Grazie per l’invito e buon lavoro a Fiorella Zabatta e Angelo Bonelli, eletti co-portavoce nazionali, e a tutte le nuove cariche che escono da questo congresso.
Molto è già stato detto del clima nero e preoccupante che c’è in Europa e nel mondo. Delle politiche che vogliono farci tornare indietro, che vogliono tenerci inchiodati alle energie fossili, alle guerre, allo sfruttamento delle persone e delle risorse, alla repressione delle idee e dei corpi.
E a questa marea nera il verde che caratterizza questo congresso è una risposta potente e necessaria. Come lo è il lavoro su giustizia ambientale e giustizia sociale che è la cifra di Alleanza Verdi e Sinistra, e in cui con Possibile, il partito che rappresento, ci riconosciamo, come dimostrano i percorsi comuni. Oggi entrando qui ho salutato tante facce amiche con cui abbiamo condiviso le battaglie e anche le campagne degli ultimi anni, e con cui stiamo lavorando nelle istituzioni a portare i temi che ci stanno a cuore.
Eppure, nel paese ancora troppe persone scelgono di votare chi nega l’urgenza della crisi climatica, mentre intorno a noi ne vediamo gli effetti devastanti sui nostri territori. A chi agita lo spauracchio dei costi della transizione vorrei chiedere se i costi di ricostruire e contare le vittime sono invece accettabili. Per noi la risposta è ovviamente no, e dobbiamo lavorare con chi risponde allo stesso modo a questa domanda e a quelle sui diritti dei lavoratori e lavoratrici, sull’urgenza di difendere la democrazia in questo paese, a partire dal diritto allo sciopero, sulla necessità di un progetto che riduca le disuguaglianze e le discriminazioni — di genere, verso la comunità lgbti, verso le persone razzializzate.
Questa lotta deve essere intersezionale, perché l’intersezionalità è la chiave del presente e del futuro. Le lotte sono collegate, e guardate che questa cosa la destra l’ha capita benissimo. Infatti sono negazionisti della crisi climatica, sono xenofobi, omolesbobitransfobici, sessisti. E non va dimenticato un altro “ismo”: il classismo. La destra pensa solo solo a chi ce la fa già, lo abbiamo visto con l’abolizione del reddito di cittadinanza. Invece è proprio per chi sta peggio che bisogna mobilitarsi. Per le persone oppresse, ovunque, come dimostra la necessità di essere al fianco del popolo palestinese.
Sono d’accordo con tantissime delle cose che sono state dette, delle proposte fatte, delle battaglie da fare insieme. Aggiungo enfasi sul tema dell’emergenza abitativa. Negli ultimi anni ho partecipato a un Congresso dei Verdi Europei in cui il lavoro di elaborazione e proposta politica su questo tema era stato centrale. Un tema su cui l’unica risposta del governo è stata quella di rendere abitabili per legge mansarde e micronegozi che prima non lo erano. Quando parliamo di casa, parliamo di persone: giovani che non riescono ad andare a vivere da soli, famiglie a rischio sfratto, studenti e studentesse alla prese con affitti assurdi, migranti che subiscono anche il problema del razzismo, a proposito di intersezionalità.
Un’ultima cosa: sono contenta di essere qui a condividere con voi questo momento di confronto interno e tra partiti perché chi gira il paese si confronta con la scarsa fiducia nei partiti e nelle associazioni, con la difficoltà delle persone a partecipare, persino a esercitare il diritto di voto. Ma partecipare e farlo militando in un partito è molto importante. I partiti possono essere e sono — lo dice la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza — il luogo in cui esercitare la nostra necessità di cambiamento. E di cambiamento abbiamo un disperato bisogno.