Accoglienza: altri 150 milioni distribuiti a pioggia

Anche quest'anno continueremo a erogare fondi a amministrazioni comunali ostili all'accoglienza, che non vedono l'ora di disfarsi dei profughi, che non hanno interesse a fare le cose bene e che, in definitiva, danneggiano tutto il sistema

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1498203966691{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]Esattamente un mese fa abbia­mo rac­con­ta­to dei 100 milio­ni di euro but­ta­ti dal gover­no per finan­zia­re un fon­do che elar­gi­sce una man­cia a tut­ti i comu­ni che accol­go­no richie­den­ti asi­lo e rifu­gia­ti, a pre­scin­de­re dal­la volon­tà dei comu­ni stes­si, dato che non veni­va ope­ra­ta nes­su­na distin­zio­ne tra pro­get­ti Sprar (che garan­ti­sco­no ele­va­ti stan­dard di acco­glien­za e inclu­sio­ne, e dei qua­li sono tito­la­ri i comu­ni) e cen­tri di altro tipo (tipi­ca­men­te cen­tri straor­di­na­ri, di gestio­ne pre­fet­ti­zia). Come abbia­mo riba­di­to più vol­te, c’è una gran­de dif­fe­ren­za tra le due tipo­lo­gie: i cen­tri Sprar si basa­no sul prin­ci­pio del­l’ac­co­glien­za dif­fu­sa, del­la ren­di­con­ta­zio­ne pun­tua­le e la tito­la­ri­tà del­l’en­te loca­le gene­ra una respon­sa­bi­liz­za­zio­ne del­lo stes­so. I cen­tri straor­di­na­ri, inve­ce, non pre­ve­do­no alcu­ne respon­sa­bi­li­tà gestio­na­le del­l’en­te loca­le, che si vede cade­re dal­l’al­to la scel­ta.

Il pro­ble­ma del nostro siste­ma di acco­glien­za è che l’80% dei posti sono posti straor­di­na­ri e che quin­di dovreb­be esse­re asso­lu­ta­men­te prio­ri­ta­rio sosti­tui­re posti straor­di­na­ri con posti Sprar, incen­ti­van­do (o obbli­gan­do…) l’a­de­sio­ne dei comuni.

L’an­no scor­so si è scel­to di “pre­mia­re” tut­ti i comu­ni, non incen­ti­van­do un bel nien­te, ma distri­buen­do una vera e pro­pria man­cia, una com­pen­sa­zio­ne: «Ehi, ave­te visto? Ci man­da­no i pro­fu­ghi, ma pos­sia­mo rifa­re i mar­cia­pie­di!». La ratio è sta­ta più o meno questa.

Que­st’an­no, per rime­dia­re, il decre­to Mez­zo­gior­no del­lo scor­so 20 giu­gno sta­bi­li­sce, all’ar­ti­co­lo 16:

Qua­le con­cor­so del­lo Sta­to agli one­ri che sosten­go­no i comu­ni per i ser­vi­zi e le atti­vi­ta’ stret­ta­men­te fun­zio­na­li all’ac­co­glien­za e all’in­te­gra­zio­ne dei migran­ti, e’ auto­riz­za­ta la spe­sa di 150 milio­ni di euro per l’an­no 2018. A tal fine, la dota­zio­ne del fon­do di cui al com­ma 2 del­l’ar­ti­co­lo 12 del decre­to-leg­ge del 22 otto­bre 2016, n. 193, con­ver­ti­to con modi­fi­ca­zio­ni dal­la leg­ge 22 dicem­bre 2016, n. 225, e’ incre­men­ta­ta di 150 milio­ni di euro per l’an­no 2018. Con decre­to del Mini­stro del­l’in­ter­no, da adot­ta­re di con­cer­to con il Mini­stro del­l’e­co­no­mia e del­le finan­ze, entro ven­ti gior­ni dal­la data di entra­ta in vigo­re del pre­sen­te decre­to, sono defi­ni­te le moda­li­ta’ di ripar­ti­zio­ne del­le risor­se di cui al pre­sen­te com­ma tra i comu­ni inte­res­sa­ti, nel limi­te mas­si­mo di 700 euro per ogni richie­den­te pro­te­zio­ne accol­to nei cen­tri del Siste­ma di pro­te­zio­ne per richie­den­ti asi­lo e rifu­gia­ti (SPRAR) e di 500 euro per ognu­no di quel­li ospi­ta­ti nel­le altre strut­tu­re e comun­que nei limi­ti del­la dispo­ni­bi­li­ta’ del fondo.

Ave­te capi­to bene. Inve­ce di non ero­ga­re i 500 euro ai comu­ni che non scel­go­no di fare acco­glien­za, uti­liz­zan­do il get­to­ne come incen­ti­vo, si man­tie­ne l’e­ro­ga­zio­ne a piog­gia, aumen­tan­do il con­tri­bu­to desti­na­to ai comu­ni ade­ren­ti allo Sprar. Il risul­ta­to è che — anche in pre­vi­sio­ne di un aumen­to del­le per­so­ne accol­te — l’im­por­to del fon­do cre­sce del 50%, da 100 a 150 milio­ni. E’ vero, esi­ste un pic­co­lo incen­ti­vo per chi si assu­me del­le respon­sa­bi­li­tà, ma con­ti­nue­re­mo a ero­ga­re fon­di a ammi­ni­stra­zio­ni comu­na­li osti­li all’ac­co­glien­za, che non vedo­no l’o­ra di disfar­si dei pro­fu­ghi, che non han­no inte­res­se a fare le cose bene e che, in defi­ni­ti­va, dan­neg­gia­no tut­to il siste­ma.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.