“Classi pollaio”: come pensa di aprire le scuole il Ministro Bianchi?

Dopo un anno di assenza di scuola nella vita delle ragazze e dei ragazzi non si può pensare assolutamente di lasciare tutto come prima; occorrono investimenti ingenti su organici ed edilizia scolastica per creare tempi e spazi nuovi e dare alla scuola la possibilità di essere la leva su cui far ripartire il Paese.

La boz­za del decre­to sugli orga­ni­ci dei docen­ti per il pros­si­mo anno sco­la­sti­co è la foto­co­pia di quel­lo dell’anno scorso.

Che, lo ave­va­mo denun­cia­to, era già sta­to un prov­ve­di­men­to incre­di­bi­le, con­si­de­ra­to che era usci­to ad apri­le 2020, quin­di avreb­be dovu­to tener con­to del­le nuo­ve neces­si­tà lega­te alla pandemia.

A distan­za di un anno in cui stia­mo assi­sten­do a una scuo­la a sin­ghioz­zo con pochis­si­ma pre­sen­za e tan­tis­si­ma didat­ti­ca a distan­za, il fat­to che il Mini­ste­ro dell’Istruzione pro­pon­ga anco­ra la stes­sa for­mu­la che è chia­ra­men­te insuf­fi­cien­te e inef­fi­ca­ce, è dav­ve­ro irricevibile.

Aumen­ta­re gli orga­ni­ci è indi­spen­sa­bi­le per poter ridur­re il nume­ro degli alun­ni per clas­se, non solo ai fini del distan­zia­men­to neces­sa­rio per moti­vi sani­ta­ri ma- ed era un’esigenza anche pri­ma del­la pan­de­mia- per un inter­ven­to didat­ti­co più effi­ca­ce, per segui­re tut­ti gli stu­den­ti e le stu­den­tes­se con mag­gior attenzione.

Tut­te le for­ze poli­ti­che e gli espo­nen­ti di gover­no con­ven­go­no sul fat­to che le clas­si pol­la­io sia­no un male del­la scuo­la da estir­pa­re: per­ché poi, quan­do c’è da inter­ve­ni­re nel­le sedi oppor­tu­ne que­sta esi­gen­za pas­sa nel dimenticatoio?

La boz­za del decre­to aggiun­ge 1000 docen­ti per la scuo­la d’infanzia e 5000 docen­ti di soste­gno, che andran­no per il 20 % alla sola Lom­bar­dia, men­tre all’insieme del­le regio­ni del Sud spet­te­rà solo il 19% dell’organico; tut­to que­sto coste­rà il taglio di 650 posti agli isti­tu­ti pro­fes­sio­na­li – tra docen­ti disci­pli­na­ri e inse­gnan­ti tec­ni­co-pra­ti­ci- e del cosid­det­to “orga­ni­co Covid”, un con­tin­gen­te di 70 mila lavo­ra­to­ri e lavo­ra­tri­ci sot­to­pa­ga­ti che il mini­ste­ro ave­va assun­to in cor­sa a ini­zio anno sco­la­sti­co e che nel­la boz­za del decre­to non è confermato.

Come se si potes­se­ro scam­bia­re le neces­si­tà degli alun­ni con disa­bi­li­tà con quel­la di altri alunni.

In que­sto qua­dro deso­lan­te, che ci augu­ria­mo cam­bi nel­la ste­su­ra defi­ni­ti­va del decre­to, come pen­sa di apri­re le scuo­le il 1 set­tem­bre il Mini­stro Bianchi?

Si può pen­sa­re di attua­re i pat­ti edu­ca­ti­vi di comu­ni­tà sen­za pri­ma por­re rime­dio alle feri­te che la Scuo­la accu­mu­la da decenni?

O si pen­sa che il ter­ri­to­rio, indi­spen­sa­bi­le per l’educazione infor­ma­le, deb­ba far­si cari­co di quel­la for­ma­le che solo la Scuo­la, come fun­zio­ne del­lo Sta­to, può svolgere?

Dopo un anno di assen­za di scuo­la nel­la vita del­le ragaz­ze e dei ragaz­zi non si può pen­sa­re asso­lu­ta­men­te di lascia­re tut­to come pri­ma; occor­ro­no inve­sti­men­ti ingen­ti su orga­ni­ci ed edi­li­zia sco­la­sti­ca per crea­re tem­pi e spa­zi nuo­vi e dare alla scuo­la la pos­si­bi­li­tà di esse­re la leva su cui far ripar­ti­re il Paese.

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.