[vc_row][vc_column][vc_column_text]Saremo in piazza per il quarto sciopero globale per il clima, il giorno dopo la dichiarazione di emergenza climatica da parte del Parlamento Europeo, per unirci ai ragazzi e alle ragazze e agli adulti che li sostengono nella richiesta di azioni efficaci per affrontare la crisi climatica.
Gli eventi climatici estremi di questi giorni ci dicono che non si tratta di maltempo, come continuano a titolare molti giornali, ma che siamo in piena crisi climatica, i cui effetti sono resi ancora più micidiali da anni di politiche miopi e di grandi opere inadeguate e cementificazione dalle conseguenze drammatiche.
Il 29 novembre saremo perciò in tutte le piazze dove si sciopera per il clima, insieme a milioni di persone in tutto il mondo, che gridano sempre più forte ad orecchie che sembrano non voler sentire, come ci dicono le aule del parlamento vuote quando è in programma la discussione sul tema dell’emergenza climatica e ambientale. Come ci dicono le reazioni isteriche di fronte alla proposta di applicare la plastic tax (che ora è stata tagliata del 70%: la tassa, non la plastica). Come ci dice l’insufficiente “Decreto clima” (altro che “Green New Deal”).
Non è il più il momento delle dichiarazioni fatte apposta per attestarsi in una delle cinquanta sfumature di verde che sembrano aver contagiato tutti — e mano male, se non fosse che i fatti stentano a seguire. È il momento di misure possibili e necessarie che davvero governino il cambiamento climatico. È il momento di ascoltare i ragazzi e le ragazze che domani, anche se è il Black Friday, chiederanno, ancora, che il futuro invece che nero, sia verde. Sul serio. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]