Aeroporto di Peretola: l’emergenza climatica solo a parole

La telenovela sull'ampliamento dell'aeroporto di Peretola continua, puntata dopo puntata. Del resto, difendere l'indifendibile non può che produrre lungaggini burocratiche, con gli enti preposti alla decisione di avvio lavori che si rimpallano, di volta in volta, la responsabilità di un progetto che fa acqua da tutte le parti.

[vc_row][vc_column][vc_column_text]La tele­no­ve­la sul­l’am­plia­men­to del­l’ae­ro­por­to di Pere­to­la con­ti­nua, pun­ta­ta dopo pun­ta­ta. Del resto, difen­de­re l’in­di­fen­di­bi­le non può che pro­dur­re lun­gag­gi­ni buro­cra­ti­che, con gli enti pre­po­sti alla deci­sio­ne di avvio lavo­ri che si rim­pal­la­no, di vol­ta in vol­ta, la respon­sa­bi­li­tà di un pro­get­to che fa acqua da tut­te le par­ti. O meglio, che rischia di esse­re som­mer­so dal­l’ac­qua, dato l’e­le­va­to rischio idro­geo­lo­gi­co pre­sen­te nel­l’a­rea in cui dovreb­be esse­re rea­liz­za­ta la nuo­va pista aeroportuale.

Dopo l’an­nul­la­men­to a mag­gio del­la Valu­ta­zio­ne d’im­pat­to ambien­ta­le (fir­ma­ta nel dicem­bre 2017 dai mini­stri Gal­let­ti e Fran­ce­schi­ni, lo stes­so gior­no del­lo scio­gli­men­to del­le Came­re) da par­te del Tar del­la Tosca­na, in quan­to «non con­te­ne­va quel gra­do di det­ta­glio mini­mo e suf­fi­cien­te affin­ché il Mini­ste­ro dell’Ambiente addi­ve­nis­se ad una cor­ret­ta valu­ta­zio­ne di com­pa­ti­bi­li­tà ambien­ta­le, non essen­do­si indi­vi­dua­ti com­piu­ta­men­te le ope­re da rea­liz­za­re», è di que­sti gior­ni la noti­zia che i due mini­ste­ri com­pe­ten­ti nel­la pro­ce­du­ra di Via (Ambien­te e Cul­tu­ra) e l’En­te nazio­na­le del­l’a­via­zio­ne civi­le (Enac) han­no deci­so di non appog­gia­re il ricor­so al Con­si­glio di Sta­to, già pre­sen­ta­to dal­l’Av­vo­ca­tu­ra del­lo Sta­to, che sarà inve­ce sup­por­ta­ta dai ricor­si di Regio­ne Tosca­na e Comu­ne di Firen­ze. 

La que­stio­ne è, evi­den­te­men­te, fin trop­po poli­ti­ca, nel sen­so che i Cin­que Stel­le (i mini­ste­ri coin­vol­ti nel­la vicen­da sono sot­to la loro respon­sa­bi­li­tà), nel ten­ta­ti­vo di recu­pe­ra­re con­sen­so a livel­lo nazio­na­le, da un lato, e di pla­ca­re gli ani­mi del­la base tosca­na da sem­pre con­tra­ria all’o­pe­ra, dal­l’al­tro, han­no in sostan­za fat­to mar­cia indie­tro rispet­to al via libe­ra al master­plan di Tosca­na Aero­por­ti, dato dal mini­stro Toni­nel­li solo ad apri­le di que­st’an­no. Tut­ta­via, non si può non acco­glie­re con favo­re la noti­zia, a cui han­no con­tri­bui­to non poco tut­ti colo­ro (comi­ta­ti, asso­cia­zio­ni, movi­men­ti, for­ze poli­ti­che, enti loca­li) che in que­sti anni si sono mobi­li­ta­ti con­tro la rea­liz­za­zio­ne del­la nuo­va pista di Pere­to­la. Un risul­ta­to che, peral­tro, iso­la anco­ra di più la Regio­ne, il pre­si­den­te Ros­si, non­ché il PD che, in defi­ni­ti­va, si tro­va sem­pre sul­le stes­se posi­zio­ni del­la Lega quan­do si trat­ta di difen­de­re inte­res­si eco­no­mi­ci impor­tan­ti, anche a sca­pi­to del­la tute­la dell’ambiente.

Fat­to che con tut­ta evi­den­za suo­na male, anzi, sto­na pro­prio, con la dichia­ra­zio­ne di emer­gen­za cli­ma­ti­ca del Con­si­glio regio­na­le tosca­no di soli due mesi fa. Dichia­ra­re lo sta­to di emer­gen­za cli­ma­ti­ca com­por­ta, infat­ti, l’as­sun­zio­ne di una pre­ci­sa respon­sa­bi­li­tà poli­ti­ca, in linea con gli obiet­ti­vi del­l’Ac­cor­do di Pari­gi sul cli­ma, sot­to­scrit­to anche dal­l’I­ta­lia. Dichia­ra­re lo sta­to di emer­gen­za cli­ma­ti­ca signi­fi­ca rico­no­sce­re la lot­ta al cam­bia­men­to cli­ma­ti­co, con i suoi ine­vi­ta­bi­li gra­vi effet­ti ambien­ta­li e socia­li, e la tran­si­zio­ne ver­so un’e­co­no­mia soste­ni­bi­le come la prio­ri­tà asso­lu­ta del pre­sen­te e dei pros­si­mi anni. Dichia­ra­re lo sta­to di emer­gen­za cli­ma­ti­ca signi­fi­ca ado­pe­rar­si a sen­si­bi­liz­za­re sul­la situa­zio­ne cli­ma­ti­ca attua­le, sui rischi che stia­mo cor­ren­do, sul poco tem­po che rima­ne per evi­ta­re l’irreparabile.

La dichia­ra­zio­ne del­lo sta­to di emer­gen­za cli­ma­ti­ca è una solen­ne pre­sa di coscien­za, che deve neces­se­ria­men­te com­por­ta­re impe­gni pre­ci­si, atti con­cre­ti, ope­re di adat­ta­men­to. E, inve­ce, è noto che l’attuazione del pro­get­to aero­por­tua­le di Pere­to­la impat­ta pesan­te­men­te sul­l’in­te­ro eco­si­ste­ma del­la Pia­na fio­ren­ti­na, vani­fi­can­do di fat­to il par­co agri­co­lo. Il pro­get­to, oltre a dan­neg­gia­re l’Oa­si Wwf di Foco­gna­no, pro­vo­che­reb­be un ele­va­to rischio idro­geo­lo­gi­co all’in­ter­no del­la Pia­na. La sua attua­zio­ne, infat­ti, pre­ve­de la devia­zio­ne del Fos­so Rea­le, un cor­so d’ac­qua di cir­ca 6 km che attra­ver­sa i comu­ni di Sesto Fio­ren­ti­no e Cam­pi Bisen­zio, rea­liz­za­to in epo­ca medi­cea per rac­co­glie­re e regi­men­ta­re le acque dei nume­ro­si pic­co­li cana­li, sog­get­ti a fre­quen­ti stra­ri­pa­men­ti. Que­sto cin­que seco­li fa, e oggi? «Oggi il rischio inon­da­zio­ni e il loro por­ta­to di mor­te e distru­zio­ne è in for­te incre­men­to, in quan­to le piog­ge tor­ren­zia­li da record han­no subi­to un’im­pen­na­ta negli ulti­mi decen­ni, a cau­sa del riscal­da­men­to glo­ba­le e in par­ti­co­la­re del mag­gio­re imma­gaz­zi­na­men­to di acqua nel­l’at­mo­sfe­ra che si veri­fi­ca all’au­men­ta­re del­le tem­pe­ra­tu­re», sot­to­li­ne­na­no gli scien­zia­ti del Potsdam Insti­tu­te for Cli­ma­te Impact Research.

In con­clu­sio­ne, dichia­ra­re lo sta­to di emer­gen­za cli­ma­ti­ca dovreb­be impli­ca­re il pre­va­le­re del­la que­stio­ne pla­ne­ta­ria del cam­bia­men­to cli­ma­ti­co e dei suoi dan­ni irre­ver­si­bi­li alle con­di­zio­ni per la vita uma­na sugli inte­res­si di bot­te­ga del sovra­ni­smo fio­ren­ti­no. Oltre­tut­to, tesi ad aumen­ta­re in modo con­si­sten­te il traf­fi­co aereo nel capo­luo­go tosca­no. Se lo sapes­se Greta.

Ema­nue­la Amendola[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

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