Sono già 11 le persone senza fissa dimora che, nei primi sei giorni del 2025, sono state trovate morte per strada. Praticamente, due al giorno.
Più di 700 i morti che si contano tra il 2022 e il 2023.
A tutto il 2024, secondo i dati dell’ISTAT, sono quasi 97.000 le persone senza tetto e senza dimora sul territorio nazionale.
Dato che non tiene conto del “sommerso”, perché prende in considerazione le sole persone iscritte all’anagrafe escludendo i non censiti.
Sempre un’indagine ISTAT dello scorso anno rivela che 1 casa su 3 in Italia non è abitata.
Il 33% delle abitazioni è sfitto o non assegnato a individui a cui viene così negato il diritto fondamentale economico, sociale e culturale ad un adeguato alloggio e riparo, tema cardine di giustizia sociale citato nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (Art. 25).
Il fenomeno delle abitazioni sfitte diventa più rilevante e critico soprattutto nelle grandi città, dove si concentrano un maggior numero di indigenti, ma dove la bolla degli affitti brevi distorce e piega il soddisfacimento dei bisogni fondamentali alle mere logiche del libero mercato.
Il Giubileo a Roma ne è un esempio eclatante.
Già oggi, Roma è la terza città in Europa (dopo Londra e Parigi) per numero di alloggi dedicati agli affitti brevi.
Ci sono zone della città dove il rapporto tra posti letto offerti su Airbnb e residenti supera il 70% del totale degli alloggi disponibili.
E questo succede perché, alle condizioni date, l’affitto breve è molto più remunerativo, oltre che molto meno “rischioso” in termini di riappropriazione della titolarità dell’immobile da parte della proprietà, rispetto a formule più classiche di locazione.
Nell’arco del 2025, la Capitale si aspetta di ospitare oltre 35 milioni di pellegrini, quando non si ha idea di come dotare di un alloggio dignitoso 18mila famiglie che da più di 10 anni sono in attesa dell’assegnazione di una casa popolare.
Dati alla mano, la vera indulgenza sarebbe rendere agibili le costruzioni di edilizia popolare.
E aprire le case sfitte, anziché le porte sante.
Perché non sia un principio di carità cristiana a determinare la realizzazione sociale della dignità umana.
Abitare Possibile