A chi interessa la lotta all’evasione contributiva?

Non è soltanto per ragioni economiche che è necessario procedere all’incremento degli organici ispettivi dei tre enti, bensì per la tenuta dello Stato sociale, per la difesa dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, per la tutela delle imprese sane, per il contrasto all’illegalità, allo sfruttamento e al lavoro nero: è in gioco l’eguaglianza sostanziale dei cittadini.

Il 2 dicem­bre 2020 la Com­mis­sio­ne per­ma­nen­te Lavo­ro pub­bli­co e pri­va­to del­la Came­ra ha con­clu­so l’indagine cono­sci­ti­va sul­la rifor­ma del siste­ma del­la vigi­lan­za in mate­ria di lavo­ro, con­tri­bu­zio­ne e assi­cu­ra­zio­ne obbli­ga­to­ria, ope­ra­ta da uno dei decre­ti attua­ti­vi del Jobs Act (n. 149 del 14 set­tem­bre 2015).

Orbe­ne, la Com­mis­sio­ne non ha potu­to che pren­de­re atto che il rior­di­no dei ser­vi­zi ispet­ti­vi effet­tua­to dal gover­no Ren­zi, che nel­le sue inten­zio­ni avreb­be dovu­to por­ta­re ad una mag­gio­re effi­ca­cia del­le azio­ni di con­tra­sto al lavo­ro irre­go­la­re e all’evasione con­tri­bu­ti­va, ha inve­ce cau­sa­to il crol­lo del nume­ro del­le ispe­zio­ni e del­le som­me accer­ta­te.

I dati sul­le ispe­zio­ni con­tri­bu­ti­ve ripor­ta­ti nel docu­men­to appro­va­to dal­la Com­mis­sio­ne sono impietosi:

«Nel 2012 le azien­de ispe­zio­na­te era­no 80.960, nel 2015 era­no 39.548 e nel 2019 sono 14.860; nel 2012 le azien­de accer­ta­te irre­go­la­ri era­no 59 mila, nel 2015 era­no 31.840 e oggi sono 12.033. Il nume­ro di lavo­ra­to­ri irre­go­la­ri riscon­tra­to nel 2012 era di 78 mila, nel 2015 era di 42.892, men­tre oggi sono appe­na 25.836. Il nume­ro di lavo­ra­to­ri total­men­te in nero, nel 2012, era di 44 mila, men­tre oggi risul­ta­no sol­tan­to 9 mila […]. Infi­ne, se il recu­pe­ro dei con­tri­bu­ti eva­si nel 2012 era di 1,124 miliar­di di euro, oggi è di 873 milio­ni di euro».

La prin­ci­pa­le cau­sa di que­sta dra­sti­ca ridu­zio­ne è sta­ta indi­vi­dua­ta nel­la clau­so­la di inva­rian­za degli one­ri intro­dot­ta dal­la rifor­ma – il cosid­det­to “costo zero”, secon­do cui l’Ispettorato Nazio­na­le del Lavo­ro (INL) avreb­be dovu­to ope­ra­re sen­za mag­gio­ri stan­zia­men­ti di risor­se – e nel cor­re­la­to nume­ro insuf­fi­cien­te di ispet­to­ri.

Con la leg­ge di bilan­cio 2019, l’INL ha potu­to ride­ter­mi­na­re la pro­pria dota­zio­ne orga­ni­ca, ma i rela­ti­vi con­cor­si, già ban­di­ti, sono tut­to­ra bloc­ca­ti per inu­ti­li que­stio­ni logi­sti­che. Anco­ra più assur­da è la situa­zio­ne degli ispet­to­ri di INPS e INAIL ridot­ti, rispet­ti­va­men­te, da 1.232 nel 2016 a 1.083 nel 2019 e da 350 del 2016 a 269 nel 2019: que­sti Isti­tu­ti, infat­ti, dispo­nen­do del­le neces­sa­rie risor­se finan­zia­rie per reclu­ta­re per­so­na­le, han­no potu­to recen­te­men­te assu­me­re miglia­ia di dipen­den­ti, ma non han­no potu­to assu­me­re ispet­to­ri a cau­sa di un’insensata nor­ma del decre­to attua­ti­vo del Jobs Act che pone i Fun­zio­na­ri di vigi­lan­za in un “ruo­lo ad esau­ri­men­to” e che, ine­vi­ta­bil­men­te, deter­mi­ne­rà la disper­sio­ne del­le loro pro­fes­sio­na­li­tà e del loro patri­mo­nio di conoscenze.

Noi da ben tre anni (per esem­pio, qui, qui, qui e qui) e, da ulti­mo, nel docu­men­to Next Gene­ra­tion Pos­si­bi­le, ponia­mo l’allarme sul­la ridu­zio­ne del nume­ro degli ispet­to­ri e sul crol­lo del recu­pe­ro dell’evasione con­tri­bu­ti­va, chie­den­do che ven­ga supe­ra­to l’impianto di que­sta rifor­ma, che si pro­ce­da imme­dia­ta­men­te ad un ingen­te pia­no di assun­zio­ni di ispet­to­ri sia pres­so l’Ispettorato Nazio­na­le del Lavo­ro che pres­so l’INPS e l’INAIL e che ven­ga raf­for­za­to il coor­di­na­men­to e lo scam­bio infor­ma­ti­vo fra le diver­se strut­tu­re dei tre Enti.

Final­men­te, anche la Com­mis­sio­ne Lavo­ro ha posto l’accento sul nume­ro insuf­fi­cien­te di ispet­to­ri, sul­la neces­si­tà che gli orga­ni­ci sia­no rim­pin­gua­ti attra­ver­so un signi­fi­ca­ti­vo pro­gram­ma di assun­zio­ni supe­ran­do il prin­ci­pio del “costo zero” e ricon­si­de­ran­do la pre­vi­sio­ne nor­ma­ti­va del “ruo­lo a esau­ri­men­to”, ripor­tan­do così in capo all’INPS e all’INAIL le com­pe­ten­ze in mate­ria di per­so­na­le, il tut­to in un qua­dro raf­for­za­to del­la fun­zio­ne di coor­di­na­men­to dell’INL e in cui sia­no assi­cu­ra­ti l’accesso reci­pro­co e l’interoperabilità del­le diver­se ban­che dati.

Pec­ca­to, però, che le con­clu­sio­ni del­la Com­mis­sio­ne, che noi con­di­vi­dia­mo, di fat­to sono sol­tan­to buo­ni pro­po­si­ti e, ad oggi, le for­ze di gover­no sem­bra­no più inte­res­sa­te a sot­to­se­gre­ta­ri e lot­te di palaz­zo, anzi­ché a ispet­to­ri e lot­ta all’evasione contributiva.

Il Con­cor­so Uni­co Ripam Lavo­ro che con­sen­ti­reb­be l’assunzione di 691 ispet­to­ri del lavo­ro, infat­ti, è sem­pre bloc­ca­to per intop­pi buro­cra­ti­ci; la pro­po­sta di leg­ge n. 2491 pre­sen­ta­ta l’11 mag­gio 2020 alla Came­ra (pri­mo fir­ma­ta­rio l’on. Comi­nar­di del Movi­men­to 5 Stel­le), che pre­ve­de l’abrogazione del “ruo­lo ad esau­ri­men­to” e, di con­ver­so, l’assunzione di ispet­to­ri INPS e INAIL, non è sta­ta nep­pu­re esa­mi­na­ta in pri­ma let­tu­ra dal­la com­pe­ten­te Com­mis­sio­ne; la leg­ge di bilan­cio 2021 non ha pre­vi­sto alcu­no stan­zia­men­to per il reclu­ta­men­to di ispettori.

L’inazione del Gover­no e del Par­la­men­to di fron­te alla mino­re inci­si­vi­tà nel­la lot­ta all’evasione con­tri­bu­ti­va e assi­cu­ra­ti­va, cer­ti­fi­ca­ta dal­la Com­mis­sio­ne Lavo­ro, è ancor più incom­pren­si­bi­le per­ché è evi­den­te che un for­te pia­no di assun­zio­ni di ispet­to­ri INL, INPS e INAIL sareb­be ampia­men­te ricom­pen­sa­to dai mag­gio­ri introi­ti per le finan­ze pub­bli­che (media­men­te, nel 2019, ogni ispet­to­re INPS ha accer­ta­to con­tri­bu­ti eva­si per cir­ca 800.000 euro) e con­sen­ti­reb­be di rein­te­gra­re, per esem­pio, par­te del­le risor­se uti­liz­za­te per gli ammor­tiz­za­to­ri socia­li Covid-19.

Ma non è sol­tan­to per ragio­ni eco­no­mi­che che è neces­sa­rio pro­ce­de­re all’incremento degli orga­ni­ci ispet­ti­vi dei tre enti, ben­sì per la tenu­ta del­lo Sta­to socia­le, per la dife­sa dei dirit­ti del­le lavo­ra­tri­ci e dei lavo­ra­to­ri, per la tute­la del­le impre­se sane, per il con­tra­sto all’illegalità, allo sfrut­ta­men­to e al lavo­ro nero: è in gio­co l’eguaglianza sostan­zia­le dei cit­ta­di­ni.

Fran­co Bianchi

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