Accoglienza: il ministero rimuove dal suo sito web dati fondamentali per la trasparenza del sistema

Nello stesso momento in cui Minniti annuncia ispezioni nei centri di accoglienza a causa di problemi di infiltrazione mafiosa, dal sito del Ministero dell’Interno spariscono dati fondamentali per la trasparenza del nostro sistema di accoglienza

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1494413747954{margin-top: 20px !important;}”][/vc_column_text][vc_column_text]«Nello stes­so momen­to in cui Min­ni­ti annun­cia ispe­zio­ni nei cen­tri di acco­glien­za a cau­sa di pro­ble­mi di infil­tra­zio­ne mafio­sa, dal sito del Mini­ste­ro dell’Interno (Dipar­ti­men­to Liber­tà civi­li e immi­gra­zio­ne) spa­ri­sco­no dati fon­da­men­ta­li per la tra­spa­ren­za del nostro siste­ma di acco­glien­za». La noti­zia del­la rimo­zio­ne dei dati arri­va diret­ta­men­te dai par­la­men­ta­ri di Pos­si­bi­le Giu­sep­pe Civa­ti e Andrea Mae­stri che, impe­gna­ti in un costan­te moni­to­rag­gio del siste­ma di acco­glien­za, denun­cia­no la spa­ri­zio­ne di infor­ma­zio­ni: «Sia­mo impe­gna­ti da sem­pre nel rac­co­glie­re dati rispet­to ai trend dell’accoglienza attra­ver­so i qua­li abbia­mo moni­to­ra­to l’esplosione dei cen­tri straor­di­na­ri di acco­glien­za, di gestio­ne pre­fet­ti­zia (CAS), sui qua­li spes­so si sono con­cen­tra­te le atten­zio­ni pub­bli­che per pro­ble­mi di pes­si­ma gestio­ne e di sovraf­fol­la­men­to, e ora venia­mo a sco­pri­re che dal sito del Mini­ste­ro sono sta­ti rimos­si i dati ine­re­ren­ti alla sud­di­vi­sio­ne tra posti CAS e posti nel Siste­ma pro­te­zio­ne richie­den­ti asi­lo e rifu­gia­ti (SPRAR), siste­ma che offre sen­za dub­bio mag­gio­ri garan­zie da tut­ti i pun­ti di vista, anche quel­lo del­la lega­li­tà». «Si trat­ta di una vera e pro­pria rimo­zio­ne, fat­ta attra­ver­so la sosti­tu­zio­ne di file sul sito, pas­sa­ti da dodi­ci a nove pagi­ne. In par­ti­co­la­re sono sta­ti rimos­si i dati riguar­dan­ti il trend, a par­ti­re dal 2014, del tota­le del nume­ro dei posti, così come la già cita­ta sud­di­vi­sio­ne tra CAS e SPRAR: attra­ver­so i nuo­vi docu­men­ti non si rie­sce nep­pu­re a sape­re quan­ti sono i posti tota­li nel siste­ma di acco­glien­za».

«Al momen­to — pro­se­guo­no i par­la­men­ta­ri di Pos­si­bi­le – sono rag­giun­gi­bi­li dal sito dei file che al loro ter­mi­ne pre­sen­ta­no i carat­te­ri “_0”: è suf­fi­cien­te eli­mi­na­re que­sti carat­te­ri per poter acce­de­re ai file ori­gi­na­li, che evi­den­te­men­te sono diven­ta­ti irrag­giun­gi­bi­li attra­ver­so il sito ma non sono sta­ti posti offli­ne».

La pagi­na 5/12 del “vec­chio” file di mar­zo, con­te­nen­te la tabel­la con la sud­di­vi­sio­ne per posti e regioni.
La pagi­na 5/9 del “nuo­vo” file di marzo.
La cache ha memo­riz­za­to l’in­di­riz­zo pre­ce­den­te­men­te asse­gna­to al link, che non cor­ri­spon­de con l’in­di­riz­zo attuale.

«Un mini­stro che dichia­ra di voler fare del­la lega­li­tà e del­la gestio­ne strut­tu­ra­le del­le migra­zio­ni in manie­ra rigo­ro­sa la pro­pria ban­die­ra si sta ren­den­do respon­sa­bi­le di un’operazione ver­go­gno­sa, che ridu­ce la tra­spa­ren­za e le pos­si­bi­li­tà di infor­ma­zio­ne da par­te dei cit­ta­di­ni: le ispe­zio­ni dovreb­be­ro esse­re pre­ve­nu­te, attra­ver­so poli­ti­che rigo­ro­se che pas­sa­no dall’obbligatorietà del­la gestio­ne SPRAR e la mas­si­ma tra­spa­ren­za».

Al momen­to i dati in nostro pos­ses­so, rica­va­ti dal­la rie­la­bo­ra­zio­ne dei dati pub­bli­ca­ti sul mede­si­mo por­ta­le, resti­tui­sco­no tale situa­zio­ne: a fron­te di una sostan­zia­le sta­zio­na­rie­tà dei post SPRAR, abbia­mo assi­sti­to a una vera e pro­pria esplo­sio­ne dei posti CAS.

Tota­le del­le pre­sen­ze nei cen­tri di acco­glien­za italiani.

Da nota­re che già al momen­to del­la pub­bli­ca­zio­ne risul­ta­va­no assen­ti tali dati dal ren­di­con­to di apri­le, che è comun­que sta­to sosti­tui­to con un file “_0”.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.