E così il Governo ha deciso di abbassare l’Iva sugli assorbenti femminili al 10%, bene ma non benissimo visto che la misura corretta sarebbe quella del 4%, ma in più viene da chiedersi cosa stiano facendo esattamente i partiti in Parlamento se su una misura di questo tipo arrivano a farsi bagnare il naso da Draghi, che dando un taglio a un immobilismo che va avanti da anni decide da solo di intervenire su una questione su cui loro non sono stati in grado di fare nulla, tenendo sempre ben presente che se ne parla da anni.
Osservazioni simili si potrebbero fare a proposito di eutanasia e cannabis legale, che andranno – si spera — a referendum grazie alle firme dei cittadini, e lo stesso ci si augura accada per la proposta di legge d’iniziativa popolare sul salario minimo su cui Possibile si impegna a raccogliere adesioni.
Poiché dopo le amministrative i giornali sono pieni di ragionamenti geometrici sulle alleanze, col fronte progressista che deve trovare il modo di tenere insieme uno schema comprendente Pd, sinistra, M5s, Azione e Italia Viva, ipotesi su cui gli interessati stessi hanno molti dubbi, viene da chiedersi se il banco di prova ideale per qualsiasi ipotesi di alleanza non potrebbe essere proprio il Parlamento, in particolare sui temi rispetto ai quali il Governo Draghi, per sua natura, tendenzialmente sarà magari meno propenso a mettere il becco.
Detto in parole più semplici, se questo ipotetico fronte non si trova, oggi, su una serie di questioni che si possono portare avanti in aula, subito, perché mai dovrebbe funzionare domani, sulla sola base di un calcolo aritmetico, di una sommatoria che come ci dicono le passate esperienze poi è sempre inferiore al risultato atteso?
Inoltre, dopo aver ascoltato il levarsi degli alti lai ai tempi del referendum sulla riduzione dei parlamentari, non sarebbe questo anno e mezzo che manca alla fine della legislatura corrente il momento ideale per dimostrare che il Parlamento serve a qualcosa, e che non è solo il Governo la sede delle iniziative legislative? Invece, tutto tace, come ormai è norma da tempo, da ben prima dell’arrivo di Draghi, con maggioranze di ogni stagione e di ogni colore. E poi però ci si rabbuia, quando si scopre che i cittadini non vanno a votare, quando viene fuori che per loro il Parlamento non serve a niente, e ci si allarma per la facilità con cui lo Spid permette di raccogliere le firme, su faccende rispetto alle quali però sfortunatamente il Parlamento non batte colpo.
Chi è causa del suo mal…