Il tanto declamato “modello Liguria” di Toti, anche per quanto riguarda la campagna vaccinale, sta mostrando tutte le sue lacune: gli over 80 vaccinati con doppia dose sono ad oggi il 37,9% (il 7,2% della popolazione complessiva ha completato il ciclo), le vaccinazioni per i pazienti ultrafragili vanno a rilento e solamente l’1,9% dei liguri nella fascia 70–79 è stato vaccinato con due dosi (il 14,4% ha ricevuto una dose). Ad oggi, dati del Ministero della Salute, in Liguria sono state somministrate solamente il 73,6% delle dosi consegnate, quintultima posizione nella classifica nazionale guidata dalla Valle d’Aosta.
Le vaccinazioni a domicilio sono di fatto non ancora iniziate (si aspetta J&J?) e per quei pazienti non deambulanti che, stufi di attendere, decidessero di recarsi in un centro vaccinale ecco l’amara sorpresa: il trasporto in ambulanza non viene rimborsato da Regione Liguria ma è a pagamento in quanto non rientra tra le prestazioni ad oggi rimborsabili. Parliamo di pazienti ultravulnerabili affetti da patologie come Sla, Sclerosi Multipla, pazienti oncologici e tutti quei pazienti che normalmente beneficiano di trasporto in ambulanza rimborsato appunto perché non deambulanti. In tutto ciò i Medici di Famiglia e i Medici Specialisti Ospedalieri e non hanno le mani legate.
Dopo aver atteso per mesi invano la vaccinazione domiciliare possibile che per l’unica via sia pagare il trasporto di tasca propria?
Per non parlare delle vaccinazioni ai caregivers di cui pare ancora non esserci traccia.
Inoltre vale la pena ricordare che i grandi centri vaccinali genovesi sono in gran parte gestiti da privati, si pensi alla Fiera del Mare in mano a Confindustria Sanità e al gruppo Villa Montallegro di Francesco Berti Riboli, e al polo di San Benigno gestito da Casa della Salute.
La gestione della pandemia da parte di Regione Liguria e Alisa è sempre più discutibile.