Si è rinunciato con disinvoltura, dopo un’estate di sconcertante inerzia, all’incremento del personale e degli spazi scolastici che si dava per scontato già a maggio, quando era opinione comune che sarebbe stato necessario per garantire il diritto allo studio e insieme la tutela della salute.
Si è fatto un ricorso massiccio al precariato come pezza per coprire in parte e all’ultimo momento le mancanze di cui sopra, attraverso un reclutamento frettoloso, incurante delle esigenze della didattica, che comunque non ci eviterà di iniziare l’anno con grave carenza di insegnanti.
Poi è arrivata l’ordinanza fuori tempo massimo del governatore Cirio che, decretando la misurazione della temperatura a scuola a tre giorni dall’inizio delle lezioni, ha mandato all’aria la tempistica delle entrate scaglionate elaborata nelle settimane scorse, aumentato il pericolo di assembramento all’ingresso dei plessi e costretto gli istituti scolastici a fare i salti mortali per predisporre comunicazioni last minute verso le famiglie e autocertificazioni che non tutti riusciranno a utilizzare già lunedì.
E ora — chi se lo aspettava — emerge il fatto che l’assenza di una strategia di raccordo tra le nuove modalità di accesso a scuola e l’organizzazione del trasporto pubblico, oltre a creare problemi logistici, causerà un maggior ricorso all’auto privata, con conseguente diminuzione della sicurezza stradale e aumento dei rischi per la salute causati dall’inquinamento atmosferico (ad Alessandria già ben oltre i limiti da anni).
Il senso di responsabilità e la coscienza civica che ragazze e ragazzi dovranno sviluppare durante il loro percorso di studi, per diventare cittadine e cittadini, non potranno certo dire di averli imparati dai decisori politici ai quali attualmente è affidato il destino della scuola.
Riccardo Barena, Possibile Alessandria comitato Macchiarossa