La prof sospesa a Palermo e la lezione degli studenti

Il paragone non è fra Salvini e Mussolini (quello lo fa proprio Salvini, quotidianamente, nella sua comunicazione, dove inserisce strizzatine d’occhio subliminali ai fascisti citando frasi del defunto dittatore, alleato dei nazisti e persecutore di ebrei e non solo) ma fra due provvedimenti legislativi.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]Ieri i media han­no dif­fu­so la noti­zia di una pro­fes­so­res­sa di Paler­mo, Rosa Maria Dell’Aria, sospe­sa per 15 gior­ni dall’insegnamento, per non aver “vigi­la­to” sui suoi alun­ni, i qua­li, nell’ambito di un per­cor­so di stu­dio cul­mi­na­to in un video pro­iet­ta­to il Gior­no del­la Memo­ria in aula magna, han­no osa­to cri­ti­ca­re il cosid­det­to Decre­to Sicu­rez­za, rite­nen­do con­te­nes­se vio­la­zio­ni dei dirit­ti uma­ni.

Seguen­do que­sto, discor­so, del tut­to legit­ti­ma­men­te se anco­ra vige l’art. 21 del­la Costi­tu­zio­ne, han­no inse­ri­to due sli­des nel video. Una rap­pre­sen­ta­va la pri­ma pagi­na del Cor­rie­re del­la Sera in cui si dava noti­zia del­la pro­mul­ga­zio­ne del­le leg­gi raz­zia­li, affian­ca­ta dall’immagine sor­ri­den­te del mini­stro Sal­vi­ni che annun­cia­va con un car­tel­lo (sigh) la pro­mul­ga­zio­ne del decre­to sicu­rez­za.

La secon­da, inve­ce, raf­fi­gu­ra­va da un lato la con­fe­ren­za di Evian del 6 luglio 1938, che nes­su­no oggi ricor­da, ma ci arri­ve­re­mo, e dall’altro il ver­ti­ce di Inn­sbruck del luglio 2018, in cui i Pae­si euro­pei han­no discus­so di ripar­ti­zio­ne di quo­te di migran­ti e rifu­gia­ti.

Il prov­ve­di­men­to di sospen­sio­ne è abnor­me, poi­ché non sus­si­ste alcun obbli­go di vigi­lan­za da par­te dell’insegnante sul­la dif­fu­sio­ne del pen­sie­ro dei suoi stu­den­ti, ove que­sto, come nel caso di spe­cie, non sia una ester­na­zio­ne estem­po­ra­nea, ma il frut­to di un lavo­ro docu­men­ta­to e motivato.

Espri­mia­mo soli­da­rie­tà alla pro­fes­so­res­sa per il prov­ve­di­men­to ille­git­ti­mo che sta suben­do, quel­lo si squi­si­ta­men­te poli­ti­co, auspi­can­do che pos­sa esse­re revo­ca­to, fer­mo il suo dirit­to al risar­ci­men­to del dan­no.  Que­sti ragaz­zi non sono i pri­mi ad aver rile­va­to vio­la­zio­ni dell’art. 3 del­la Costi­tu­zio­ne nel decre­to in esa­me, in par­ti­co­la­re prov­ve­di­men­ti mira­ti e cali­bra­ti sugli stra­nie­ri, migra­ti e rifugiati.

Lo abbia­mo fat­to noi con “Il capi­ta­le disu­ma­no”, lo han­no fat­to tan­tis­si­mi altri com­men­ta­to­ri, l’ha mes­so nero su bian­co anche la Regio­ne Pie­mon­te nel suo ricor­so alla Cor­te Costituzionale.

Il para­go­ne non è fra Sal­vi­ni e Mus­so­li­ni (quel­lo lo fa pro­prio Sal­vi­ni, quo­ti­dia­na­men­te, nel­la sua comu­ni­ca­zio­ne, dove inse­ri­sce striz­za­ti­ne d’occhio subli­mi­na­li ai fasci­sti citan­do fra­si del defun­to dit­ta­to­re, allea­to dei nazi­sti e per­se­cu­to­re di ebrei e non solo) ma fra due prov­ve­di­men­ti legislativi.

Ma ciò di cui dob­bia­mo esse­re tut­ti gra­ti ai ragaz­zi è aver ricor­da­to, con la secon­da sli­de, la Con­fe­ren­za di Evian. Per­ché anche allo­ra le nazio­ni si era­no poste il pro­ble­ma degli ebrei in fuga dal nazi­fa­sci­smo e il pre­si­den­te ame­ri­ca­no Roo­se­velt ave­va pro­po­sto una ripar­ti­zio­ne dei pro­fu­ghi in quo­te da distri­buir­si fra i vari Pae­si in misu­ra pro­por­zio­na­le alle dimen­sio­ni e alla capa­ci­tà ricet­ti­va degli Sta­ti (vi ricor­da qual­co­sa o qual­cu­no?). Ma qua­si tut­te le nazio­ni era­no con­tra­rie. “Non pos­sia­mo acco­glier­li tut­ti” tuo­na­va il Dai­ly Mail (vi ricor­da qual­co­sa o qual­cu­no?). Tut­te le nazio­ni si oppon­go­no ad una migra­zio­ne illi­mi­ta­ta e que­sto nono­stan­te fos­se­ro per­fet­ta­men­te con­sa­pe­vo­li che in Ger­ma­nia gli ebrei era­no per­se­gui­ta­ti e a rischio del­la vita (vi ricor­da qual­co­sa o qual­cu­no?). “…tra i 32 pae­si con­ve­nu­ti, solo la Repub­bli­ca di San Domin­go e la Boli­via accet­ta­no una quo­ta di immi­gra­ti sod­di­sfa­cen­te (sul­la base del­la gran­dez­za e del­la popo­la­zio­ne dei due pae­si). San­to Domin­go ne ospi­te­rà 10.000 cui, due anni dopo, il gene­ra­le Rafael Leo­ni­das Tru­jil­lo rega­le­rà 26.000 acri di ter­re­no. La Boli­via, inve­ce, entro tre anni darà rifu­gio a 30.000 ebrei.” E non è cer­to una que­stio­ne di spa­zio, visto che stia­mo par­lan­do di Austra­lia, Cana­da o Sta­ti Uni­ti, per dire. Il ver­ti­ce fu un fal­li­men­to, poi scop­piò la guer­ra e quel che tut­ti sap­pia­mo, o dovrem­mo sapere.

Quin­di a que­sti ragaz­zi dob­bia­mo dire gra­zie, per­ché il paral­le­lo fra le con­fe­ren­ze e le liti furio­se fra i pae­si euro­pei, che stan­no set­ti­ma­ne a discu­te­re per “divi­der­si” gli occu­pan­ti di una sola nave, come è acca­du­to per la Diciot­ti (dopo il seque­stro accla­ra­to dal Tri­bu­na­le dei Mini­stri e dal voto par­la­men­ta­re) è asso­lu­ta­men­te legit­ti­mo e illu­mi­nan­te.

Quel­lo che è suc­ces­so ieri con gli ebrei sta suc­ce­den­do oggi con i per­se­gui­ta­ti dei cam­pi libi­ci, che fug­go­no da guer­ra e fame per tro­va­re stu­pro, tor­tu­ra, mor­te e, se per caso scam­pa­no al mare, dove pro­prio Sal­vi­ni insie­me al suo allea­to di gover­no Di Maio ha fat­to piaz­za puli­ta del­le ONG che pos­so­no sal­var­li dal­la mor­te, si vedo­no rifiu­ta­re l’accoglienza.

E per que­sto abbia­mo deci­so come Pos­si­bi­le di dif­fon­de­re que­ste due sli­des, in modo che tut­ti sap­pia­no, che tut­ti veda­no, che tut­ti ricor­di­no.

Gra­zie ragaz­zi, otti­mo lavo­ro.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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