Airgun nei nostri mari: la mobilitazione di Possibile parte dalla Calabria

E’ di pochi giorni fa la notizia che in molti temevamo: il Ministero dell’Ambiente ha autorizzato due compagnie petrolifere, gli australiani della Global Petroleum Limited nell’Adriatico e gli italiani della Schlumberger di Parma nello Ionio, a effettuare prospezioni su una vasta area marina tra Puglia, Basilicata e Calabria con la tecnica dell’airgun.

E’ di pochi gior­ni fa la noti­zia che in mol­ti teme­va­mo: il Mini­ste­ro dell’Ambiente ha auto­riz­za­to due com­pa­gnie petro­li­fe­re, gli austra­lia­ni del­la Glo­bal Petro­leum Limi­ted nell’Adriatico e gli ita­lia­ni del­la Schlum­ber­ger di Par­ma nel­lo Ionio, a effet­tua­re pro­spe­zio­ni su una vasta area mari­na tra Puglia, Basi­li­ca­ta e Cala­bria con la tec­ni­ca dell’airgun.

Si trat­ta di una tec­ni­ca il cui divie­to di uti­liz­zo era sta­to addi­rit­tu­ra inse­ri­to nel decre­to leg­ge sugli eco-rea­ti, sal­vo poi esse­re stral­cia­to poco pri­ma di esse­re appro­va­to.

I dan­ni che que­ste atti­vi­tà pro­vo­ca­no, secon­do diver­si esper­ti, sono incal­co­la­bi­li dal pun­to di vista dell’ecosistema e dell’ambiente mari­no, oltre che sot­to l’aspetto del rischio sismi­co. La Schlum­ber­ger ha depo­si­ta­to uno stu­dio di impat­to ambien­ta­le nel qua­le pra­ti­ca­men­te ‘ammet­te’ che “i prin­ci­pa­li impat­ti ambien­ta­li potreb­be­ro riguar­da­re la fau­na marina”.

Lo scor­so 17 apri­le i cit­ta­di­ni ita­lia­ni han­no per­so l’opportunità di dare un segna­le impor­tan­te rispet­to alle poli­ti­che ener­ge­ti­che del Pae­se, man­can­do la par­te­ci­pa­zio­ne al voto refe­ren­da­rio anche per respon­sa­bi­li­tà di chi ha defi­ni­to l’astensione dal­la con­sul­ta­zio­ne un valo­re. In par­ti­co­la­re quel­l’oc­ca­sio­ne l’ab­bia­mo per­sa al Sud. E que­sto è un fatto. 

Altret­tan­to vero è che quel voto comun­que non avreb­be inci­so sul­le auto­riz­za­zio­ni in que­stio­ne ma rima­ne, di fron­te a un fat­to così nega­ti­vo, l’urgenza di inter­ve­ni­re per scon­giu­ra­re il peri­co­lo che l’utilizzo dell’airgun distrug­ga l’ambiente del nostro mare e anche l’economia che ne deri­va per mol­te fami­glie. Sen­za con­ta­re che il ter­ri­to­rio è fra­gi­le e vul­ne­ra­bi­le da ogni pun­to di vista: geo­mor­fo­lo­gi­co, sismi­co e ambien­ta­le. L’airgun è una tec­ni­ca i cui effet­ti non sono anco­ra del tut­to chia­ri anche rispet­to alla pro­pa­ga­zio­ne oltre l’area inte­res­sa­ta e non ha nul­la di scien­ti­fi­co quan­do è usa­to dai petro­lie­ri. Anzi.

Chie­dia­mo quin­di al Sin­da­co di Cro­to­ne l’adozione urgen­te del­la c.d. ordi­nan­za di pre­cau­zio­ne per scon­giu­ra­re dan­ni, spes­so irre­ver­si­bi­li, a tut­ta la fau­na itti­ca, com­pre­sa quel­la pro­tet­ta, e altri even­tua­li dan­ni che potreb­be­ro esse­re arre­ca­ti all’ambiente mari­no e non solo, con­si­de­ra­ta anche la vici­nan­za dal­la costa. Altre­sì auspi­chia­mo che il Pre­si­den­te Oli­ve­rio e la Giun­ta regio­na­le prov­ve­da­no a impu­gna­re le auto­riz­za­zio­ni per tute­la­re il nostro mare.

Nel frat­tem­po, abbia­mo coin­vol­to i nostri par­la­men­ta­ri e nel­le pros­si­me ore, come comi­ta­to cro­to­ne­se di Pos­si­bi­le, fare­mo par­ti­re una peti­zio­ne popo­la­re per sen­si­bi­liz­za­re la cit­ta­di­nan­za.

Per il comi­ta­to “Medi­ter­ra­neo Possibile”

Davi­de Dio­ne­sal­vi, Fil­ly Pollinzi

AIUTACI a scrivere altri articoli come quello che hai appena letto con una donazione e con il 2x1000 nella dichiarazione dei redditi aggiungendo il codice S36 nell'apposito riquadro dedicato ai partiti politici.

Se ancora non la ricevi, puoi registrarti alla nostra newsletter.
Partecipa anche tu!

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER

Congresso 2024: regolamento congressuale

Il con­gres­so 2024 di Pos­si­bi­le si apre oggi 5 apri­le: dif­fon­dia­mo in alle­ga­to il rego­la­men­to con­gres­sua­le ela­bo­ra­to dal Comi­ta­to Organizzativo.

Il salario. Minimo, indispensabile. Una proposta di legge possibile.

Già nel 2018 Pos­si­bi­le ha pre­sen­ta­to una pro­po­sta di leg­ge sul sala­rio mini­mo. In quel­la pro­po­sta, l’introduzione di un sala­rio mini­mo lega­le, che rico­no­sces­se ai mini­mi tabel­la­ri un valo­re lega­le erga omnes quan­do que­sti fos­se­ro al di sopra del­la soglia sta­bi­li­ta, for­ni­va una inno­va­ti­va inter­pre­ta­zio­ne del­lo stru­men­to, sino a quel tem­po bloc­ca­to dal timo­re di ero­de­re pote­re con­trat­tua­le ai sin­da­ca­ti. Il testo del 2018 è sta­to riscrit­to e miglio­ra­to in alcu­ni dispo­si­ti­vi ed è pron­to per diven­ta­re una pro­po­sta di leg­ge di ini­zia­ti­va popolare.

500.000 firme per la cannabis: la politica si è piantata? Noi siamo per piantarla e mobilitarci.

500.000 fir­me per toglie­re risor­se e giro d’affari alle mafie, per garan­ti­re la qua­li­tà e la sicu­rez­za di cosa vie­ne ven­du­to e con­su­ma­to, per met­te­re la paro­la fine a una cri­mi­na­liz­za­zio­ne e a un proi­bi­zio­ni­smo che non han­no por­ta­to a nes­sun risul­ta­to. La can­na­bis non è una que­stio­ne secon­da­ria o risi­bi­le, ma un tema serio che riguar­da milio­ni di italiani.

Possibile per il Referendum sulla Cannabis

La can­na­bis riguar­da 5 milio­ni di con­su­ma­to­ri, secon­do alcu­ni addi­rit­tu­ra 6, mol­ti dei qua­li sono con­su­ma­to­ri di lun­go cor­so che ne fan­no un uso mol­to con­sa­pe­vo­le, non peri­co­lo­so per la società.
Pre­pa­ra­te lo SPID! Sarà una cam­pa­gna bre­vis­si­ma, dif­fi­ci­le, per cui ser­vi­rà tut­to il vostro aiu­to. Ma si può fare. Ed è giu­sto provarci.

Corridoi umanitari per chi fugge dall’Afghanistan, senza perdere tempo o fare propaganda

La prio­ri­tà deve esse­re met­te­re al sicu­ro le per­so­ne e non può esse­re mes­sa in discus­sio­ne da rim­pal­li tra pae­si euro­pei. Il dirit­to d’asilo è un dirit­to che in nes­sun caso può esse­re sot­to­po­sto a “vin­co­li quan­ti­ta­ti­vi”. Ser­vo­no cor­ri­doi uma­ni­ta­ri, e cioè vie d’accesso sicu­re, lega­li, tra­spa­ren­ti attra­ver­so cui eva­cua­re più per­so­ne possibili. 

I padroni dicono di no a tutto. E per questo scioperiamo.

La stra­te­gia del capi­ta­li­smo è quel­la di ato­miz­za­re le riven­di­ca­zio­ni, met­ter­ci gli uni con­tro gli altri, indi­vi­dua­re un nemi­co invi­si­bi­le su cui svia­re l’attenzione, sosti­tui­re la lot­ta col­let­ti­va con tan­te lot­te indi­vi­dua­li che, pro­prio per que­sto, sono più debo­li e più faci­li da met­te­re a tacere.
Ma la gran­de par­te­ci­pa­zio­ne allo scio­pe­ro del 13 dicem­bre dimo­stra che la dimen­sio­ne col­let­ti­va del­la nostra lot­ta, del­le nostre riven­di­ca­zio­ni, non è perduta.