La qualità dell’aria a Milano e nel resto della Lombardia sta peggiorando giorno dopo giorno, dimostrando quanto le misure messe in atto da parte della Regione Lombardia siano assolutamente insufficienti.
I dati più preoccupanti sono quelli relativi al PM10 e al PM2.5, che da giorni si mantengono purtroppo su livelli elevati, a volte anche oltre il doppio del limite massimo.
Il 23 febbraio 2021 sono state attivate le misure temporanee antinquinamento di primo livello per tutte le provincie lombarde (a esclusione di quella di Sondrio). Entrano in vigore per i comuni sopra i 30.000 abitanti e in quelli aderenti su base volontaria.
Come se l’inquinamento potesse scegliere di fermarsi o spostarsi in un Comune di 30.000 abitanti o in uno più piccolo.
Le misure di limitazione si applicano ai veicoli fino a euro 4 diesel (NB: dall’11 gennaio 2021 sono sottoposti a limitazioni anche se con FAP idoneo), riscaldamento domestico (riduzione di 1 grado delle temperature nelle abitazioni), agricoltura (divieto di spandimento liquami zootecnici), combustioni all’aperto (divieto assoluto di: accensione fuochi, falò, barbecue, fuochi d’artificio).
Tutto qui? Purtroppo sì. E quanto queste misure siano limitate è evidente guardando questa cartina: in colore arancione trovate i comuni dove si applica le limitazioni mentre nel resto dei comuni colorati di bianco queste limitazioni non si applicano.
La Regione Lombardia, sin dai tempi in cui era governata da Formigoni, ha sempre prodotto una serie di normative per contrastare l’inquinamento atmosferico decisamente blande e insufficienti. Erano altri gli interessi da tutelare e salvaguardare, mentre le questioni ambientali non godevano e non godono nemmeno oggi della giusta attenzione e importanza che invece meritano. Soprattutto e anche a fronte di quanto sta avvenendo. Ma sembra che i nostri amministratori regionali siano completamente distratti e non possiamo più permetterci di avere amministratori distratti.