A Catania la vera emergenza sicurezza sono le scuole che crollano

[vc_row][vc_column][vc_column_text]All’inizio dell’anno sco­la­sti­co, una dele­ga­zio­ne com­po­sta da stu­den­tes­se e stu­den­ti medi cata­ne­si si è reca­ta in pre­fet­tu­ra per con­se­gna­re un dos­sier sul­le pro­ble­ma­ti­che strut­tu­ra­li che col­pi­sco­no gli isti­tu­ti sco­la­sti­ci da cin­que anni a que­sta par­te, sen­za otte­ne­re rispo­ste con­cre­te da par­te del Pre­fet­to, che repli­ca­va con un’ennesima richie­sta di attesa.

A gen­na­io la pro­te­sta è cul­mi­na­ta in un’occupazione di tut­ti gli isti­tu­ti sco­la­sti­ci del­la cit­tà. L’occupazione del liceo scien­ti­fi­co Bog­gio Lera si è con­clu­sa mar­te­dì sera con lo sgom­be­ro da par­te del­la Digos per ragio­ni poco chia­re: gli stu­den­ti, infat­ti, nel momen­to in cui la richie­sta di dia­lo­go con il Pre­fet­to era final­men­te sta­ta accol­ta, ave­va­no già con­cor­da­to con il vica­rio che l’indomani avreb­be­ro ricon­se­gna­to l’istituto.

Le ragio­ni dell’occupazione van­no ricon­dot­te a quel­la che gli stu­den­ti denun­cia­no come “mala gestio­ne” nell’utilizzo dei fon­di per la mes­sa in sicu­rez­za dell’istituto, che ver­sa in con­di­zio­ni fati­scen­ti: infil­tra­zio­ni e dan­ni riscon­tra­ti a segui­to del­le pri­me piog­ge inver­na­li, man­ca­to fun­zio­na­men­to dei siste­mi di riscal­da­men­to, vetri del­le fine­stre del­le aule rot­ti da mesi. Nel­la suc­cur­sa­le dell’istituto lo sta­to di cri­ti­ci­tà è mag­gio­re. La pale­stra è ina­gi­bi­le da due anni e, seb­be­ne sia­no arri­va­ti i finan­zia­men­ti dal MIUR, non è anco­ra sta­to auto­riz­za­to l’utilizzo dei fon­di dal­le auto­ri­tà com­pe­ten­ti per avvia­re i lavo­ri di ristrut­tu­ra­zio­ne del tet­to per la mes­sa in sicu­rez­za del­la palestra.

L’obiettivo di que­ste pro­te­ste — come dichia­ra­to dagli stes­si stu­den­ti occu­pan­ti — non è di cer­to quel­lo di sal­ta­re gior­ni di scuo­la, ma di sol­le­ci­ta­re un dia­lo­go con le isti­tu­zio­ni per tro­va­re solu­zio­ni che con­sen­ta­no a chi vive la scuo­la tut­ti i gior­ni di stu­dia­re in un ambien­te sicu­ro e a nor­ma.

In que­sto fran­gen­te, nume­ro­se sono le resi­sten­ze incon­tra­te da par­te dei diri­gen­ti sco­la­sti­ci, a cui spet­ta la respon­sa­bi­li­tà di veri­fi­ca­re il rispet­to del­la nor­ma­ti­va sul­la sicu­rez­za e di inco­rag­gia­re un con­fron­to aper­to con gli stu­den­ti al fine di non abban­do­nar­li a loro stes­si. La pre­si­de del Bog­gio Lera ha accol­to le richie­ste rela­ti­ve allo sta­to di degra­do del­la suc­cur­sa­le, ma ha liqui­da­to le moti­va­zio­ni espres­se nel comu­ni­ca­to stam­pa dif­fu­so dagli stu­den­ti il 9 gen­na­io come “alea­to­rie”, negan­do lo sta­to di degra­do del­la strut­tu­ra prin­ci­pa­le e asse­ren­do che le richie­ste e le ana­li­si dei fat­to­ri di rischio rela­ti­ve alle aule fos­se­ro sta­te tem­pe­sti­va­men­te valu­ta­te e risolte.

Anche la pre­si­de dell’istituto Spe­da­lie­ri ha mini­miz­za­to le pro­ble­ma­ti­che e inti­ma­to prov­ve­di­men­ti disci­pli­na­ri in caso di ulte­rio­ri mani­fe­sta­zio­ni. Duran­te l’ultima assem­blea di isti­tu­to si è veri­fi­ca­to un gra­ve epi­so­dio in cui uno stu­den­te ha rischia­to la vita pren­den­do la scos­sa dal micro­fo­no. Nono­stan­te le richie­ste di revi­sio­ni per atte­sta­re lo sta­to di sicu­rez­za del­lo sta­bi­le, nell’unico docu­men­to a dispo­si­zio­ne degli stu­den­ti si leg­ge che gli impian­ti sal­va­vi­ta non sono asso­lu­ta­men­te monitorati.

Nume­ro­se sono, inol­tre, le pro­ble­ma­ti­che lega­te all’alta sismi­ci­tà del ter­ri­to­rio etneo. Come denun­cia il rap­por­to “Eco­si­ste­ma Scuo­la 2018” di Legam­bien­te, la veri­fi­ca di vul­ne­ra­bi­li­tà sismi­ca è sta­ta ese­gui­ta su pochis­si­me scuo­le del­la Cit­tà Metro­po­li­ta­na. Solo una mino­ran­za del­le strut­tu­re sco­la­sti­che è sta­ta costrui­ta con cri­te­ri anti­si­smi­ci. Le con­se­guen­ze sono quel­le a cui abbia­mo assi­sti­to in segui­to all’ultimo ter­re­mo­to che ha col­pi­to la zona pede­mon­ta­na, pro­vo­can­do ingen­ti dan­ni strut­tu­ra­li a mol­te strut­tu­re sco­la­sti­che che sono sta­te dichia­ra­te inagibili.

Inve­ce di stan­zia­re fon­di per un pia­no straor­di­na­rio in mate­ria di edi­li­zia sco­la­sti­ca che con­sen­ta di ren­de­re le strut­tu­re agi­bi­li secon­do cri­te­ri di sicu­rez­za, vivi­bi­li­tà, acco­glien­za e soste­ni­bi­li­tà eco­lo­gi­ca, il gover­no e il comu­ne di Cata­nia pre­fe­ri­sco­no ricor­re­re a inve­sti­men­ti una tan­tum in inter­ven­ti repres­si­vi che mor­ti­fi­ca­no la fun­zio­ne edu­ca­ti­va del­la scuo­la.

Nell’ambito dell’operazione “Scuo­le Sicu­re” pro­mos­sa dal Mini­ste­ro dell’Interno, il coor­di­na­to­re regio­na­le agli Enti Loca­li del­la Lega Fabio Can­ta­rel­la annun­cia­va, tra set­tem­bre e otto­bre del­lo scor­so anno, lo stan­zia­men­to di 78500 euro su Cata­nia per inter­ven­ti del­le for­ze di poli­zia al fine di con­tra­sta­re il con­su­mo di sostan­ze stu­pe­fa­cen­ti all’interno del­le scuole.

Su dispo­si­zio­ne del­la Que­stu­ra, nume­ro­si sono sta­ti i bli­tz dei poli­ziot­ti nel­le scuo­le duran­te l’orario di ricrea­zio­ne con l’obiettivo di sor­pren­de­re gli stu­den­ti in pos­ses­so di dro­ghe leg­ge­re o nell’intento di fuma­re siga­ret­te nel­le aree vie­ta­te. Il caso più ecla­tan­te si è veri­fi­ca­to pres­so l’Istituto nau­ti­co Duca degli Abbruz­zi, dove, a segui­to di un dispie­go spro­por­zio­na­to di for­ze e mez­zi, i poli­ziot­ti han­no fer­ma­to e denun­cia­to dodi­ci ragaz­zi che fuma­va­no siga­ret­te nel cor­ti­le e pro­po­sto al diri­gen­te sco­la­sti­co le san­zio­ni da impor­re agli stu­den­ti — sospen­sio­ne di cin­que gior­ni e lavo­ri social­men­te uti­li a scuo­la — nono­stan­te esse sia­no pre­ro­ga­ti­va dei con­si­gli di classe.

Noi di Pos­si­bi­le restia­mo del­la con­vin­zio­ne che i com­por­ta­men­ti a rischio si pre­ven­ga­no tra i ban­chi di scuo­la, attra­ver­so pro­gram­mi di cor­ret­ta infor­ma­zio­ne in mate­ria di sepa­ra­zio­ne tra dro­ghe leg­ge­re e pesanti.

Con la nostra cam­pa­gna nazio­na­le Alla Base La Scuo­la — coor­di­na­ta da Eula­lia Gril­lo — abbia­mo già evi­den­zia­to come ciò non pos­sa esse­re inco­rag­gia­to in alcun modo dal­la crea­zio­ne di un cli­ma repres­si­vo che ha come uni­co risul­ta­to la cri­mi­na­liz­za­zio­ne degli stu­den­ti e l’in­ter­fe­ren­za sul­lo svol­gi­men­to del­l’at­ti­vi­tà didat­ti­ca. In un ter­ri­to­rio in cui alme­no il 70% degli isti­tu­ti sco­la­sti­ci non è a nor­ma rispet­to agli stan­dard di sicu­rez­za, la spet­ta­co­la­riz­za­zio­ne di ope­ra­zio­ni secu­ri­ta­rie fina­liz­za­te a por­ta­re in tro­feo dei ragaz­zi san­zio­na­ti per una siga­ret­ta in cor­ti­le costi­tui­sce un uti­le deter­ren­te per le pro­ble­ma­ti­che rea­li che afflig­go­no la scuo­la.

Lau­ra Carlino

Cata­nia Possibile[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.