[vc_row][vc_column][vc_column_text]Mentre la Lega cerca di smantellare la Legge 194/78, Possibile ne pretende la sua piena applicazione. Alla vergognosa mozione che la Lega ha presentato in Consiglio Comunale a Verona, noi rispondiamo con la mozione che Nadia Arace ha depositato ad Avellino e la mettiamo a disposizione di tutte le consigliere e i consiglieri comunali che vogliano affiancarci in questa battaglia.
Abbiamo infatti depositato ad Avellino una mozione che rilancia la piena applicazione della legge 194/78 insieme al potenziamento della rete dei consultori familiari sul territorio comunale e chiede, innanzitutto, al Consiglio comunale il riconoscimento del principio di laicità e l’affermazione che la città di Avellino, a differenza della Verona medievale e retrograda della mozione 434, già fonte di ispirazione delle linee programmatiche del Sindaco Ciampi, è invece “città a favore del diritto all’autodeterminazione di ciascuna donna”.
A seguire il testo della mozione che invitiamo tutte e tutti a rilanciare nei Consigli comunali delle nostre città.
Al Presidente del Consiglio, Ugo Maggio
Al Sindaco del Comune di Avellino, Vincenzo Ciampi
Ai Capigruppo consiliari
Oggetto: Piena applicazione della L.194/78, potenziamento della rete dei consultori familiari e individuazione di un immobile comunale da destinarsi a terzo consultorio familiare in applicazione della L. 405/75 e della L.34/96
La sottoscritta Consigliera comunale, ai senti dell’art. 68 del vigente Regolamento del Consiglio comunale, approvato con Delibera CC n. 33 del 18 marzo 2009, chiede al Consiglio comunale di esprimersi attraverso un voto in merito alla seguente mozione
Il Consiglio comunale di Avellino
PREMESSO CHE:
- La Legge 194/78 riconosce il diritto della donna alla scelta dell’interruzione volontaria della gravidanza (Ivg entro i primi 90 giorni artt. 4, 5 e Ivg dopo i primi 90 giorni artt. 6,7), gratuita e nelle strutture pubbliche, saldando insieme il diritto all’autodeterminazione femminile e il diritto alla salute, nonché sottolinea il ruolo centrale del consultorio nella promozione della procreazione responsabile, dell’educazione sessuale e della prevenzione dell’aborto;
- La Legge 194/78 nel riconoscere l’obiezione di coscienza al personale sanitario ed esercente le attività ausiliarie esonerandolo “dal compimento delle procedure e delle attività specificamente e necessariamente dirette a determinare l’interruzione della gravidanza, e non dall’assistenza antecedente e conseguente all’intervento” ribadisce che “Gli enti ospedalieri e le case di cura autorizzate sono tenuti in ogni caso ad assicurare l’espletamento delle procedure previste dall’articolo 7 e l’effettuazione degli interventi di interruzione della gravidanza richiesti secondo le modalità previste dagli articoli 5, 7 e 8. La regione ne controlla e garantisce l’attuazione anche attraverso la mobilità del personale”.
- La legge n. 405/75 istituisce i consultori familiari con lo scopo di assicurare:
a) l’assistenza psicologica e sociale per la preparazione alla maternità ed alla paternità responsabile e per i problemi della coppia e della famiglia, anche in ordine alla problematica minorile;
b) la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo in ordine alla procreazione responsabile nel rispetto delle convinzioni etiche e dell’integrità fisica degli utenti;
c) la tutela della salute della donna e del prodotto del concepimento;
d) la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere ovvero a prevenire la gravidanza, consigliando i metodi ed i farmaci adatti a ciascun caso;
d‑bis) l’informazione e l’assistenza riguardo ai problemi della sterilità e della infertilità umana, nonché alle tecniche di procreazione medicalmente assistita;
d‑ter) l’informazione sulle procedure per l’adozione e l’affidamento familiare;
- La Legge di riordino del S.S.N, le indicazioni dell’OMS, nonché la L.R. 32/94, che sono, alla luce della L. 34/96, indicative per una progettualità complessa di potenziamento delle strutture consultoriali, con la costruzione di nuove sedi, riqualificazione delle risorse umane e tecniche e completamento della messa a punto di circuiti di assistenza, nell’ ottica di garantire uniformità nei livelli di assistenza e pari opportunità di accesso ai servizi territoriali. In particolare, l’art. 20 della L.R 32/94 prevede al comma I che “gli organi rappresentativi dei comuni esprimono, nell’ambito territoriale di ciascuna Azienda sanitaria locale, i bisogni socio — sanitari delle rispettive comunità locali e l’art 21 prevede al comma I che “Il direttore generale di ciascuna azienda sanitaria locale orienta la propria attività programmatica sulle linee di indirizzo fornite dal sindaco o dal comitato di rappresentanza”.
CONSIDERATO CHE:
- Nel paese è in corso una campagna di attacco al diritto inalienabile all’autodeterminazione di ciascuna donna e alla rete socio-sanitaria e assistenziale di supporto alla maternità responsabile, che ha recentemente trovato una risposta istituzionale nella mozione n. 434/2018 approvata dal Consiglio comunale di Verona, che destina finanziamenti pubblici ad attività contrarie all’Ivg, disattendendo i principi della L. 194/78;
- A distanza di 40 anni dall’approvazione della L. 194/78 si rende invece necessario intervenire per rilanciarne la piena attuazione, anche in considerazione degli interventi del Consiglio d’Europa e del Comitato Europeo dei Diritti Sociali che nel 2016 e nel 2014 hanno condannato l’Italia per aver violato il diritto alla salute delle donne che vogliono abortire riconoscendo le grosse difficoltà che esse incontrano nell’accesso ai servizi d’interruzione di gravidanza anche per la ingente quantità di medici obiettori presenti nel nostro Stato;
- La totale assenza di alcun riferimento alle politiche di genere, nonché di contrasto alla violenza sulle donne, nelle linee programmatiche dell’Amministrazione rende invece necessaria l’affermazione di un indirizzo politico del Consiglio comunale e del relativo impegno esecutivo della Giunta;
RILEVATO CHE:
- Nell’ottica della realizzazione di una reale integrazione tra le politiche di welfare, l’Ente Comune è chiamato ad assumere un ruolo di programmazione e coordinamento con gli altri Enti operanti sul territorio;
- Allo stato attuale, sul territorio comunale insistono due consultori familiari, a fronte di una popolazione complessiva di circa 56.000 abitanti, mentre la legge 34/96 all’art.3 individua un consultorio familiare ogni 20.000 abitanti;
IMPEGNANO IL SINDACO E LA GIUNTA
- Ad affermare che la città di Avellino informa le sue politiche al principio di laicità ed è “città a favore del diritto all’autodeterminazione delle donne”;
- Ad attuare politiche e pratiche di sostegno alla maternità e paternità responsabile, sostenendo la piena applicazione della L. 194/78 ed il potenziamento dei servizi socio-assistenziali previsti dalla L. L. 405/75 e della L.34/96, dando attuazione alla mozione consiliare 135/2017, nello specifico:
- individuando una sede opportuna per il terzo consultorio familiare sul territorio di Avellino;
- attivando un tavolo istituzionale con l’Asl per programmare e coordinare le attività propedeutiche all’allocazione delle risorse professionali e finanziarie a valere sul Piano di Zona Sociale e sulle Politiche sociali, al fine di assicurare una piena integrazione delle politiche di welfare;
- sostenendo e potenziando la rete di formazioni sociali di base e di associazioni di volontariato cittadine in collaborazione con i consultori (art. 2 L. 194/78);
- Ad inviare la presente mozione alla Giunta della Regione Campania, sollecitandola a:
- assicurare adeguati parametri di personale sanitario, al fine di garantire la piena applicazione della legge;
- adempiere ai compiti, di spettanza della Regione, di verificare che le Asl organizzino il controllo e garanzia del servizio di Ivg;
- a prevedere, nel caso di situazioni di grave carenza del personale medico non obiettore, l’indizione di concorsi pubblici con indicazione, tra i requisiti per la partecipazione, della disponibilità a svolgere tutte le specifiche funzioni in applicazione della legge 194.
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