In questi giorni, in molte città italiane sono stati organizzati dei presidi (autorizzati e non autorizzati) per protestare contro le disposizioni contenute nell’ultimo DPCM.
Anche Varese ha voluto aggiungersi a questo elenco di piazze, ma come capita spesso, a Varese qualcuno riesce sempre a distinguersi in peggio.
Ieri sera, in una manifestazione dove erano di casa anche i saluti romani e dove era evidente la presenza dei gruppi neofascisti della zona, è stato esposto, nell’indifferenza generale, uno striscione omofobo e violento che nulla aveva a che fare con i contenuti del DPCM: “Casalino ricchione, Conte il suo pappone”.
Ci chiediamo cosa c’entri l’orientamento sessuale delle persone con i contenuti del DPCM e con le critiche al Governo. Purtroppo quando le organizzazione fasciste e di destra scendono in piazza è scontato trovare striscioni di questo tenore.
Condanniamo la violenza di quello striscione e condanniamo una piazza che con il suo silenzio ha dimostrato di condividere e di non essere disturbata da quel messaggio.
Auspichiamo che qualcuno oggi prenda posizione su quanto avvenuto ieri sera, e ci riferiamo in modo particolare agli esponenti politici varesotti e non, che ieri sera erano in piazza, alle istituzioni democratiche ma anche alle associazioni di categoria che stanno scendendo in piazza in queste sere.
Noi crediamo che il dissenso, anche quello organizzato da associazioni di categorie o semplici cittadini, se espresso civilmente e se ha davvero a cuore gli interessi delle persone per cui dice di scendere in piazza, dovrebbe prendere le opportune distanze da questi episodi.
Approfittiamo infine per ribadire due aspetti politici che sosteniamo da sempre. Le organizzazioni e i gruppi fascisti vanno sciolti mentre a chi continua a ribadire che in Italia non c’è bisogno di una legge che contrasti l’omolesbobitransfobia, ribadiamo che dopo l’episodio di Varese questa è ancora più necessaria.
Walter Girardi
Portavoce Comitato Rosa Parks di Varese Possibile.