L’indipendenza delle persone con disabilità passa (anche) dall’indipendenza economica

È la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, e ancora una volta ribadiamo quanto sia urgente e necessario un cambiamento sociale e culturale per la piena indipendenza di tutte e tutti. C’è tanto da fare, dalla revisione delle pensioni di invalidità a un piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche, passando per il tabù - da abbattere al più presto - sull’assistenza sessuale. Una forma fondamentale di autonomia è quella economica.

È la Gior­na­ta Inter­na­zio­na­le del­le Per­so­ne con Disa­bi­li­tà, e anco­ra una vol­ta riba­dia­mo quan­to sia urgen­te e neces­sa­rio un cam­bia­men­to socia­le e cul­tu­ra­le per la pie­na indi­pen­den­za di tut­te e tutti.

C’è tan­to da fare, dal­la revi­sio­ne del­le pen­sio­ni di inva­li­di­tà a un pia­no per l’eliminazione del­le bar­rie­re archi­tet­to­ni­che, pas­san­do per il tabù — da abbat­te­re al più pre­sto — sull’assistenza sessuale.

Una for­ma fon­da­men­ta­le di auto­no­mia è quel­la eco­no­mi­ca. E, nono­stan­te la Leg­ge 68/1999 e i pro­gres­si in alcu­ni ambi­ti, anche le disu­gua­glian­ze nel mon­do del lavo­ro resta­no mar­ca­te: il tas­so di occu­pa­zio­ne del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà è signi­fi­ca­ti­va­men­te più bas­so rispet­to al resto del­la popo­la­zio­ne, e mol­te azien­de non rispet­ta­no pie­na­men­te gli obbli­ghi di inclu­sio­ne. Attra­ver­so scel­te corag­gio­se e inter­ven­ti mira­ti, la poli­ti­ca può e deve esse­re un moto­re di cam­bia­men­to per tra­sfor­ma­re l’uguaglianza for­ma­le in ugua­glian­za sostanziale.

Raf­for­za­men­to dei con­trol­li sul­l’ap­pli­ca­zio­ne del­le nor­ma­ti­ve per l’inserimento lavo­ra­ti­vo, adat­ta­men­ti ambien­ta­li nei luo­ghi di lavo­ro per abbat­te­re le bar­rie­re che limi­ta­no acces­so e per­ma­nen­za, incen­ti­vi mira­ti alle azien­de che favo­ri­sco­no l’inclusione e la valo­riz­za­zio­ne del­le com­pe­ten­ze del­le per­so­ne con disa­bi­li­tà: sono solo alcu­ni dei pri­mi pas­si per una miglio­re appli­ca­zio­ne del­la legge.

Una luce va acce­sa su un tipo di disa­bi­li­tà spes­so dimen­ti­ca­ta, quel­la men­ta­le. Le per­so­ne con disa­bi­li­tà men­ta­le affron­ta­no una serie di sfi­de spe­ci­fi­che nel­l’es­se­re assun­te, pri­mo fra tut­ti lo stig­ma. È neces­sa­rio quin­di fare un lavo­ro cul­tu­ra­le e socia­le per sen­si­bi­liz­za­re non solo dato­ri e datri­ci di lavo­ro, ma tut­ta la socie­tà, per com­bat­te­re i pre­giu­di­zi. E van­no garan­ti­ti incen­ti­vi alle azien­de che attua­no adat­ta­men­ti ambien­ta­li e garan­ti­sco­no la fles­si­bi­li­tà di ora­rio e di spa­zio di cui c’è bisogno. 

In mol­te pro­vin­ce ita­lia­ne è atti­vo, gra­zie ai ser­vi­zi socia­li e i ser­vi­zi di salu­te men­ta­le, il model­lo del­l’Indi­vi­dual Pla­ce­ment and Sup­port. È un model­lo impor­tan­te, che garan­ti­sce soste­gno nel­la crea­zio­ne del CV e nel­la pre­pa­ra­zio­ne del col­lo­quio e sup­por­to a col­le­ghi e respon­sa­bi­li, e va garan­ti­to in tut­to il ter­ri­to­rio nazionale.

Mar­ta Leoni

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