati e le politiche a difesa della parità uomo – donna ottenuti negli scorsi decenni.
Il ddl Pillon “stravolge il senso della normativa approvata già nel 2001 su istanza dei centri antiviolenza per intervenire con misure cautelari nel momento di maggior pericolo per la donna. Con questo ddl, se la donna osa denunciare condotte maltrattanti e chiedere l’allontanamento di chi agisce violenza, rischia di essere accusata di provocare ‘grave pregiudizio ai diritti relazionali del figlio minore e degli altri familiari’, con la conseguenza di scoraggiare ancora di più qualsiasi iniziativa di richiesta di intervento dell’autorità giudiziaria al fine di uscire dalla violenza”.
Un DDL che non è emendabile o modificabile, ma che va ritirato completamente.
Per questo motivo come Circoli Alex Langer e Rosa Parks di Varese aderiremo convintamente al presidio previsto venerdì 15 febbraio alle ore 18.00 presso Piazza del Garibaldino a Varese.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]