Cosa cambierà con l’autonomia differenziata, se non vinceremo il referendum? Cominciamo dai programmi scolastici.
Vogliamo provare a dare un quadro più chiaro possibile riguardo alle enormi differenze che si andranno a creare nella scuola se dovesse essere messo in atto il decreto che spaccherà l’Italia non in due, ma in venti.
In senso generale sappiamo già che l’autonomia differenziata creerà forti disparità, sorpassando il principio di uguaglianza esplicitato nella nostra Costituzione (“la scuola è aperta a tutti”).
Le regioni potranno decidere di modificare le discipline ed il loro peso nel monte ore complessivo, mentre oggi per ogni disciplina è indicato un numero preciso di ore settimanali, uguali in tutto il territorio nazionale.
Se dovesse passare il ddl Calderoli, una regione potrebbe decidere, ad esempio, di introdurre il proprio dialetto tra le materie di insegnamento obbligatorio.
Oppure potrebbe cambiare il curricolo di Storia, decidendo di approfondire alcuni periodi a discapito di altri.
Se le Indicazioni Nazionali (non a caso sotto assedio in questo giorni) indicano traguardi ed obiettivi, è perché l’istruzione ed il livello della stessa deve essere uguale per un* student* di Aosta o di Palermo, senza distinzione rispetto ai contenuti.
Pur essendo già stata raggiunta la soglia minima di 500.000 firme per il referendum contro l’autonomia differenziata, questo è solo il primo importante passo verso l’abrogazione del DDL Calderoli.
Continuate a firmare, online e ai banchetti, per dare più forza alla nostra posizione. E prepariamoci: quello che farà la differenza sarà il voto a cui verremo chiamati nel 2025.
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