[vc_row][vc_column][vc_column_text]In occasione della Settimana Europea della Mobilità, abbiamo riassunto cinque proposte per la città di Alessandria, avvolta per settimane dalla caligine dei tubi di scappamento delle auto, incastrata nelle lamiere tra il traffico. Il rapporto annuale di Legambiente conferma ogni anno la nostra città tra le prime in Italia per inquinamento atmosferico. Se il grigio della nebbia la perseguita da sempre, il grigio maligno dello smog la uccide — lentamente — da molti anni.
La scorsa primavera abbiamo organizzato e partecipato, insieme a una decina di associazioni ambientaliste, alla campagna civica alessandrina Maldaria. I risultati del rilevamento della qualità dell’aria dicono che tra febbraio e marzo 2019 la presenza di biossido di azoto, inquinante generato dai veicoli a motore, ha superato i limiti di legge nel 16% dei punti di controllo. L’abuso dell’auto privata, quasi mai condivisa, crea assembramenti e disagi intorno a punti critici, come le scuole, e scoraggia l’accesso alle vie del centro da parte di pedoni, ciclisti e persone con disabilità.
Per migliorare la viabilità e ridurre l’inquinamento occorre mettere a disposizione degli utenti modalità alternative utili, efficaci ed accessibili per spostarsi da, verso e all’interno del centro urbano. Abbiamo preparato una piccola lista di proposte essenziali per una mobilità alessandrina “dolce” e sostenibile, che tenga conto delle esigenze di tutti i cittadini.
Primo: occorre sistematizzare le piste ciclabili realizzando una rete, anzi, una bicipolitana, come hanno fatto i comuni di Pesaro e di Collegno, per esempio. Una bicipolitana è per l’appunto una rete di piste ciclabili strutturate come le linee di una metropolitana, ognuna associata ad un colore, per garantire la copertura dei luoghi cruciali della città. La locale sezione di Fiab — ‘Gli amici delle bici’ — ha fatto notare già alcuni anni fa la mancanza di un criterio nella progettazione dei percorsi ciclabili: le piste alessandrine non portano da nessuna parte, sono tronconi messi lì, senza pensare a dove le persone necessitano realmente di andare.
Secondo: gli accessi alla città devono essere resi sicuri per le biciclette. Manca del tutto una separazione dei flussi. Le strade sono pensate solo per le automobili. Chi vuole accedere alla città dalle frazioni, procedendo in bicicletta, rischia letteralmente la vita. In queste settimane è circolata una petizione promossa dalla citata Fiab, che abbiamo condiviso e sostenuto. Ma l’amministrazione non ha battuto ciglio.
Terzo: la buona notizia è che esistono infrastrutture alternative all’automobile per accedere e muoversi in città e sono il bus, le corriere, il treno. Ma i tre servizi sono disarticolati tra di loro, le stazioni e gli orari spesso non coincidono. Raccogliendo una parte della proposta dell’ingegner Marinoni, quella immediatamente applicabile, chiediamo quindi sia adottato un biglietto unico bus-corriera-treno e che gli orari fra questi tre servizi siano coordinati.
Quarto: il comune di Collegno ha allestito un’applicazione, disponibile per gli smartphone, che illustra il miglior percorso per i ciclisti lungo le corsie della bicipolitana, con tanto di tempo di percorrenza. Una sorta di Google Maps pubblico per la mobilità urbana. La proposta è quella di realizzare un’app simile, che integri i percorsi ciclabili con le corse dei bus cittadini, gli orari e la loro posizione lungo il tragitto prescelto; la possibilità di acquistare il biglietto online.
Quinto: infine, una misura semplice, per facilitare la mobilità verso le scuole, sconti sul prezzo dell’abbonamento agli studenti. In questo modo, forse, non avremo più code di macchine che si accodano disordinate davanti agli ingressi delle scuole cittadine.
Riccardo Barena
Davide Serafin
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